Chapter 4
"Ragazzi si è svegliata?"
Con una tonalità del tutto sussurrata una voce roca si ode nelle mie orecchie, dei passi seguono questa domanda.
Sono sveglia ma troppo debole per aprire gli occhi e rendermi partecipe in quella discussione riguardante senza dubbio la sottoscritta.Scosto un po' la testa e apro flebilmente gli occhi trovandomi tre persone attorno a me intente ad osservarmi come fossi un quadro.
I miei occhi appena aperti ne adocchiano un paio castano chiaro a me sconosciuti fino a quel momento." Come stai?" Domanda Gigi seduta al mio fianco. Mi volto dalla sua parte annuendo come per sottolineare un meglio.
Mi sistemo nel letto e afferro con le mie mani la mia testa un poco dolorante."Vinc, Zay potete lasciarci un minuto da sole?" Domanda, osservo i due annuire e fare passi indietro sino a richiudersi la porta alle spalle.
Sospiro poggiandomi nuovamente sul cuscino.
Il rumore assordante della porta si fa spazio nell'incombente silenzio. Fisso il quadro appeso in camera mia constatando ogni particolare a me finora sconosciuto."Che cosa ti è preso?"
I miei occhi si accentuano sul quadro accanto a quello adocchiato poco fa, ridacchio silenziosamente fissando tutte quelle varie linee indefinite vaganti senza incontrarsi.
"Perché ridi? Rispondimi."
Domanda con un tono insolitamente pacato, ridacchio più forte e mi volto verso di lei, non dandogli più le spalle.
"Va via, subito!" Un sorriso a trentadue denti compare sul mio viso, le indico la porta e con uno sguardo fulmineo le suggerisco prontamente cosa è meglio per lei. Fa come le dico, portandosi le mani alle tasche e camminando verso l'uscita, mi guarda attentamente non prima di aver chiuso quella porta in legno alle sue spalle. Chiudo gli occhi all'assordante rumore e, appena sento quei piccoli passi allontanarsi prendo un cuscino fra le mie mani stringendolo forte e avvicinandolo verso il mio viso, urlando e lasciando fuoriuscire amare lacrime.
La stanza sembrava vuota e l'atmosfera era contornata da un silenzio tormentoso, si udiva solo quel rumore provocato dai soliti aggeggi appesi in camera. Il ticchettio dell'orologio a pendolo situato dietro la mia stanza si mischiava con quella moltitudine di rumori che sembravano piacevoli, ma particolarmente mi irritavano.
Fissavo il soffitto bianco mentre non muovevo d'un centimetro le parti del mio corpo. Le imposte della finestra non facevano altro che sbattere fra di loro, delle volte questa casa sembrava davvero insolita e inquietante.
Prima di comprarla ci avevano raccontato la sua originale storia, ma allora non ci credetti constatando fosse una delle solite storie ideate per attirare probabili acquirenti.
Adesso però, con il susseguirsi di atti insoliti, e non mi riferisco ai vetri che prendono a sbattere senza motivo perché quello è il vento, la mia idea sembra cambiata.
Sono successe piccole cose che hanno contribuito a farmi vedere questo posto con occhi differenti.Ciò che successe fu un omicidio a sangue di cui io non volli sapere i particolari, ma più avanti feci una ricerca approfondita.
In questa casa viveva una normale coppia: una donna e un uomo, essi erano molto felici dato che si erano appena sposati ed avevano acquistato questa casa per iniziare una nuova vita insieme.
Qualche tempo dopo,però, per questioni lavorative, la donna dovette trasferirsi in Francia.
Fu allora che l'uomo, con la troppa solitudine, e con il passare del tempo cambió atteggiamento, inizió a comportarsi in modo strano e sadico, e con il passare del tempo raggiunse l'apice della follia.
Fece una cosa insolita, inizió a fare il gelataio ambulante e quindi iniziò a vendere i gelati con uno di quei soliti carretti colorati che i bambini tanto amano, ecco chi erano le sue vittime: i bambini.
Li conduceva in casa sua, aveva una certa attrazione per i bambini tanto che a causa di questi divenne pure sadico, ma la cosa che fece maggiormente preoccupare era che adorava cucinare carne umana, in poche parole era un cannibale. Prima di morire in prigione fece delle confessioni, smembrava i cadavere e seppelliva parti del corpo in cantina. Tagliate a pezzi, in parte mangiate; le teste conservate in frigorifero o in giro per l'appartamento, come altre membra.
Alcuni dicevano che questa era solo una piccola parentesi ingrandita a dismisura di quella casa, altri che stare in quella casa portava alla pazzia.
Sinceramente io non ho mai creduto a tutte queste dicerie, però quando alcune scene quotidiane mi mettono alla prova alcuni miei pensieri non volutamente cadono lí.Improvvisamente, scacciando via i pensieri fra la leggenda e la realtà le mie labbra divennero asciutte e mi venne sete, sposto la mia testa verso destra per afferrare la mia solita bottiglietta.
"Cazzo."
Impreco quando mi accorsi che era diventata vuota e, di certo non lo era stato per magia. Ridacchio sola per l'assurdità pensata e appena poggiati i piedi su quel gelido pavimento esco da quella che definivo camera mia.
A piccoli passi scendo quelle scale tortuose che non portano mai al piano inferiore. Mi manca qualche scalino ma resto dubbiosa se scenderlo o meno a causa di alcune voci che colgono la mia attenzione." Mi sta facendo preoccupare! Fa quasi paura, non sta molto bene.." Sento una voce femminile parlare e mi rendo conto si tratti di Gigi.
"Ragazzi, non so. Sta cambiando, sembra stia diventando.... Pazza."
A quella rivelazione mi porto una mano al petto. Io? Io sto benissimo, non è vero. Non può pensare questo di me. Piccoli fiati escono dalla mia bocca ma io poggio una mano su di essa per evitare che mi scoprino qui ad origliare.
"Prima rideva senza motivo, il suo sguardo era agghiacciante... ragazzi."
"Vedremo di parlarle noi."
"No Zayn! Non voglio, ho intenzione di chiamare un ospedale psichiatrico anche ora stesso."
Quella frase mi stende e, cercando di mantenere un comportamento corretto cercai di non soffermarmi molto su ciò. Ma il mio istinto sembró prevalere su tutto, scesi le scale di fretta e furia.
"Io non sono pazza"
Corsi via da quella casa aprendo la porta velocemente e scappando via da quella situazione imbarazzante. Non può pensare così, sono solo innamorata perdutamente e gelosa come non mai, e lei è così cieca da non vedere che mi sta uccidendo.
I miei pensieri cadono su Vincent e Zayn, solo dopo constato sia lui il suo ragazzo.
Cosa ho combinato? Io non sono pazza, ma di certo agli occhi loro lo sono sembrata e, cazzo non me lo potrò mai perdonare.
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Your hands on me [SOSPESA]
Fanfikce"Siamo padroni del nostro destino, ma non della nostra destinazione." Non era un semplice college, non era un semplice incontro, non era una semplice cotta. Non era una semplice cittá ad accomunare quei due ragazzi. Era un qualcosa che andava avant...