Amelia

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A quattordici anni mi dilettavo a leggere la filosofia, la studiavo per la scuola ma la leggevo per il mio sapere, per passione. Un giorno, scoprì Socrate e leggendo attentamente ogni parola rimasi lì, ferma, la bocca un po' aperta per la troppa curiosità, per la concentrazione e per lo stupore che provavo in quel momento. Tutti i filosofi parlavano di verità, di legge, inventavano o argomentavano pur di avere ragione, pur di fare verità. Ma davanti una questione così grande, così importante solo Socrate seppe rispondere, e la sua risposta mi porta ancora oggi a pensare alla magnificenza delle sue parole.
Parlò di metodo introspettivo. Facile a dirsi, difficile a farsi.
La risposta per ogni domanda sta dentro di noi, la verità risiede dentro noi, dobbiamo solo tirarla fuori e mostrarla ad altri.
Ma veramente è così facile leggersi dentro quando non lo si vuole fare?

Sin da piccola mi ritrovavo a pensare, lo sguardo chino al pavimento, e la mia mente navigava in mille posti differenti. I miei pensieri erano così complicati che detti a voce alta sembravano estremamente semplici, non conoscevo parole adatte per narrarli, e se sapevo farlo preferivo evitare. E così, cominciai sin da piccola a mentire, un po' per me e un po' per gli altri.
Ero la bambina dal primo banco al centro, pronta ad ascoltare ed imparare, ma sempre con quegli occhioni spalancati a fissare il vuoto, quegli occhi marroni/neri così grandi che ne hanno viste tante ma raccontano poco.
Pensavo che un po' tutte le bambine di tanto in tanto restavano appartate a riflettere, a domandarsi.
Pensavo che tutte le bambine si rispecchiavano in Hanna Montana e pensavano che lei fosse la più bella di tutte.
Pensavo che tutte le bambine vedevano Streat Football e che avevano una crush per Celeste. Perché, diciamolo, non era una gran figona?
Pensavo che tutte le bambine, e dico tutte, senza distinzione dalla più bella alla più timida, dalla più simpatica alla più intelligente avessero questi problemi. Eppure per me non erano problemi.

Io pensavo, mi è sempre piaciuto riflettere, capire, eppure a volte ciò che mi sembrava più bello in assoluto diventava la mia tortura più grande: ciò che mi creava sgomento interiore.

La verità non era la mia realtà.

Così, un giorno decisi di smetterla, e isolai i miei pensieri, le mie emozioni, le mie reazioni, misi da parte me prendendo in considerazione gli altri.

Che si fa se ciò che sembra normale non lo è?
Ero sbagliata ma facevo finta di non saperlo, come quando si sbaglia a scrivere e tutto si corregge con il cancellino, si copre la parola errata scrivendone una esatta. Questa ero io.
Una parola coperta di bianco e riscritta, così come piace a gli altri.

Mi ritrovavo davanti un'altra scelta. Una importante.

Solo con Elisa fin'ora ero riuscita a sciogliermi completamente. Con lei ero me stessa ed era tutto perfetto. Eppure la perfezione non esiste così come non esiste il per sempre, infatti la persi, così come si perde distrattamente una penna, un giorno c'è e quello dopo no.
Credo sia stata la cosa più bella di sempre, seppur non lo sapeva.

E adesso, davanti questi occhi da cerbiatto mi ritrovo a riflettere come faceva anni fa quella bimba spensierata, e per una volta voglio essere positiva. Voglio vedere il meglio nelle cose, ma sopratutto, voglio essere davvero felice.

Le sorrisi, avevo preso la mia decisione. Non ci fu bisogno di parole, uno sguardo, mani intrecciate e un bacio, casto ma dannatamente passionale.

Amatemi, due aggiornamenti in un giorno!
L'ho fatto solo perché vi voglio bene e perché avevo voglia di far parlare Amelia AHAHAH

Vi piacciono questi capitoli pieni di pensieri o preferite quelli pieni d'azione?

PS. Vi ricordo che l'offerta è ancora validaaaa! Suddai, smuovetevi e andate a colorare quella stellinaa!

E come al solito fatemi sapere che ve ne pare🎈


PS. Potete andare nel profilo di CrystalHatena e seguirla? Leggete la sua ultima storia ne vale veramente la pena, ve lo giuro!😍

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