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<<Ciao Yuri, sei bellissima!>> ringrazio Jin salendo sulla sua macchina; da quello che mi ha raccontato è una mostra d'arte di un suo amico. <<Non sono mai stata in una galleria.>> confesso.

<<Come mai? Non dicevi che amavi l'arte?>>

<<Sì, però non ho mai avuto la possibilità di andare.>> Guardo fuori dal finestrino, il cielo che si colora di tonalità violacee

<<Sarà la prima volta allora>> il suo sorriso è gentile.

La galleria è piena di persone, tutti sono in gran tiro. Le pareti bianche fanno risaltare i quadri appesi e i cristalli sopra di essi creano dei giochi di luce.

Stupendo.

<<Vieni, ti presento il mio amico.>> Jin si dirige verso un ragazzo con i capelli viola; il suo abbigliamento è molto più sportivo rispetto alle altre persone.

<<Namjoon!>> lo chiama Jin

<<Ehi, sei venuto.>> dice abbracciandolo <<e lei è la famosa Yuri?>>

Guardo Jin per poi abbassare lo sguardo sul pavimento nero, sento le gote arrossire.

<<E' bella!>> sbotta Namjoon e gli rivolgo un sorriso <<I tuoi quadri sono belli.>>

Lui ringrazia e continua a parlare con Jin.

<<Ehm... amico, lo sapevo...>> guarda oltre le nostre spalle, quando ci giriamo, l'unica cosa che vedo è una ragazza: bellissima, con un abito rosso aderente che fascia magnificamente il suo corpo. I capelli biondi le ricadono sulla schiena e il volto ha un sorriso mentre ci raggiunge.

<<Jin, da quanto tempo.>> Lei lo abbraccia ma lui non sembra ricambiare, anzi, sembra a disagio.

<<Ciao Amber, lei è Yuri.>> quando mi presenta, lei non mi degna di uno sguardo, è troppo occupata a sorridere e ad avvicinarsi a Jin.

La serata passa molto in fretta, Amber non accenna ad allontanarsi da noi: ci segue come un cagnolino anche se Jin cerca in tutti i modi di starle lontano.

Quando siamo in macchina mi faccio coraggio e sperando di non sembrare invadente, domando: <<E' la tua ragazza?>>

Lui mi guarda scioccato, poi abbassa gli occhi.

Ho paura della risposta.

<<No, la mia ex ragazza.>> Risponde alla mia domanda, ma non mi tranquillizza molto.

<<E' bella...>> Mi spingo sempre più vicino alla portiera, per far sì che ci sia molto più spazio del dovuto tra noi.

Nel tragitto non parliamo più, l'unica frase che dice quando esco dalla sua macchina è: <<Buona notte.>>

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