Stringo forte le braccia intorno alla vita stretta della ragazza, che ancora non la smette di ridere, affondando completamente il viso nel cespuglio dei suoi capelli color cannella.
Le punte le arrivano fin sulla schiena così che mi è quasi possibile sfiorarle con le dita.
Il suo profumo si disperde per la stanza, lasciando impresso quell'aroma di vaniglia capace di darmi sicurezza in qualunque situazione.
Dopo averla presentata all'infermiera dai capelli color sangue come "la mia sorellina adottiva", Hazel mi è letteralmente saltata addosso, come se non ci vedessimo da mesi, lasciando alle sue spalle una Caroline tutta sorridente, in procinto di chiudere la porta della cella.
Il problema è che, per quanto angelica possa essere quella ragazzina, a volte fa fatica a contenere l'euforia e, considerando che sono riuscito a malapena ad alzarmi in piedi per salutarla, non appena mi ha incrociato le braccia intorno al collo, sono caduto rovinosamente sul pavimento con lei sullo stomaco.
Fortunatamente la sua mano è riuscita ad evitarmi una bella botta in testa, altrimenti credo che avrei raggiunto direttamente mio padre tra le anime da smistare.
Sorrido, sentendola sghignazzare sul mio petto, trattenendo tutte le imprecazioni di dolore che, in sua presenza, sono severamente vietate.
-Ehm, Hazel? Potresti...?-
Lei si alza di scatto, bloccando la sua risata cristallina e porgendomi la mano per aiutarmi a sollevarmi da terra.
-Oh miei Dei, Nico scusami! Ti sei fatto male?-
Incrocio le dita con le sue morbide e sottili, come quelle di una bambina, cercando comunque di non afferrarla troppo forte, ma mi rendo conto da solo che per rimettermi in piedi avrò bisogno di tutto il suo aiuto.
-No, no, tranquilla Haz. Adesso tira!-
Fa alcuni passi all'indietro, tendendo il braccio, mentre io mi spingo con tutte le mie forze, facendo leva sul pavimento col palmo dell'altra mano.
In pochi secondi mi ritrovo in piedi, di nuovo accolto tra le braccia della più piccola, di nuovo con le palpebre chiuse a godermi le sue esili braccia sulle mie spalle, che tanto mi sono mancate, nonostante sia venuta a trovarmi anche circa dieci giorni fa.
Le uniche braccia a cui permetto di toccarmi, le uniche braccia che mi hanno sempre consolato nei momenti in cui ne avevo più bisogno, senza che io glielo chiedessi.
Hazel è sempre riuscita a capirmi.
Mi ha salvato da situazioni più grandi di me un milione di volte e io non smetterò mai di esserle grato per questo.
Lei è tutto quello che ho.
Tutto quello che mi è rimasto.
Lei è l'unica a conoscenza del luogo dove sono "rinchiuso", a parte Chirone e non ho intenzione di dirlo a nessun'altro.
Sarebbe troppo imbarazzante.
Già me li immagino tra qualche anno a rinfacciarmelo e a prenderla a ridere, mentre io resto ad ascoltare in silenzio le loro risate, ragionando che comunque loro non sapranno mai come ci si sente.
No, meglio che non ne vengano a conoscenza.
Almeno fino a che sono quì, voglio che pensino che il loro caro Nico sia andato a fare uno dei suoi soliti viaggetti per i boschi e che non voglia essere cercato da nessuno.
Pensando questo mi avvicino al letto, portando con me Hazel, ancora tra le mie braccia.
Mi butto a peso morto sul materasso, facendo cigolare le molle al suo interno, liberandomi di un immenso sospiro rumoroso.
La ragazza si siede accanto a me, facendo decisamente meno baccano di quanto ne abbia fatto io, scivolando lentamente via dall'abbraccio e stringendomi una mano pallida e ossuta tra le sue delicate e scure.
-Nico. Sei sempre più magro. Mangia, ti prego. Non sopporto di vederti così.-
La guardo demoralizzato.
Non appena arrivata, è passata subito alla modalità "rimproveri e suggerimenti" che, al contrario di me, tutti adorano.
Voglio dire: apprezzo le sue attenzioni nei miei confronti, ma non voglio essere la causa delle sue preoccupazioni.
Ne ha già abbastanza di sue.
Essere un Semidio non è facile per nessuno, neanche per lei.
Nonostante tutto lei sembra non badarci.
Le cose che ha visto, i problemi che ha affrontato, le sofferenze che ha patito.
Sembra voler nascondere il dolore al mondo intero e a se stessa, rinchiudendolo in un angolino remoto del suo cuore, troppo forte per essere scalfito, ma troppo difficile da riparare.
Si preoccupa più di apparire felice davanti agli altri che di se stessa e questo non le fa bene.
Può sembrare una manifestazione d'affetto, ed è sicuramente così, Hazel tiene molto a tutti quelli che la circondano, ma c'è dell'altro.
Lo vedo nei suoi occhi.
È mia sorella dopotutto.
La mia unica fonte di felicità.
Riesco a capire quando qualcosa non va, ma non riesco a consolarla come dovrei... come vorrei.
Mi butto di slancio verso di lei, circondando le sue spalle strette con le braccia in un goffo abbraccio, sorprendendola.
-Grazie.- riesco solo a dire, soffocato dall'intreccio di capelli della piccola.
-Per cosa?-
La stringo a me, mentre appoggia le mani sulla mia schiena.
-Di essere mia sorella.- rispondo con un filo di voce, vicino al suo orecchio.
La sento trasalire e stringere con forza la stoffa della maglietta e appoggiare la guancia calda sulla mia spalla.
-Ti voglio bene anch'io, Nick... ma perchè tutto questo sentimentalismo? Strano da parte tua!- dice quasi ridendo, allontanandosi lentamente dalla mia presa, quasi avesse paura di ferirmi.
Le prendo le guance paffute tra le mani, costringendola a guardarmi dritta negli occhi.
Le dirò la verità, tutta.
Pensarlo soltanto non la aiuterà in niente.
-Hazel. Tu ti rendi conto di quanto ti vogliamo bene? Noi del Campo Mezzosangue, i ragazzi del Campo Giove, teniamo tutti a te. Lo sai, vero?-
Lei annuisce, ancora incastrata tra i miei palmi.
-Ecco... io non so come dirtelo, ma, per favore, non preoccuparti più per noi.- continuo.
-Apprezziamo quello che fai tutti i giorni. Ci aiuti se abbiamo bisogno di una mano, ti prendi cura di noi, ci dai dei consigli. Effettivamente credo proprio che tu, nonostante sia la più piccola, sia anche la più matura tra tutti, ma... non devi sforzarti troppo.-
Annuisce, scuotendo la folta chioma di capelli castani, in contrasto col colorito scuro della sua pelle.
-N-non mi sforzo. Mi fa piacere aiutarvi, ma... dove vuoi arrivare?-
-Quello che voglio dire è che...- stacco le mani dal suo viso, poggiandole sulle sue ginocchia -...non ti sei mai mostrata triste o stanca davanti a nessuno. Al campo conosciamo tutti quello che hai provato durante le imprese, ma tu non ti sei mai mostrata debole di fronte agli altri... ed è una cosa che ti invidio molto, ma, per favore, sfogati. Ti fa male tenerti tutto dentro. Lascia che per una volta sia io ad aiutarti.-
Rimango un secondo ad interpretare la sua espressione, indecifrabile.
Non so se mi sono spiegato bene.
No, anzi, sono sicuro di non essermi spiegato bene.
Non sono mai stato bravo con le parole.
Probabilmente lo avrà preso come una specie di rimprovero, (cioè tutto il contrario di quello che volevo farle).
Osservo quelle iridi color nocciola completamente allagate e circondate da capillari rossastri.
La luce del lampadario a LED le fa brillare due minuscole luminescenze accanto alla pupilla, che, col tremolio delle lacrime, sembrano ballare una sottospecie di danza.
Una singola lacrima le riga la guancia, portando via con se tutto il dolore che aveva nascosto negli ultimi tempi, mentre il suo sorriso si allarga smisuratamente.
-I-io... bhe, grazie.-
Allungo una mano nuovamente verso la sua guancia, passandole delicatamente un pollice lungo lo zigomo umido.
-È questo tutto il tuo dolore? Se lo avessi saputo non avrei di certo elaborato un discorso così complicato! Mi sta scoppiando la testa!- dico, accompagnato subito dall'ennesima risata di mia sorella.
Ad un certo punto però il suo "momento risata" si blocca, dandole il tempo di asciugarsi una palpebra.
-Allora, ti sei deciso una buona volta a dirlo agli altri?- dice dopo aver ripreso fiato.
-Cosa dovevo dirgli?- chiedo, rispondendomi da solo subito dopo.
La sua espressione tramuta in un gesto sconsolato, appoggiando le dita della mano sinistra sulla fronte e scuotendo la testa, mentre un profondo sospiro si fa largo tra le sue labbra piene.
-Pensano ancora tutti che tu sia scappato? Solo io, Percy, Annabeth e Chirone sappiamo che sei stato portato quì?-
Mi passo una mano tra i capelli, sospirando a mia volta.
-No, non più.- rispondo con tono sicuro.
-Ora c'è un'altra persona che lo sa.-
Abbasso lo sguardo.
Già.
Una persona che sa troppo.
Che dovrebbe imparare a farsi gli affari propri.
Ma si sa, i figli d'Apollo sono così: tali e quali al padre.
-Ah sì? E chi è?-
Il suo sguardo indagatore mi mette una certa soggezione.
Prendo un respiro profondo chiudendo gli occhi.
Dirglielo o non dirglielo?
Non è di certo colpa mia se lo è venuto a sapere!
Prima di incontrarlo quì sapevo a malapena della sua esistenza, non gli avrei sicuramente confessato di essere in una situazione del genere!
Prendo un respiro profondo.
-Non so se cel'hai presente. È del Campo Mezzosangue, un figlio d'Apollo. Si chiama Will.-
La sua espressione pensierosa tramuta in una smorfia compiaciuta.
-Will Solace! Il capocabina della cabina 7 a capo dell'infermeria! Sì, cel'ho presente eccome!- dice con la sua solita voce squillante, che ricorda quella di una bambina entusiasta.
Ma Hazel non è più una bambina.
-E... come vi sareste conosciuti voi due, se mi è permesso saperlo?- mi chiede con un sorrisetto compiaciuto e un sopracciglio alzato, quasi tremante, avvicinandosi al mio viso.
-H-Hazel, fai quasi paura così.-
Liquida il mio commento sventolando la mano in aria.
-Inutili dettagli. Ora rispondi alla mia domanda, fratellino.-
Ho la strana impressione che Piper le abbia trasmesso un pizzico della sua lingua ammaliatrice, perchè mia sorella non è mai stata tanto persuasiva.
Mi massaggio le palpebre con due dita e rispondo svogliatamente.
-Un giorno l'ho incontrato per caso mentre andava a trovare Amalia, la mia vicina di stanza. Pare siano amici d'infanzia o robe così. Li ho sorpresi mentre litigavano... o meglio, lei gli stava leggermente urlando contro. Dovevi vedere la faccia di Will!- scoppio a ridere, mentre Hazel si apre in un sorriso rilassato.
-Vai avanti.- dice, continuando a sorridere dolcemente -Che è successo dopo? Come hai fatto a sapere che è un figlio del dio Apollo? Te lo ha detto lui?-
Agito le mani aperte all'altezza del petto, cercando di attirare la sua attenzione e di farla smettere con le domande, ma invano.
Lei continua a chiedermi di quel giorno e dei giorni a seguire fino a che non finisce il tempo che abbiamo a disposizione.
La cosa che mi spiazza è che le sue domande (talvolta totalmente insensate o senza fondamento) abbiano tutte un unico tema: Will.
Mi parla del biondino fino all'ultimo minuto, quando sentiamo le chiavi entrare nella serratura e farla scattare.
Caroline si affaccia dalla porta, interrompendo l'ennesima sfilza di quesiti da parte di mia sorella.
Un giorno dovrò assegnare a quella donna il premio "miglior angelo custode dell'anno".
Ormai ho perso il conto di quante situazioni imbarazzanti mi abbia evitato con la scusa della mancanza di tempo.
E dire che sa essere sempre così convincente...
Lancio un'occhiata all'orologio.
Questa volta il tempo è scaduto sul serio.
Hazel mi getta le braccia al collo, senza permettermi di alzarmi in piedi per salutarla.
Ricambio l'abbraccio, godendomi per qualche secondo le sue mani vaganti tra i miei capelli corvini e in disordine.
-Tornerò la prossima settimana, promesso.- sussurra accanto al mio orecchio.
-Ok. Ci conto, eh!-
Si stacca e si dirige verso la porta, dove la attende una tutrice dai capelli rosso sangue e vestita d'azzurro.
Le sorride calorosamente, mentre la scorta verso il corridoio.
Le sento salutarsi, mentre si chiudono la porta alle spalle.
La serratura scatta di nuovo.
Alla prossima, sorellina.Angoleeno careeno.
Ciao.
Quanti anni sono passati dall'ultima volta che ho aggiornato?
Tre? Sette? Cinquattordici?
Bah!
Sta di fatto che ora ho aggiornato e che ora ricomincierete a volermi bene. :)
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO:
IL PROSSIMO CAPITOLO NON SARÀ UN CAPITOLO "NORMALE"......non vi dirò nient'altro.
Niente spoiler. ^×^
Ci vediamo, sentiamo, scriviamo, leggiamo, scleriamo al prossimo capitolo!
Byeeeee!
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𝐍𝐨 𝐖𝐚𝐲 𝐎𝐮𝐭 ||𝐒𝐨𝐥𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐨||
Fanfiction☻𝘴𝘰𝘭𝘢𝘯𝘨𝘦𝘭𝘰/𝘸𝘪𝘭𝘭𝘪𝘤𝘰 ☹𝘱𝘦𝘳𝘤𝘺 𝘫𝘢𝘤𝘬𝘴𝘰𝘯 ☻𝘧𝘭𝘶𝘧𝘧 ☹𝘣𝘰𝘺×𝘣𝘰𝘺 ☻𝘥𝘰𝘯'𝘵 𝘭𝘪𝘬𝘦, 𝘥𝘰𝘯'𝘵 𝘳𝘦𝘢𝘥 ☹𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘦