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- Ed il vincitore di XFactor é...
Un ronzio. Il buio.
- Fanculo!
Ryan scattó in piedi e diede un calcio al divano sul quale stava seduto.
- Fottiti, non é giusto!

Dei colpi. La vicina gli intimava di fare silenzio.
- Fottiti anche tu!
Non si udí piú niente, la vicina doveva essersi indispettita.

Vorrà dire che non mi presterà piú lo zucchero...

Ryan si sedette sul divano. O almeno, voleva sedersi sul divano, ma lo mancó e colpí il pavimento. Una scossa gli attraversó la schiena, unita ad un dolore acuto alla base della schiena.

-Ah... Mi chiedo se tutto questo finirà mai...
Disse, massaggiandosi le tempie con le dita.

- É da una vita... Una vita che me non me ne va bene una...
Parló al buio con gli occhi lucidi.
Va bene, era "solo" saltata la corrente ma, primo, non era la prima volta, era già capitato con il Superbowl e The Voice; secondo sembrava che un alone di malocchio gli aleggiasse attorno. Proprio per questo motivo, la madre, appena Ryan compí diciotto anni lo cacció di casa:
Questa casa tra un po' ti starà stretta, tanto vale che vai adesso, no?

Ryan sospiró, si alzó e decise di andare a letto, in quei momenti era la cosa migliore da fare.

*********

Si sveglió con il sole negli occhi.
-Ma che diavolo...
Poi si rese conto: non aveva chiuso le tapparelle la sera prima.
-Ma che coglione che sono!
Si alzó e senza controllare l'orario andó a fare una doccia e si vestí.
Diede un'occhiata superficiale all'orologio digitale ed uscí con lo zaino in spalla.

-Ma come mai non c'é nessuno...?
Un campanello suonó nella sua testa. Prese il cellulare e guardó l'orario.
-Oddio...- Si diede una manata in fronte: erano le sette e mezza.
Certe volte non centrava nemmeno la sua persistente sfortuna, solo il fatto che fosse troppo stupido e sbadato.
Decise che sarebbe stato meglio se fosse entrato e nel farlo lanció un'occhiata dietro di se: era tutto deserto.

Si avvió verso il suo armadietto e nel farlo ignoró l'occhiata stranita del bidello.
Ci aveva fatto l'abitudine, erano molte le volte in cui entrava in classe in ritardo e ricoperto di fango, o altro.
Sorrise tra sé e sé, se quel destino fosse capitato ad un'altra persona, forse gli avrebbe rivolto la stessa occhiata stranita che il bidello stava continuando a rivolgergli visto che si era fermato nel bel mezzo del corridoio.

Oops...

Arrivó finalmente al duo armadietto, miss il codice e...
Non si apriva.

Ma che palle, perché si deve bloccare otto volte su dieci?

Gli diede una spallata. Funzionava sempre.

Ma perché proprio ora ha deciso di non funzionare?

Continuó a colpire l'armadietto, ma niente.
Sentí dei passi venire dalla sua sinistra uniti ad una risatina.

Si giró di scatto ed incontró un paio di occhi azzurri.

-Mh... Ciao...
Disse timido Ryan.
-Ehy! Sono Spencer! Sono nuovo, non conosco nessuno! Perché non iniziare da te!
Ryan poté quasi sentire i troppi punti esclamativi riecheggiare nelle sue orecchie, tutto questo entusiasmo prima delle undici gli dava alquanto fastidio.








Mai na gioia ** RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora