"Buongiorno" Zayn è in piedi davanti al letto, che scrive al cellulare.
"Buongiorno baby" mi guarda e mi porge un sorriso. Io mi rotolo nel letto, ancora assonnata.
Prendo il mio cellulare e noto che è mezzogiorno. Sbuffo e poi mi tiro su per andare a farmi un caffè.
"Hai dormito bene?" Zayn mi abbraccia da dietro e mi lascia un bacio sul collo.
"Certo" mi giro per baciarlo sulle labbra.
"Hai qualcosa da fare oggi?" mi chiede dopo.
"Ehm non credo, perché?" gli rispondo mentre metto la caffettiera sul fuoco.
"Non so, mi chiedevo se ti andasse di andare fuori a pranzo insieme" mi giro e lo trovo seduto sul tavolo che si morde nervoso il labbro.
"Tipo un appuntamento?" alzo un sopracciglio.
"Se non vuoi non fa niente sai..." scuoto immediatamente la testa alle sue parole.
"E' solo che non ci speravo più a questa tua richiesta" scherzo e lui sorride, scacciando il nervosismo che fra di noi non si crea mai.
Dopo aver fatto colazione con lui vado a casa per farmi una doccia e cambiarmi, mi preparo meglio che posso. Zayn arriva dopo un'oretta sotto casa così prendo la mia borsa ed esco per poi salire in macchina.
"Ma quanto tempo" scherzo quando chiudo la portiera.
"Che scema..." mi prende in giro lui.
Zayn mi porta ad un ristorante carino, vicino al porto. Si può passeggiare in giardino sull'erbetta e c'è una bella vista sul lago. Stranamente c'è anche bel tempo e si sta bene fuori.
"Bello qui vero?" mi chiede mentre si accende una sigaretta.
"Molto, mi piace la vista" gli confermo.
Poi ce ne stiamo qualche secondo in silenzio, il vento mi spettina i capelli e fa volare via il suo fumo, lo guardo mentre è perso nei suoi pensieri.
"E' bello che di giorno ce ne andiamo in giro per conto nostro come se non fossimo chi siamo davvero ma i problemi ci corrono dietro Zayn" gli dico.
"Lo so" sospira "Volevo solo godermi la tua compagnia per una volta. Solo io e te non nascosti in un appartamento" mi confessa e io sento una presa allo stomaco, forse ho uscito male il discorso.
"Siamo nella merda ok? Ma, almeno per una volta, possiamo fare finta di dimenticarci di tutto e tutti e goderci una giornata insieme?" mi chiede.
"Certo" gli sorrido "Ci vuole proprio" gli poggio una mano sul viso e gli do un bacio veloce e lui fortunatamente mi sorride.
Un paio di minuti dopo entriamo e pranziamo nel ristorante. Dopo pranzo decidiamo di fare una di quelle passeggiate romantiche, mano nella mano, lungo il lago.
"Com'eri da bambino?" gli chiedo da un momento all'altro.
"Cosa?" sembra confuso, sorride.
"Beh mi piacerebbe solo sapere com'eri prima che ti accadesse tutto quello che già so"
Siamo entrambi a conoscenza dei nostri passati oscuri e anche del perché siamo qui con Marshall: perché non abbiamo scelta.
"Ero sempre sulle mie, molto silenzioso, mi piaceva disegnare, tantissimo, più che ai bambini normali. E mi piacevano da impazzire i supereroi, soprattutto Batman, col suo macchinone e la tuta tutta nera. Passavo le ore davanti alla tv e quando ho cominciato a essere stufo dei cartoni animati mi sono dato ai fumetti" mi dice con una nota di malinconia e un sorriso tenero.
"Che dolce" arriccio il naso.
"Ero un po' strano" si mette a ridere "tu invece com'eri?"
"Mh, non lo so..." abbasso la testa sull'asfalto.
"Come non lo sai?"
"Voglio dire, non ho molta memoria di com'ero prima, credo che la mia mente lo stia piano piano rimuovendo, vuole solo lasciare Grey per cancellare Bianca"
"Bianca? Cavolo non mi avevi mai detto come ti chiami" si ferma all'improvviso.
"Già, non piace molto nemmeno a me" alzo gli occhi al cielo e riprendo a camminare.
"No voglio dire, è solo ironico, ti chiamo Grey da sempre, a me piace Bianca" mi dice dopo.
"Grazie" mi avvicino di nuovo a lui.
"Comunque le poche cose che ricordo, prima che mi trovasse Marshall per rendermi questa, sono che andavo sempre a prendere il frullato con la mia unica amica dopo le lezioni di nuoto che mamma mi costringeva a frequentare, c'era un vecchio gelataio che mi faceva sempre bei sorrisi quando andavo nella sua gelateria dall'altra parte della strada, adoravo i fiori e le piante della nostra vicina, mi mettevo ad osservarla fare giardinaggio ogni sabato, se aveva bisogno la aiutavo anche, era in là con gli anni e poi...."
"Poi cosa?" mi chiede.
"E poi tutto nero Zayn, ogni ricordo di casa mia e la mia infanzia è legato a mio padre o al fatto che mia madre non ci sia più" faccio spallucce e mi rattristo. Lui mi mette un braccio intorno e mi stringe a sé.
"Entrambi abbiamo avuto terribili periodi ok? Non te ne devi vergognare o averne paura, con me puoi parlarne, non torneranno indietro Grey. Quella vita la devi scordare! Tuo padre non può più renderti infelice. Finché ci sarò io, nessuno potrà"
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Grey As His Smoke || Zayn Malik
FanfictionGrigio. Questo colore sembra perseguitarmi: gli edifici della città, il cielo di metà ottobre, le mie felpe preferite e perfino il suo costante fumo. Per finire con i miei occhi, grigi, tanto che mi chiamano tutti Grey. Sono così grigi che a volte...