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Quella mattina Ryan si sveglió alle otto. Si stiracchió a mo' di gatto con l'artrite e si ributtó a peso morto sul letto.

Che bella cosa il sabato...

Dopo dieci minuti di attenta riflessione sul senso della vita, decise di alzarsi.
Rotoló giú dal letto con un tonfo e si rimise in piedi spolverandosi il pigiama-pizza.

Andó alla finestra e la aprí in stile Biancaneve: una folata di vento fresco lo avvolse, sbadiglió sonoramente e si mise con gli avambracci sul davanzale, canticchiando Sleepwalking.

-Mi sa... Che oggi esco, é proprio una bella giornata, vero Church?-
Disse, guardando il suo gatto, che gli si strusció sulle gambe.

Si abbassó sulle ginocchia egli accarezzó la testa.
-Ti voglio tanto bene, lo sai?-
-Miaaaah-
Ryan sorrise.

***********

Stava seduto con la schiena appoggiata ad un albero vicino al laghetto nel parco e si stava annoiando a morte.

Ma chi me l'ha fatto fare, chi?
Ah, . Io.

Si alzó e guardó il laghetto.
Ci andava sempre da piccolo, per giocare. Sorrise malinconico e si incamminó, uscendo dal parco.

Dopo alcuni minuti di camminata Ryan si trovó davanti al negozio di musica del suo amico Pete, ci andava quasi ogni giorno, per perdere tempo.

Aprí la porta e andó dritto al bancone.
Adorava quel negozio. La struttura gli ricordava un labirinto: il bancone era al centro e le corsie tutte attorno.
La radio trasmetteva qualcosa tipo Justin Bieber ed il ragazzo storse il naso.

Vide il ragazzo sorridere al telefono e scrivere qualcosa, per poi spegnerlo e girarsi verso di lui.
-Hey Ry! Qual buon vento?-
-Il vento della noia caro Peter... hai per caso qualche nuovo arrivo?-
-Ti interessa Shakira?-
-No!-
-Allora non ho nulla che possa interessarti.- Pete gli fece un sorrisetto.

-Sai, Peter, sembri felice-
-Io non sono depresso come te, la vita qualche gioia me la dà- Sospiró sognante.

-Peeeter... Cos' é successo? Lo sai vero, che non ti credo?- Ryan fece un sorriso ebete e si mise a punzecchiare il braccio dell'altro.

-Ryan, se fai cosí non te lo d-
Venne interrotto dalla porta del negozio che si apriva, una folata di vento si propagó per l'ambiente, e fece cadere, non si sa come, alcuni CD.

-Facciamo una cosa, se vai a prendere quei CD te lo dico.-
-Perché non puoi prenderli tu?-
-Perché sono pigro, ora vai, che c'é un cliente-

Ryan sbuffó e andó nella corsia pop a prendere quei CD.
Trovava strano che il pop-punk ed il pop stessero vicini, era
i-nau-di-to.

Si chinó a raccogliere i CD e gli diede un'occhiata: Ariana Grande, The Weekend e Fifth Harmony.

Bleah

Li rimise al loro posto e vide, al bancone, Pete e Brendon, che parlavano amabilmente.

Che cazz- mi segue?

-Hey, Ryan!- Brendon lo salutó.
Il ragazzo deglutí, si incamminó e in poco tempo si trovó al bancone, con Pete che lo guardava con un sopracciglio inarcato.

-Non ti facevo il tipo da pop, sai?- Chiese Brendon.
-I-io? Nonono... Che vai a pensare?- Ryan rilasció un risolino isterico.

-Ma... Eri nel reparto pop...-
Brendon lo guardava con uno sguardo inquisitore e Ryan si sentiva sottopressione. Non sapeva neanche perché, non vedeva il motivo di questo nervosismo. Ma le sue mani sudate parlavano per lui.

-No, Bren, Ryan ascolta roba forte! Sai, roba tipo Clash, Pink Floyd, Beatles... Vero Ry?-

Il moro sembrava stupito.
Ryan non sarebbe stato in grado di dire se positivamente o negativamente. Nel dubbio, era diventato una statua di cera.
Pete aveva una faccia da wedding planner ed un ghigno inquietante.

In tutto questo, una ragazzina sui tredici anni si infiló tra Ryan e Brendon con un vinile dei Doors, pagó e se ne andó ammiccando a Pete.

-Allora? Volete giurarvi amore eterno davanti al Padre Eterno (cioé me, ovvio) oppure volete iniziare ad ocheggiare sul fatto che vi piace la stessa musica?-

Oh, Peter, sempre cosí delicato.
Ryan sembró riscuotersi e disse
-Beh, davvero ti piacciono i Beatles?- Il suo lato da fanboy stava per prendere il sopravvento.
Pete si era dato una sberla in faccia, cosí, come per dire: ma se te l'ho detto io adesso tu... Io ci rinuncio.

-Sí, li adoro!-
-Ommio Dio! Ommio Dio!-
Pete stava cercando una corda con cui impiccarsi per mettere fine alla sofferenza delle sue orecchie.

-Ma allora c'é qualcuno a cui piace la vera musica! A tutti qui piace Justin Bieber!-
-É vero, i giovani d'oggi non sanno nemmeno chi é John Lennon!-
Pete la corda non l'aveva trovata, per cui stava cercando di trafiggersi con un paio di forbici.

-Pete, ma che fai?- Brendon non immaginava minimamente che la causa del tentato suicidio di Pete fossero state le sue urla femminili.

-Niente, tornate a fare... Quello che stavate facendo, non curatevi di me! - Quest'ultima parte la disse con un'aria drammatica degna delle migliori attrici di Hollywood.

-Che dici se usciamo?- Chiese Ryan, con un sorrisetto.
-Tutto pur di non vedere il mio migliore amico soffrire!- Rispose Brendon, il sarcasmo traboccava da tutti i pori.
-Ahah, che ridere- Pete roteó gli occhi al cielo.
-Ciao Petey! Ah, e ricorda che devi dirmi quella cosa!- Ryan gli fece un occhiolino prima di andare, seguito dall'altro ragazzo.

- Ma cosa?- Chiese questo.
-No, niente...- Rispose vago Ryan.



Mai na gioia ** RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora