capitolo 10 -Alex

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rimasi lì fermo, mentre lei mi urlava quanto le facessi schifo, poi la fido andare via, non pensavo che questo potesse farmi tanto male.

sentii una fitta al cuore, faceva male, troppo.
non riuscii a fermarla, non so neanche io il motivo esatto, so solamente che l'ho lasciata andare.
avrei voluto spiegarle, dille la verità, ma era come se le parole non mi uscissero dalla bocca, vederla in quello stato mi aveva lasciato di stucco, non pensavo davvero di poterla ferire così tanto.
se lo avessi saputo, se avessi saputo che era diversa dalle altre, che non era come tutte,avrei combattuto per lei.
ma forse me lo merito, forse non merita vo una come lei.

Poco dopo sentii squillare il telefono, mi accostai al comodino per leggere chi fosse, e vidi che era David, presi il telefono e risposi.

"Ehi amico, ho visto che non rispondervi ai messaggi e quindi ti ho chiamato, allora? È andato tutto bene? Te la sei fatta?" disse tutto tranquillo, dio non avevo mai odiato nessuno, tanto quanto odiavo lui in quel momento.
"no, non me la sono fatta, caro amico, sei un porco David, per una volta,per una fottuta volta, pensa a qualcos'altro, impara ad essere serio" dissi incazzato.
non gli diedi neanche il tempo di rispondere e riattaccai.
mi distesi, e rimasi sul mio letto, a fissare il soffitto finché non mi addormentai.

mi svegliai con le urla di mia mamma che mi avvertiva che la cena era pronta, mi alzai dal letto, e mi diressi in salone.
mi se detti a cena con i miei genitori e mio fratello, e cominciai a mangiare.

"allora? Come sta andando a scuola?" mi chiese la mamma.
"come sempre" risposi sgarbato.
"cos'hai?" chiese preoccupata, guardo nella direzione di mio padre e poi nella mia.
"non sono cose che ti riguardano" risposi.
mi alzai dalla tavola, misi al suo posto la sedia, e andai in camera senza neanche finire di mangiare.

mi distesi e mi misi a dormire, domani sarebbe stato venerdì, per fortuna avrei potuto rivederla..

Vidi la barella passare davanti ai miei occhi..
lui era lì, disteso, era bianco, era morto.
faceva male, malissimo, mamma che piangeva, io che ero rimasto lì, fermo, con una fitta al cuore che faceva malissimo..

Mi alzai, tutto sudato, e con un mal di testa atroce.
scesi dal letto, apri i il comodino e presi un'aspirina.
poi mi distesi, e mi addormenta i di nuovo,tre ore e mi sarei dovuto alzare per andare a scuola.
meglio che risposi se non voglio andare stanco.
mi girai più e più volte nel letto, non a mettevo di pensare a lei..
lì, ferma, l'avevo ferita, l'avevo umiliata, fatta sentire uno schifo, mi dovevo far perdonare, non potevo perderla.
piano piano,tra un pensiero e un altro mi addormenta i definitivamente senza sognare, o fare incubi.



Questo è il decimo capitolo, spero ci piaccia!😘
se vi piace lasciate una stellina!😉
baci💋
Martina.

ho paura di essermi innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora