6 capitolo- Charlotte

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Resto lì, seduta, mentre ascolto il rumore della sua auto allontanarsi.
Non capisco il motivo per cui se la sia presa tanto; ci conosciamo da pochissimo tempo d'altronde.

Che cosa avrò detto di sbagliato?
Possibile che non mi abbia capita?
Io non capisco proprio..

Tra un pensiero e un altro mi ricordo che avrei dovuto avvisare la mamma e il papà, quindi decisi di chiamare la mamma.

"Pronto??" Rispose mia madre al secondo squillo.
"Mamma, senti, scusami se non ti ho avvisato, visto l'ora che si è fatta, me ne sono proprio dimenticata; comunque potreste venire a prendermi, sono alla spiaggia in cui andiamo ogni estate" dissi.
"Si,certo,arriviamo subito piccola" disse,sembrando molto più contenta ora.

Poco dopo,la mamma arrivò, e ce ne tornammo a casa.
Faceva un po' freddo ultimamente, quindi la mamma aveva pensato di portarmi un giacchino.

Me lo appoggiò sulle spalle e io gli diedi un bacio sulla guancia.

Nessuno era come mia madre, gentile, premurosa, bella, e simpatica; papà era davvero fortunato a stare con lei.

Arrivati davanti la nostra casa,o meglio il nostro appartamento, mi diressi direttamente in camera mia, feci una doccia molto veloce, misi il pigiama e scesi a cena con i miei genitori.

Stavolta la mamma aveva cucinato molte cose buone, c'erano spinaci e broccoletti qua e là, otto hamburger, tanti tipi di salse e per di più la pasta alla carbonara.
Solitamente non avevo molto appetito ma oggi mangiai davvero molto.

Una volta che ebbi finito,aiutai la mamma a sparecchiare, e caricare la lavastoviglie, e poi filai dritto in camera, dando ad entrambi la buonanotte.

Una volta arrivata in camera presi il mio cellulare e decisi di chiamare Luna, peccato che però non avevo il suo numero.
Quindi decisi di scrivergli su facebook, la cercai tra le migliaia di persone e la trovai dopo una buona mezz'oretta di ricerca; cliccai su messaggio, e le scrissi.

"Ehi Luna, scusami se ti disturbo, ma volevo chiamarti per scambiare due chiacchiere, ma poi mi sono accorta che non avevo il tuo numero"
Le scrissi affiancando al messaggio un cuoricino rosa.
La risposta però, non tardò ad arrivare.
"Ehi Charlotte, non disturbi affatto, e si, scusa ma alla fine ci siamo dimenticate di scambiarceli, e poi oggi non sei venuta a scuola" diceva il suo primo messaggio.
"Tieni questo è il mio numero" disse scrivendomi il suo numero.
"Ora ti chiamo,okey?" Le scrissi.
"Va bene,ti aspetto" scrisse.

Poco dopo feci squillare il telefono, ed infatti al secondo squillo rispose.
"Ehi Charlotte,tutto bene?" Mi chiese.
Si si, a parte per il fatto che oggi è stata una giornata molto pesante, posso dire che va tutto bene" dissi tirando un sospiro che dichiarava la mia stanchezza.
"Raccontami tutto dai, sono curiosa, cos'è successo di tanto stancante???" Disse alquanto curiosa dall'altra parte.

Cominciai a raccontarle tutta la mia giornata, stemmo per più di un'ora al telefono, le raccontai del parco, dell'abbraccio con Alex, del bacio, del mio rifiuto, e della sua reazione.
E alla fine mi disse..
"Charlotte oddio,non posso credere a quello che mi stai dicendo.."
"Non ho detto nulla di strano secondo me" dissi confusa.
"Ti rendi conto che lui è cotto di te?
Charlotte, fidati, io lo conosco bene, sono la sua futura cognata, sto sempre con lui e suo fratello, lui è cotto di tee!" Disse urlando dalla felicità.
"Di me? Ma dai, non dire sciocchezze luna!" Dissi ridendo.
"Lo vedremo domani!"disse,decisa più che mai.
"Va bene,allora ci vediamo domani a scuola,buonanotte" dissi con fare dolce.
"Buonanotte tesoro" disse dolcemente.

Riattaccai e impostai la sveglia al telefono per poi posarlo sul comodino al lato destro del letto.
Guardai il soffitto per un po' di tempo,in cerca del sonno,ma niente non riuscivo proprio ad addormentarmi.
Mi rigirai più e più volte nel letto,ma niente,cosi decisi di ascoltare un po' di musica.
Dopo un bel po' finalmente sentii la stanchezza impossessarsi del mio corpo,e finalmente riuscii ad addormentarmi.

"no ti prego,alzati,ti prego non te ne andare" urlai.
"Sei la mia vita sorellina,non dimenticarmi mai,dovrai essere forte per la mamma e il papà" le sue parole,facevano male,facevano male per una bambina.
Una bambina che amava più della sua stessa vita suo fratello.
"Ti prego nooo!
Dio,perchè devi farmi questo?perché?" Dissi tra la disperazione e il dolore.
E poi tutto diventò nero,le mie urla,i miei pianti.

Di nuovo quell'incubo,non ce la facevo più,mi alzai di scatto,tutta sudata,e con il battito cardiaco accelerato.
Guardai il telefono e notai che erano solo le 2:15 del mattino.
Cercai di calmarmi,di riprendere fiato.
Ad un tratto,a spezzare il silenzio fu l'urlo di mia madre.
Scesi di corsa dal letto,aprii la porta leggermente.
Dalla cucina si sentivano delle voci maschili,scesi le scale in modo molto silenzioso,e li vidi da lontano..
Erano loro..
Gli stessi di quella notte..
Oddio,ti prego,fai che questo sia un sogno.
Corsi subito in camera e chiusi la porta.
Ma poi pensai che stavo sbagliando,l'ultima volta non sono riuscita a salvare mio fratello,ma stavolta sarei riuscita a salvare la mamma.

Andai in modo silenzioso in camera di papà.
Aprii l'armadio,e presi la sua pistola con cui lavorava.
Scesi giù in cucina,e accesi la luce.
Li vidi in volto,erano loro,non potevo sbagliarmi,avrei potuto riconoscerli pure a metri di distanza!

Mi misi,davanti alla mamma,mentre puntavo la pistola contro quei quattro.
Troppi per combattere da sola.
Chiesi alla mamma di aspettarmi e di cercare di tenerli calmi.
Andai di sopra per chiamare il babbo,entrai in camera e lui era già in piedi..
"Lo so,piccola,ho sentito,loro vogliono me,vogliono me non voi,non preoccuparti farò di tutto per proteggervi" disse e uscì dalla camera senza dire altro.
Ero confusa,non capivo di cosa stesse parlando.
Uscii dalla stanza,ma prima che potessi entrare in camera mia,vidi salire mio padre,ma era strano,troppo teso,aveva paura per me.
Si mise in ginocchio,e solo a quel punto vidi l'uomo alle sue spalle,lo stesso della pistola,lo stesso di quella sera.
Sentii una fitta allo stomaco.
Mio padre tra una lacrima e l'altra mi disse..
"Amore di papà,tu lo sai che il tuo babbo ti ama vero? E lo sai che anche la mamma ti ama vero? Beh ecco appunto per questo non devi abbatterti mai,ma piuttosto devi sempre andare avanti.
Per favore non andare in cucina,non voglio che tu rimanga scioccata,chiama l'ambulanza quando tutto sarà finito,e promettimi che non ti dimenticherai di noi" disse guardandomi negli occhi,sempre più disperato.

Non volevo,perchè immaginavo cosa stesse succedendo,non volevo perderli.
Tutto ad un tratto ci fu silenzio.
E mio padre quasi in sussurro disse..
"Ti amiamo piccola"
"Anche io vi amo" dissi piangendo.
E ad un certo punto,non si sentì nulla,solo uno sparo.
Era lì,sdraiato sulla moquette,con il sangue intorno,l'uomo che ridendo si girò e se ne andò.
Io,da sola,li inginocchiata accanto al corpo di mio padre,con le lacrime che non smettevano di scendere.
Le mie mani insanguinate,chiamai di corsa l'ambulanza,ma non feci in tempo,perchè l'uomo di prima tornò in dietro e mi prese con la forza.

"Lasciami,ho detto che devi lasciarmi" dissi urlando e dimenandomi dalla sua stretta.
"Stai zitta,ora ci penseremo noi a te,almeno qualcuno ti insegnerà come tenere la bocca chiusa" disse al quanto incazzato.

Dove l'avranno mai portata?
Che le faranno?
Qualcuno la salverà?
Spero che vi piaccia😉
Baci e stelline💋
Muah💋
Martina.

ho paura di essermi innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora