5. Treachery

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 "Ho dovuto imparare a proteggermi da chi mentre mi tradiva, mi diceva 'fidati'." 

Fumai ancora e ancora. A dire il vero non sapevo quante sigarette avessi ormai fatto fuori, ma poco importava. 

"Ti devo parlare" avevo scritto per messaggio a Calum, al quale non ricevetti nessuna risposta. 

Mi torturai il labbro inferiore mentre ormai quasi tutti gli studenti stavano entrando per iniziare quella mattinata di lezioni, a cui non avrebbe mai prestato una reale attenzione. O almeno vale per me, oggi, torturato dall'ansia.

Aspirai l'ultimo tiro a quella sigaretta dal mozzicone moscio e umido, come l'aria che circolava in quel cortile. Quella mattina c'era parecchia nebbia, quell'umidità che spinse ai miei capelli ad arricciarsi come non mai. 

Tornai con i piedi per terra non appena vidi il mio migliore amico venirmi incontro. 

Non ricambiò il mio sorriso, non saltellò verso di me. Anzi, le sue gambe lo mandavano spedito con furia da me. 
Gli occhi scuri inespressivi.

Mi si gonfiò il cuore prima di sgonfiarsi in modo malsano.
Il senso di colpa, la vergogna che si facevano spazio in me senza pudore.

Poi arrivò.

"-Non lo dovrai dire a Colomn.- biascicai in modo così lento che fece scoppiare dal ridere entrambi. I suoi occhi verdi, circondati da adorabili rughe, scrutarono i miei divertiti. 

Annuì mentre ghignava con aria maliziosa e mi sollevava la maglietta. Mi ritrovavo a cavalcioni sul suo busto ormai nudo, muscoloso e le sue mani erano occupate ad esplorarmi il mappamondo che non era altro che il mio corpo. 

Il mio ultimo drink, offerto da Irwin, era rovesciato sulle sue lenzuola ma questo non faceva altro che farlo ridere di più."

Bruciore e pizzicore si presentarono sul mio viso, sul mio occhio destro per precisare. Piegai la testa all'indietro per il colpo appena ricevuto.

Il mio migliore amico mi aveva appena colpito.

Sbattei con la testa contro il muro prima di ricevere un altro colpo duro sullo stomaco, che mi fece piegare in due.

-Ashton Irwin, eh? Davvero?!- urlò con rabbia mentre cercavo di alleviare il dolore con le mani, a coprirmi la sofferenza ma risultò tutto inutile.

Un altro colpo che mi fece mancare il fiato.

-Smet-t- fui interrotto da un'ennesimo pugno sullo zigomo. Cercai di supplicarlo, di smetterla, ma la sua rabbia era implacabile.

Mi sentii a pezzi, in ogni senso. 
La lacrime uscivano calde fuori dai miei occhi come fiumi in piena, il mio corpo era inerme e urlava aiuto insieme ai miei polmoni. 

"-Grazie, tesoro.- e quella voce roca mi fece mugolare contro il cuscino, facendomi spostare dall'altra parte. Mi rotolai nelle coperte mentre quell'odore sconosciuto entrava nel mio naso delicatamente. 

-Succhi davvero bene, principessa.- sentii ancora prima di spalancare gli occhi. Mi misi velocemente a sedere. Con sguardo perso guardai dapprima il mio corpo nudo che veniva scoperto dal lenzuolo arancio impegnato a cadermi, poi l'attenzione andò a quella figura riccia, alta, dalle spalle larghe che usciva velocemente dalla porta.

Il mio cuore pompò male, mi regalò fitte che mi incendiavano dentro..o era l'amarezza? Il pentimento?

Avevo davvero fatto questo ad un amico?"

18th September || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora