IX

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IX


Psyche sentì le gambe cedere. Il suo sguardo saettò alla ricerca di una panchina su cui sedersi per riprendersi, ma non ne vide alcuna. Per ovviare il problema, si sedette sul bordo del marciapiede. Tremava.

"Oh, andiamo, non puoi fare tutte queste scene. Mica ho detto che voglio ucciderlo! E poi, tu nemmeno lo conosci.", commentò C-5.

La ragazza sbarrò gli occhi: "E' tuo fratello! Come puoi anche solo concepire dei pensieri del genere?!"

"No, Psyche", disse lui freddamente, "mio fratello è morto sei mesi fa. Quello che vedi è solamente l'involucro in cui era".

"Ma che stai dicendo?", chiese la giovane, mentre automaticamente il suo sguardo andava verso C-3. Il cyborg aveva superato la stazione allontanandosi di parecchio e si era ridotto a un puntino in lontananza.
"Quello che dici non ha senso!"

"Ha molto più senso di quello che sembra. Capisco che sia difficile per te comprenderlo, ma ora sei troppo scossa perché io ti possa spiegare tutto nel dettaglio. Quando ti sarai calmata e saremo in un posto più tranquillo, ti spiegherò tutto nel dettaglio."

"No", rispose la ragazza. Il cuore iniziò a martellarle nel petto, il respiro ad accelerare.

"Cosa?", domandò il cyborg, che aveva percepito la strana reazione della sua ospite.

"No!", ripeté lei, adirata. Si alzò in piedi di scatto, il sangue che le ribolliva nelle vene.

"Non ti permetto di fare quel che ti pare e piace senza darmi uno straccio di giustificazione. Sono stanca di brancolare nel buio e di non capire assolutamente niente. Perciò, o ora mi dici tutto quello che c'è da sapere, oppure non farò mai più nulla di quello che mi dici di fare, anche a costo di stare sveglia finché respiro! Sono stata chiara?"

Una parte di Psyche si stupì di se stessa. Non le era mai capitato di arrabbiarsi così, tantomeno impuntarsi. Aveva sempre cercato di essere diplomatica nella vita. Si era sempre accontentata di aspettare, di risultare sconfitta, di non guadagnare niente.
Ma questa volta si era davvero stancata.

Percepì lo stupore del cyborg davanti alla sua reazione e se ne compiacque. Per la prima volta in vita sua aveva vinto.

"Scusami", rispose infatti C-5, "il fatto è che non riesco a parlarne."

"Non ti fidi di me", rispose Psyche. La sua non era una domanda.

Il cyborg esitò.

"Non ti preoccupare C-5", disse dolcemente la ragazza prima che lui potesse rispondere, "lo capisco. Però io mi sono fidata di te. Mi sono fatta guidare da te mentre mi arrampicavo giù da un palazzo, ho fatto tutto quello che mi dicevi, ti ho ascoltato. Tutto questo non merita un po' di fiducia nei miei confronti? E poi", aggiunse, "se dobbiamo cavarci fuori da questo impiccio dobbiamo collaborare."

"Va bene", cedette finalmente C-5, "ti dirò tutto"

"Bene", rispose soddisfatta Psyche. Si sedette nuovamente su marciapiede, in attesa.

"Quello che ti sto per dire dovrai tenerlo per te stessa e basta. Non farne mai parola con nessuno. Sono informazioni pericolose che, nelle mani sbagliate, potrebbero portare a grossissimi guai. Le persone coinvolte sono molto pericolose."
"Non dirò mai nulla a nessuno", rispose Psyche, certa che avrebbe mantenuto la promessa.
"Ottimo.", disse C-5, compiaciuto.


"Il mio creatore si chiamava James Geeker. Era quello che può essere considerato un genio, anche se lui si era sempre definito un semplice scienziato.
Era però pieno di debiti e per questo iniziò a lavorare per le persone sbagliate. Terroristi, spacciatori, contrabbandieri... costruiva armi e dispositivi per loro. Ma i soldi che guadagnava non erano mai abbastanza per estinguere i suoi debiti.
Fu allora che venne ingaggiato.

Wave Dimension [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora