Capitolo 3

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Capitolo 3

Tornai a casa neanche il tempo di mangiare,che mi chiamò Emiliano a telefono.

-Luca oggi c'è la partita del torneo ,giochiamo contro la prima in classifica,devi esserci non puoi dire no! -quasi impedendomi di rifiutare.

- Vabbene ci vediamo fra 20 minuti al campo. Risposi io accontentandolo.

- Grande ci vediamo al campo a dopo. - disse felicissimo emiliano.

- A dopo Emi - e staccai.

Subito corsi a preparare la borsa,sperando sempre di non dimenticare niente,pensandoci ci voleva una partita per distrarmi un po,almeno per un pó non la penso.

Arrivati al campo Emiliano venne verso di me.

-Dai Luca che è tardi vai a cambiarti - disse con un aria da superiore,come se volesse fare l'allenatore.

Senza parlare mi diressi verso lo spogliatoio,metto calzerotti,poi le scarpe ,poi i pantaloncini e infine la maglietta con il bel numero 10(sono sempre stato il bomber della squadra,e la persona a cui viene passata la palla,per poi metterla dentro).

Uscì fuori dallo spogliatoio vidi Alice,che parlava con Orlando,quel sbruffone della 5C,che tanto mi stava sulle palle e mio avversario in questa partita.Mentre mi stavo dirigendo in campo vidi che si baciarono. E li si fermo il tempo,rimasi immobile,li,sembrava che il nodo in gola stesse bruciando,era un mix di emozioni.

Rabbia,Tristezza,odio e altre 100 emozioni che in quell attimo non sapevo descrivere.

-Dai entra - disse Alessio ,il portiere della mia squadra - entra in campo- ridisse Alessio.

Io mi distaccai ed entrai in campo senza neanche guardarli.Quella scena mi aveva fatto male e non volevo vederla ancora.

Mi iniziai a riscaldare,avevo una rabbia dentro indescrivibile.

Inizio la partita,e diedi il massimo a inizio gara,quando subì un fallo violento proprio da Orlando. Volevo alzarmi e menarlo,ma di brutto,ma non per il fallo. Ma mi calmai e uscii fuori per farmi medicare.

-Non puoi giocare,si sta gonfiando la caviglia - disse Emiliano preoccupato.

- Fa male,ma c'è la faccio - dissi io più che altro,perché sapevo che se sarei entrato in campo lo avrei distrutto Orlando.

Ma proprio quando mi alzai sentì un dolore simile a quando ti buttano con violenza 100 kg di ferro sulla caviglia. Non c'è la feci,e stavo tornando negli spogliatoi,quando vidi una persona avvicinarsi,

-Luca,Luca Luca- disse per fermarmi nel mio intento di tornare negli spogliatoi, -Ti sei fatto male?E successo qualcosa di grave? - disse Alice vedendomi zoppicare vistosamente.

Io non gli risposi,il dolore sia dentro che fuori(per la caviglia) erano troppo forte per dirgli che stavo male,ma male dentro.

Mi voltai per guardarla l'ultima volta prima di entrare negli spogliatoi,e vedevo il suo sguardo con un senso di colpevolezza.

Ma non ci pensai mi buttai sotto la doccia,bollette al massimo,avrei voluto solo che i pensieri mi scivolassero giù come lo sporco sul mio corpo. Ma così non fu.

Tornando a casa,presi il cellulare in mano,lo accesi(non sono un tipo che ne capisce di tecnologia,uso il cellulare solo per chiamare e mandare messaggi) e vidi un messaggio di Martina -Mi hai lasciato di nuovo sola,come sempre..-

Non la risposi e ripresi a camminare per la via di casa,la caviglia faceva male,ed ogni passo e come se avessi una scarpa di ferro al piede destro.

Tornato a casa,mi misi nel letto e subito crollai dal sonno.

La mattina seguente mi svegliai,guardavo la caviglia che aveva un diametro quasi come una palla da rugby,e decisi di non andare a scuola,si proprio io Luca Biraghi ha fatto il suo primo giorno assenza dopo 2 mesi di scuola (mai successo nei 4 anni precedenti),ma oggi ci voleva, mi rimisi subito le coperte addosso e inizia a dormire.

-Luca,Luca sveglia è arrivata la tua amica- disse mia mamma facendomi sbalzare dal letto.

In un attimo pensai ad Alice,ma capii subito che non sarebbe potuta essere lei.

- Sveglia dormiglione! - era Martina,la sua voce la riconoscerei tra mille voci .

-svegliaaaaaa! -ridisse Martina buttandosi come una bomba,sul mio letto,sulla mia caviglia!

-Ahhhhhhhhhhhhiiiiiiiiiii! -dissi urlando con tutta la mia voce e ancora tutto assonnato.

-Mi stai uccidendo la caviglia -furono le parole che riuscii a dire ancora in preda al dolore.

-Non pensavo che pesavo così tanto- disse Marty quasi offesa.

-No Marty non è il tuo peso è che ieri ho preso un calcione sulla caviglia ed ora è gonfia - dissi io vedendo il suo sguardo sollevato.

-Oh poverino - disse quasi con tono da finta dispiaciuta e continuò -Perché non mi hai fatto più sapere niente ieri? - disse stavolta con tono serio.

Io non gli risposi e per scansare la domanda dissi -E tu perché hai marinato la scuola? -con tono tipo mamma.

- Perché ho visto che non c'eri e volevo vedere che fine avevi fatto ? - disse spiazzandomi.

Annui con il capo,quando lei si getto su di me e mi abbracciò. Io rimasi fermo senza fare un movimento. Quando lei pian piano si avvicino alla mia faccia,fino ad essere a pochi centimetri dalla mia..

Cercasi,me stesso!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora