Era una calda giornata per essere un Dicembre pomeriggio in Hutchinsos, Kan., quando Katie ritornò da lavoro nel 2008. Katie scese dalla macchina dal lato passeggero poco distante dalla sua villetta e appena mise piede sull'asfalto, mentre la macchina si allontanava lentamente, si accorse che c'era qualcosa di strano nell'aria.
«Vidi due bambini in piedi sul vialetto di casa», diceva. «Uno aveva lunghi capelli neri e l'altro era con il cappuccio, quindi non potei vederlo bene.» I ragazzi, di circa 15 o 16 anni, sembravano guardarla - a Katie sembrò che la stessero aspettando.Prese coraggio e camminò nervosamente per la strada verso la veranda. I ragazzi si erano nascosti nel vicinato per mesi, ma non erano mai stati tanto coraggiosi da avvicinarsi alla sua casa.
«Li avevo già visti stare nel giardino, ma andavano sempre via prima che uscissi dalla macchina», diceva Katie. «Li avevo visti anche in tarda notte, in piedi sulla strada, mentre ogni tanto fumavo la mia sigaretta notturna.» Ma, nonostante i sensi le imponessero di scappare, la loro audacia la aveva irritata.
Si fermò e chiese loro perché fossero nella sua proprietà.
«Mi dissero che avevano bisogno di usare il telefono, e che i vicini non li lasciavano entrare in casa», diceva. «E proprio in quel momento notai i loro occhi - erano neri come il carbone. Neri e di nessun altro colore. Niente bianco e nemmeno accenni di iride o pupilla.»
Ebbe molta paura, ma riuscì lo stesso a dire loro che non aveva un telefono. Katie camminò verso la sua veranda ed iniziò ad aprire la porta, quando il ragazzo con il cappuccio parlò.
«Mi chiese se potevano entrare per bere un bicchier d'acqua», diceva lei. «Mi voltai per guardarli di nuovo, sperando che la mia mente mi stesse facendo un brutto scherzo. Ma no, quando mi voltai e guardai i loro occhi erano ancora neri come la prima volta.» Questi ragazzi con neri e inquietanti occhi le parlavano piano, senza emozioni né inflessioni nella voce.
Appena li guardò di nuovo, sia quello con i capelli lunghi, sia quello con il cappuccio della felpa, un brivido le passò sulla pelle, seppe di dover andare via.
«Fui presa dal panico e mi sentivo piena di paura, ma anche molto vulnerabile e fredda», diceva. «Era come se volessi farli entrare, ma sapevo che erano qualche servo del demonio. Mi sentivo già impaurita prima di guardare i loro occhi, ma poi mi ero spaventata ancora di più.» Poi uno dei due ragazzi disse qualcosa che trasformò la sua paura in vero terrore.
«ll ragazzo col cappuccio mi disse che non potevano entrare, a meno che non dicessi di sì, e speravano lo dicessi perché erano molto assetati», diceva Katie. «Aprii la porta e mi precipitai dentro. A questo punto la sbattei e mi chiusi dentro.» Si buttò sul divano, i suoi respiri erano corti e affannosi. Poi qualcosa cominciò a ticchettare sulla finestra dietro la sua testa.
«Uno dei ragazzi era fermo li a fissare attraverso il vetro», diceva Katie. «Mi ricordo le sue parole molto chiaramente: "Ci lasci entrare, signora. Non siamo pericolosi, non abbiano nulla con cui farle del male". A questo punto ero veramente terrorizzata.» Katie scese dal divano e camminò nervosamente per tutta la villetta, controllando ogni finestra e porta, nel caso qualcuna fosse aperta.
«Mi chiedevo se veramente non potessero entrare senza il mio consenso, ma non volevo scoprirlo», Diceva lei. «Mi sedetti in salotto, aspettando silenziosamente che se ne andassero.» Quando il suo ragazzo entrò in casa più tardi, i due ragazzi dagli occhi neri erano ancora lì.
«Mi chiese se conoscevo i due ragazzi fuori casa, ed io gli risposi di no» Diceva Katie. «Mi disse che erano lì immobili mentre usciva dalla macchina e camminava per il vialetto fino alla porta». Non notò i loro occhi, ma "Gli diedero i brividi".
Più tardi Katie chiese ai vicini se i ragazzi dagli occhi neri avessero chiesto loro di usare il telefono come le avevano detto prima. I vicini notarono i due ragazzi in piedi nel vialetto di Katie, ma non ci avevano mai parlato.
Anche se era ormai passato più di un anno da quando Katie aveva allontanato i due ragazzi dagli occhi neri dalla sua porta, sapeva che erano ancora in giro.
«Li vedo ancora ogni tanto stare in piedi sulla strada, a guardare», diceva lei.
«Ma non si sono mai più avvicinati.»
STAI LEGGENDO
Creepypasta 😈💀👿
HorreurL'essere che, sotto il letto, aspetta di afferrarmi la caviglia non è reale. Lo so. E so anche che se sto bene attento a tenere i piedi sotto le coperte, non riuscirà mai ad afferrarmi la caviglia. (Stephen King) Copiate tutte da questo sito:http:...