4 capitolo- Charlotte

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"no ti prego,alzati,ti prego non te ne andare" urlai.
"Sei la mia vita sorellina,non dimenticarmi mai,dovrai essere forte per la mamma e il papà" le sue parole,facevano male,facevano male per una bambina.
Una bambina che amava più della sua stessa vita suo fratello.
"Ti prego nooo!
Dio,perchè devi farmi questo?perché?" Dissi tra la disperazione e il dolore.
E poi tutto diventò nero,le mie urla,i miei pianti.
Io lì,sola,con il mio dolore.

Mi svegliai completamente sudata,con le lacrime che coprivano il mio viso.
Era così straziante,ogni volta lo stesso incubo.
Sembrava quasi che alla vita gli piacesse vedermi soffrire.

Provai ad alzarmi dal letto ma niente,non ci riuscii,e mi rannicchiai su me stessa,per cercare di fermare quel dolore atroce che sentivo al cuore.

Sentii bussare ma non risposi e poi vidi mia madre entrare,con un espressione assai preoccupata.

"Piccola,ti ho sentito urlare..
È sempre lo stesso vero?" Chiese,pur sapendo già la risposta.
"Mamma vattene,voglio restare da sola,per favore,esci" dissi con fare freddo.

Non parlavo mai di quello che mi accadeva,anche se sapevo,che i miei genitori,capivano fin dall'inizio.

Mia madre,senza proferire parola,si girò e uscì dalla mia camera.

Stetti ancora un po' per le mie.
Poi,però,mi alzai e mi andai a fare una doccia.
Avevo bisogno di una doccia per togliere i pensieri negativi  dalla mia testa.

Mi recai in bagno e svolsi la mia solita routine.
Appena finito di lavarmi,andai in camera per prepararmi.

Stavolta scelsi un reggiseno bianco di pizzo e una mutanda bianca.
Indossai un paio di jeans bianchi,a vita alta,strappati alle ginocchia,e una semplice felpa nera.
Indossai le converse nere,e mi misi un po' di mascara.

Fatto ciò,presi la cartella,e scesi giù in cucina.

"Buongiorno piccola,dormito bene?"
Mi chiese papà,sicuramente la mamma non gli aveva raccontato nulla.
"Buongiorno papà,e buongiorno anche a te mamma" dissi per poi dare un bacio ad entrambi.

Detto ciò,li salutai e mi incamminai verso scuola.
Appena uscita da casa,aspettai di essere abbastanza lontana,in modo che non mi vedessero,e mi accesi una sigaretta.

Dopo cinque minuti arrivai davanti scuola e buttai per terra il mozzicone.
Mi sedetti sul solito muretto e aspettai Luna.

"Ehi brunetta,allora per oggi?
Ti passo a prendere alle 8 eh,mi raccomando non farmi aspettare" disse qualcuno alle mie spalle.
Avevo già capito di chi si trattasse,era Alex.
"Senti,prenditi meno confidenza nei miei confronti" dissi schietta.
"Quindi per oggi?" Ripetè di nuovo.
"Va bene,ti aspetto alle nove,questo è il mio indirizzo,e sia chiaro,dopo oggi,massima distanza tra noi"
"Vedremo"disse con un sorriso malizioso.

Non lo ascoltai minimamente,e me ne andai,senza neanche salutarlo.

Arrivata in classe mi accorsi che Luna non era seduta al suo solito posto.
Ma dopo neanche qualche secondo eccola lì,sulla porta,era così bella una ragazza bassa,poco più di me,con dei capelli biondi,ed occhi verdi.
Ma soprattutto aveva un carattere meraviglioso.

Venne verso di me,e la feci sedere.
"Come mai così tardi?
Solitamente arrivi prima di tutti" dissi con curiosità e preoccupazione.
"Ero con Jackson,scusami"rispose.
"Jackson?" Chiesi perplessa.
"Oh scusa,non te ne avevo parlato..
Jackson è il mio ragazzo" disse,e per un momento le brillarono gli occhi.
"Wow,non lo conosco,ma sono felice per voi" dissi sorridendole.

"È il fratello,di Alex,il ragazzo con cui ti sei scontrata il primo giorno in cortile" disse.
"Ah bene,speriamo non abbia lo stesso carattere"dissi,infastidita dal sentire quel nome.
"No no,anzi,Jackson è tutto l'opposto di Alex" disse sorridendo.
"Oh meno male"le risposi,per poi mettermi le cuffiette e ascoltare un po' di musica.

Ad un certo punto mi ricordai che stasera,sarei dovuta uscire con Alex.
Non mi importava più di tanto,visto che avevo deciso,che dopo stasera,sarebbe stato lontano dalla mia vita.

La giornata passò in fretta,e una volta che la campanella suonò per annunciare che erano le 13:00,presi lo zaino e uscii.

Mi incamminai verso casa.
Una volta arrivata,cercai le chiavi nel mio zaino,ed aprii la porta,ad attendermi c'erano i miei genitori.

Li salutai dandogli un bacio sulla guancia,e salii in camera mia.

Mi riposai un po',mi ci voleva proprio qualche ora di dormita.
Visto che mi era rimasta tutta la pesantezza della sera prima,sulle spalle.

Quando mi alzai erano le 18:40,tra più di un'ora mi sarei dovuta vedere con Alex,e io non ero neanche pronta.

Mi alzai,e andai a farmi una doccia,una volta finito,andai in camera e mi vestii.

Scelsi un paio di brasiliane nere,e un reggiseno di pizzo nero.
Misi una gonna a vita alta nera,le calze color carne,una maglietta bianca,che misi nella gonna,e un paio di scarpe nere tacco 10 cm.

Mi truccai leggermente,mettendo un po' di mascara,e un rossetto rosso.

Quando finii di prepararmi,erano le 19:55;bene cinque minuti e sarebbe arrivato,ed io ero perfettamente pronta.

Sentii suonare il campanello,e andai ad aprire.
Sull'uscio della porta c'era lui.
Cazzo quanto era bello.
"Ehi brunetta,sei da mozzafiato oggi"disse spalancando gli occhi.
"Zitto,e andiamo" dissi arrossendo di sottecchi.

Mi aprì lo sportello della sua BMW nera metallizzata.
Lo ringraziai e salii.
Dopo qualche minuto arrivammo davanti a un ristorante,scendemmo,e dopo aver percorso il corridoio di entrata.
Andammo al nostro tavolo.

Ci sedemmo,ed ordinammo.
"Buonasera signori,cosa desiderate ordinare?" Chiese un cameriere,con fare molto cordiale.
"Per me un insalata di mare,e risotto alla crema di scampi,grazie" dissi.
"Per me invece,una pizza margherita,un misto di mare,grazie" disse invece,alex.

"Arrivano subito"disse il cameriere per poi andare via.

Poco dopo,tornò,con i piatti che avevamo ordinato poco prima.

"Allora..raccontami di te" dissi mangiando un boccone del mio antipasto.
"Suppongo tu sappia già tutto di me,non serve che te ne parli,disse con fare freddo.
"Mah.." dissi rimanendo di stucco,e continuando a mangiare.

Finimmo di mangiare in silenzio,e poi Alex pensò al conto,una volta pagato ci alzammo e ci dirigemmo verso la macchina.

Ad un certo punto lo sentii mormorare con un filo di voce..
"Sono così,a causa del mio terzo fratello.."
A quelle parole rimasi,di stucco.
Non avevo sentito mai parlare di un terzo fratello.
E forse immaginavo anche il perchè.
Questo avrebbe spiegato i suoi modi di fare.

Salimmo in macchina rimando in Silenzio,durante tutto il viaggio di ritorno.

Due ragazzi,con lo stesso dolore che li accomuna.
Due ragazzi,che forse,neanche si sopportano.
Capivo il suo dolore,perchè era lo stesso che provavo io.

ho paura di essermi innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora