Mi destai d'improvviso, facendo cadere dal letto l'album e la matita, che rotolò sotto la scrivania. Mi girai verso il comodino e spalancando gli occhi vidi che erano già le 9:15: era tardissimo. Avevo messo ben due sveglie, ma non ne avevo sentito nemmeno una. Velocemente mi proiettai di fronte all'armadio cercando di togliermi il pigiama il più in fretta possibile. Dovevo essere in ufficio alle 9:30 e normalmente non sarebbe stato un problema, ma non avevo la più pallida idea di quanto fosse lontano da casa mia e quanto ci avrei impiegato con i mezzi pubblici. Dopo aver preso un cambio dall'armadio mi fiondai in bagno lavandomi i denti e pulendomi il viso a tempo record. Corsi giù per le scale cercando di non capottarmi e correndo notai un bigliettino attaccato alla porta della cucina, diceva:
"Ho preparato la colazione, ci vediamo stasera per cena. Alice"Un pensiero carino da parte sua prepararmi la colazione, ma la mia indole da ritardataria non mi aveva consesso il lusso di consumare il primo pasto della giornata. Dall'attaccapanni presi la giacca e mentre ancora me la stavo mettendo aprii la porta ed uscii. A causa della fretta inciampai sul gradino d'ingresso e caddi faccia avanti. Per fortuna ero riuscita ad attutire la caduta portando le mani davanti a me. Anche se mi ero fatta male non avevo assolutamente tempo per leccarmi le ferite, erano già le 9:25. Oramai era chiaro che sarei arrivata in ritardo, ma volevo comunque raggiungere l'ufficio il più in fretta possibile, quindi velocemente mi rialzai. Nel silenzio di quel momento sentii una risatina provenire di fianco a me e quando mi voltai vidi James, appoggiato alla porta di casa che si teneva stretto lo stomaco dal ridere.
< Ti conosco solo da due giorni, ma ti ho già vista cadere due volte > la sua fastidiosa risata mi infastidì molto soprattutto in quel momento.
< Mi fa piacere che ti diverta... perché io non so dell'umore adatto per ridere > risposi indispettita io, ripulendo i vestiti dalla polvere < Inoltre non posso sprecare tempo prezioso a scherzare con te .... non ho nemmeno cominciato a lavorare e penso che mi licenzieranno ancor prima di vedere chi sono>
< Per quale motivo dovrebbero farlo, se nemmeno sanno chi sei> James si appoggiò alla ringhiera, guardandomi curioso di sapere ogni cosa.
Io ricambiai il suo sguardo e per un attimo pensai di ignorarlo e correre in città, ma non lo feci. Non potevo fare a meno di parlare con lui, anche solo per pochi minuti. < Perché mi sono alzata tardi ... dovevo essere là alle 9:30, che dovrebbero essere esattamente ...> presi il telefono dalla tasca e guardai l'ora < Adesso >
Il mio primo giorno di lavoro ed ero in ritardo, davvero una gran bella figura. Frustrata calciai il suolo, imprecando in italiano e p provocando lo stupore di James, che non capiva ciò che stavo dicendo. Anche se avessi preso il mezzo pubblico più veloce del mondo non sarei mai arrivata in tempo, dovevo rassegnarmi all'idea che non avrei mai lavorato in quell'ufficio e che tutta la fatica che mia mamma aveva fatto per mandarmi qui, non era servita a niente. Sapevo che prima o poi avrei rovinato tutto, una città non puoi cambiare ciò che una persona è realmente, io sarei rimasta così per tutta la mia vita dovevo solo rassegnarmi all'idea ed accertarlo. Con la cosa dell'occhio vidi James che mi fissava, era pensieroso e forse aveva visto chi ero realmente: una persona inaffidabile ed incapace di assumersi delle responsabilità.< Andiamo! > James si alzò dalla posizione in cui era, avvicinandosi alla macchina.
< Dove .... vorresti andare? > domandai con curiosità, avvicinandomi alla ringhiera.
< Al lavoro, dove po'. > mi fece cenno di andare da lui e di salire sulla sua Porsche due posti < Ti ci porto io >
< Tu vorresti portarmi ... al lavoro? > chiesi indicando la macchina con un dito < Con quella? >
< Perché no, abito qui da sempre so quali strade ci faranno risparmiare tempo > con il telecomando elettronico aprì la macchina e di seguito anche il cancello metallico < Hai forse paura della velocità? >
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My London dreams
Fanfiction" Una sola persona puó cambiare la tua vita ". Questo è ciò che Elise ha imparato trasferendosi a Londra e quella persona si chiama James, il suo affasciante vicino di casa. Sarà colui in grado di scuotere il suo animo, sgretolando le barriere che...