Capitolo 11 (Will's p.o.v.)

1.6K 142 73
                                    

*premetto che su questo capitolo ci sarà il nome di un medicinale.
Nonostante abbia fatto delle "ricerche" su internet non so quanto possano essere affidabili.
E... insomma, sono giovane ancora, abbiate pazienza, ma al primo anno di liceo non si studia mica medicina! (linguistico poi, pft!)
Quindi non mi scannate nei commenti.
Voglio vivere ancora un pochino.
Grazie! :3♡*

Afferro la borsa nera, piena di barattoli di medicinali vari come camuffamento ed esco dalla cabina 7, salutando tutti gli altri figli d'Apollo, allegri e sorridenti, come sempre.
Solitamente li avrei lasciati anch'io con uno dei miei sorrisi più sinceri e smaglianti, ma oggi ho ben altro per la mente.
Prendo in mano la dracma che ho in precedenza infilato dentro la tasca e mi dirigo verso l'uscita del campo Mezzosangue.
Probabilmente le tre Graie a guida del Taxi stanno iniziando a perdere clienti, perchè sembravano al quanto irritate... più del solito, insomma.
Il servizio non è più sicuro come una volta.
I tre bernoccoli che mi sono venuti in testa ne sono la prova.
Entro nell'ospedale, cercando con lo sguardo una chioma rosso vermiglio e un camice azzurro, decisamente poco consoni a questo posto grigio e triste.
Insomma non esattamente il mio genere di posto ideale.
Lancio un'occhiata oltre il muro di infermieri che si è formato di fronte a me, intravedendo i lontananza un'ombra di un colore contrastante a tutto ciò che si trova quì dentro.
Passo attraverso la folla quasi correndo, facendo uno strano slalom tra pazienti, tutori e visitatori, stando ben attento a non urtare accidentalmente nessuno con il borsone e raggiungo la giovane donna girata di spalle.
-Caroline!-
La rossa si volta verso di me con un enorme sorriso stampato in volto.
-Will! Sei venuto anche oggi a trovare Amalia?-
Scuoto la testa, ricambiando lo sguardo dolce e rassicurante dell'infermiera.
Le appoggio una mano sulle scapole e la porto in un angolo più appartato, lontano da occhi indiscreti.
-Ho bisogno del tuo aiuto. Solo tu puoi fare questa cosa per me.-
Lei mi guarda per qualche secondo con un sopracciglio alzato, per poi farmi gesto con la mano di continuare.
-Devo sapere il nome di alcuni medicinali che somministrate ai pazienti.-
Lei annuisce.
-Ti servono per la scuola?- chiede interessata.
-Veramente... no.-
Inarca le sopracciglia, fissando il suo sguardo curioso nel mio, diversi centimetri più in alto.
-E allora che ci fai?-
Mi blocco un attimo, indeciso sul da farsi.
Posso fidarmi di lei.
È sempre Caroline dopotutto!
L'infermiera sempre sorridente dai colori sgargianti che farebbe di tutto per il bene dei suoi pazienti, anche trasgredire le regole.
Sì, è l'unica a cui posso dirlo.
Solo lei può aiutarmi.
-In realtà non servono a me. O meglio, servono a me, ma sono per aiutare un'altra persona di nostra conoscenza.-
Scatto con gli occhi verso sinistra, facendo cenno col capo, sperando con tutto me stesso che capisca che cosa sto indicando.
Dopo attimi di riflessione mi risponde.
-Ma chi? Amalia?-
C'eri quasi, Car.
Ritenta, sarai più fortunata.
Scuoto la testa.
-No. Nico. Sicuramente avrai notato anche tu quanto si è indebolito in questo periodo. Riesce a malapena ad alzarsi dal letto e di camminare non se ne parla. Sviene ogni due per tre e, da quello che ho sentito, non riesce nemmeno a mangiare.- dico, gesticolando come mio solito.
La rossa continua ad annuire, sistemandosi alla bell'e meglio i capelli in uno chignon storto e disordinato.
-Sì, certo che l'ho notato. Ma non posso esserne sicura se non so in che condizioni è arrivato quì. Potrebbe semplicemente avere un metabolismo meno forte di quanto sarebbe normale alla sua età.-
Abbasso lo sguardo, riflettendo su quello che la donna ha appena detto, gonfiando le guance.
-Mh... non credo. Lo conosco. È forte, lo è sempre stato.-
A queste parole sul volto di Caroline appare un ghigno a dir poco inquietante.
-Lo conoscevi già e non mel'hai detto?-
Non appena realizzo sento le guance andarmi a fuoco.
Se fosse possibile probabilmente mi uscirebbe vapore perfino dalle orecchie.
Comincio a farfugliare cose senza senso, o almeno, le prime cose che mi vengono in mente, cercando di essere il più realistico possibile.
-N-no! D-di vista... credo. O meglio: io lo vedevo spesso in giro, ma... effettivamente non credo lui mi abbia mai notato...-
Alla fine della frase comincio a ridacchiare nervosamente, portandomi una mano dietro la nuca, facendo decisamente la figura del cretino.
Se non altro dalla sua espressione sembra che sia riuscito a convincerla in qualche modo.
-D'accordo.- dice subito dopo, alzando le mani.
-Ti aiuterò.- si guarda intorno, prima di ricominciare a parlare -Ma tu devi promettermi che questa tua impresa folle porterà a dei risultati.-
Annuisco, con un sorriso da ebete stampato in faccia, mentre lei poggia una mano sulla mia spalla e mi guida verso il corridoio.
Superiamo una serie infinita di porte, fino ad arrivare all'ultima in fondo, bianca e ben nascosta.
Caroline tira fuori dalla tasca azzurra un mazzo di chiavi e ne inserisce una di un giallo accecante all'interno della serratura.
Apre la porta ed infila una mano all'interno dello stanzino per accendere la luce.
Una ventata fredda mi investe, lasciandomi una leggera sensazione di sollievo dal caldo afoso dell'estate.
Lei si allontana lentamente, guardando a terra per evitare di inciampare su qualcosa e comincia a frugare tra gli scaffali, scuotendo ogni tanto qualche bottiglietta di medicinali.
Ad un certo punto il suo sguardo si concentra su un tubetto in particolare.
-Eccola. Dovrebbe essere questa.-
Mi porge un barattolino di plastica bianco, circondato da un'etichetta del medesimo colore per permettermi di leggere la scritta in grassetto: "Triazolom".
-Come sospettavo.- borbotto tra me e me, prendendolo tra le mani.
-È usato per curare l'insonnia, ma se dato nelle quantità sbagliate può essere molto pericoloso.- spiego, ricordandomi qualcosa a riguardo dai libri di medicina che mi capita di leggere quando ho un po' di tempo libero.
La intravedo annuire, tra il ciuffo di capelli biondi che mi copre la fronte.
-Non so, potrebbe essere questo il problema.- penso a voce alta, grattandomi istintivamente una tempia.
Guardo l'infermiera.
-Può darsi. Ma quale sarebbe il motivo di tutto ciò?-
Scrollo le spalle, indeciso su cosa rispondere.
-Non saprei. È quello che sto cercando di capire anch'io!-
Mi rigiro il tubetto tra le mani più volte, in attesa dell'illuminazione divina, ma niente.
Neanche mio padre mi aiuta più nei miei disperati tentativi di rendermi utile.
-Posso prenderla?- chiedo, guardando l'infermiera e indicando la boccetta con l'indice della mano libera.
Aspetto il suo consenso, che non tarda ad arrivare, per metterla nel borsone insieme alle altre.
Usciamo in fretta e furia dallo stanzino, cercando di attirare su di noi meno attenzione possibile.
Camminando per il corridoio il mio sguardo vaga volutamente da una parete all'altra, evitando di incrociare quello di qualche paziente o infermiere.
Arriviamo alla porta e Caroline mi blocca.
-A coprirti ci penso io, ma devi tenermi aggiornata su ogni scoperta o progresso che fai... anche se non credo tutto ciò porterà a dei risultati.-
Si prende il mento tra l'indice e il pollice, abbassando lo sguardo.
Imito la sua posa, perplesso.
Ha ragione.
Anche se portassi via il medicinale ne avrebbero sicuramente dell'altro da qualche parte, magari più pericoloso.
-Fammi un favore...- comincio -...in questi giorni, puoi provare a sostituire le medicine che dai a Nico con dell'acqua normale?-
Lei annuisce, comprensiva, e io continuo, spiegandole le ragioni, nonostante sono sicuro che le abbia già intuite.
-Altrimenti tutto ciò non servirebbe a niente. Se vogliamo vedere dei risultati, questo è l'unico modo.-
L'incertezza si fa strada tra le mie parole.
E se mi stessi sbagliando?
E se invece non fosse colpa delle medicine?
Avrei accusato delle persone inutilmente.
Eppure l'ho fatto senza pensarci due volte, come se ne fossi sicuro fin dall'inizio.
Non ho mai visto Nico Di Angelo in quello stato.
Normalmente avrebbe rifiutato la compagnia di un figlio di Apollo cacciandolo malamente, figuriamoci il suo aiuto!
Eppure non mi ha cacciato, ne mi ha chiesto di andarmene.
Al contrario!
Era così debole che sembrava addirittura apprezzare i miei gesti.
...no... quello che ho visto non è Nico Di Angelo.
Quello è un ragazzo rinchiuso in un manicomio ingiustamente, che qualcuno sta cercando di far impazzire con la forza!
Ed io devo aiutarlo, a tornare il vecchio Nico solitario e scorbutico che tutti al campo ammirano e stimano per la sua forza e la sua determinazione.
Che io stesso ammiro con tutte le mie forze.
Sì... devo farcela.
E lo farò, anche se per riuscirci dovessi ricorrere a degli stratagemmi pericolosi.
Annuisco leggermente, in un gesto d'intesa con Caroline, che ricambia subito, con un'espressione terrilmente seria.
Mi metto il borsone in spalla ed esco dall'edificio, intenzionato a tornarci più tardi, per non creare sospetti.
Richiamo le Graie, che in pochi secondi arrivano nel loro Taxi ammaccato e sporco, molto più simile ad una lattina schiacciata e buttata per strada che ad un mezzo di trasporto.
Il mio odio per quest'essere inanimato chiamato "automobile" prende il sopravvento, facendomi fare una faccia schifata non appena entro al suo interno.
Ma nonostante il tanfo, il prezzo eccessivo e il servizio schifoso, il tempo impiegato per andare da un posto all'altro è veramente minimo... qualche secondo, forse.
Devo riconoscere che è veramente utile.
Attraverso l'entrata del Campo e torno verso le cabine per raccogliere informazioni sul medicinale che ho appena "preso in prestito".
Ho già avvertito Austin che quest'oggi il mio turno in infermeria sarebbe toccato a lui.
Dopotutto mi deve un favore!
Entro nella cabina 7, la cabina di Apollo, e mi lascio cadere a peso morto sul mio letto.
Incrocio le gambe e riapro la zip della sacca.
Aspettami.
Vengo a salvarti, Nico.

Spazio giganti anomali

*tossisce*

*afferra il microfono*

*si schiarisce la voce*

Ehm... ciao.
Mi riconoscete?
Ne è passato di tempo, eh?
Cavolo quanto è corto questo capitolo...
Già.
Molto corto.
Comunque, come state?
Vorrei augurarvi la Buona Pasqua, ma sono leggermente in ritardo.
Tu dici?
Sì, io dico.
MA DOPOTUTTO CHISSENE IMPORTA, BUONA PASQUA!!!
Ormai neanche mi scuso più per il ritardo o per il capitolo schifoso o per l'infinita infinità di ragioni per cui dovrei scusarmi.
Mi dispiace solo per chi stava aspettando la notifichina (che arriverà solo oggi) e che mi ha commentato sullo scorso capitolo per sapere se avrei aggiornato a breve.
Soffro.
Però una buona notizia cel'ho!
Stiamo per arrivare alle 2k visualizzazioni o mi sbaglio?
*^*
Grazieeeeee!
Vedi di aggiornare prima la prossima volta.
Ci proverò.
Ciau e grazie a tutti!!!☆

𝐍𝐨 𝐖𝐚𝐲 𝐎𝐮𝐭 ||𝐒𝐨𝐥𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐨||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora