V
"Una persona che non deve assolutamente sapere che siamo qui", rispose la voce.
«E chi...», sussurrai, ma la voce mi interruppe subito:"No, non parlare, finirai per farci scoprire. Io sono nella tua testa, ti basta formulare un pensiero chiaro e riuscirò a sentirti."
Allora non mi sbagliavo, quella voce era veramente nella mia mente!Ubbidii:
"Chi è questa persona? E tu chi sei? Cosa ci fai nella mia testa? E come diavolo sono riuscita ad arrivare fin qui?!"Passò del tempo prima che la voce rispondesse e per un attimo credetti di essermi immaginata tutto. Poi, risuonò forte e chiara nella mia mente:
"Sono una coscienza che è finita per errore nel tuo cervello. Fatti bastare questo per il momento. Ora dobbiamo pensare a cavarci fuori da questo impiccio, o congelerai."Sospirai, frustrata. Il suo modo vago di rispondere alle mie domande mi infastidiva. Però aveva ragione: non potevo continuare a stare lì. Il sudore aveva preso a ghiacciarmi addosso e iniziavo ad avere freddo.
"Ok", replicai, "Qualche idea?"
"E' abbastanza ovvio, non ti pare?"Il mio cuore perse un colpo. Certo che era ovvio. Se non potevo entrare all'interno sarei dovuta scendere dall'esterno.
"E' impossibile, non ce la farò mai!", risposi, spaventata.
"Rilassati", mi disse la voce, "ti dirò io come fare. Sei solamente al terzo piano dell'edificio, non sarà così lungo.""Ma non posso passare dalla stanza? Farò piano, non sveglierò nessuno...", provai a chiedere.
"Scordatelo. Prima di tutto, il tizio all'interno è molto pericoloso. Secondo, si accorgerebbe subito della nostra presenza. Terzo, se entrassimo il tuo Armlet verrebbe registrato. Cosa dirai al tuo capo quando ti chiederà come mai risulti uscita dall'hotel alle quattro di notte senza essere mai entrata? Che sei sonnambula?"Repressi un moto di stizza. Aveva di nuovo ragione.
"Va bene, facciamolo.", dissi."Bene", mi rispose la voce, "innanzi tutto, scavalca la ringhiera del balcone. Tieniti ben ancorata con le braccia, altrimenti rischierai di cadere."
Col cuore in gola, mi avvicinai al bordo della ringhiera. Mi imposi di tenere lo sguardo fisso sulla barra di metallo, senza mai guardare giù. Sapevo che se lo avessi fatto non sarei stata più in grado di scendere. Mi ancorai alla sbarra, stupendomi di come le mie mani fossero ferme, e scavalcai. Una ventata di aria fredda mi scompigliò i capelli mentre poggiavo il secondo piede sulla barra inferiore del balcone.
"Brava", commentò la voce, "ora fai scivolare le mani un po' alla volta verso il basso, cercando di arrivare il più vicino possibile ai piedi."
Le braccia mi tremavano per lo sforzo, ma strinsi i denti e eseguii le sue indicazioni.
"E adesso?", domandai.
"Adesso lascia andare i piedi.""Cosa?! Sei impazzita?!"
"So perfettamente cosa ti sto dicendo. E si dà il caso che io sia un maschio.", mi rispose piccato, "Ora sbrigati. Se continui a perdere tempo tra un po' inizierà ad albeggiare."Il cuore prese a martellarmi nel petto. Non poteva dire sul serio.
"Ascoltami", continuò la voce con un tono più dolce, "so quello che faccio. Fidati di me."
"Ho altra scelta?", gli risposi, caustica.
"Beh, no", ribatté. Era una nota di divertimento quella che avevo percepito?
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Wave Dimension [SOSPESO]
Science FictionE' possibile fidarsi di una voce dentro la propria testa? Ed è possibile innamorarsene? In un distante futuro, Psyche è una giovane e remissiva receptionist che ogni mattina si sveglia in un posto diverso con strani segni sul corpo. Presto scoprir...