5 capitolo- Alex

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Ieri è stata una giornata lunghissima,per non parlare poi della serata passata con la brunetta,alla quale mi accorgo solo adesso di non aver chiesto come si chiama.

Arrivati davanti casa di lei,non mi scomodai neanche a scendere per accompagnarla.
Aspettai che scendesse,ma prima di andare disse..
"Capisco il tuo dolore,ma cerca di essere forte.
Buonanotte!" Disse con fare serio.

Nella notte notai i suoi occhi spenti,avevano un non so che,di simile ai miei.
Vicino a lei sembrava quasi che il dolore,facesse meno male.
E questo mi spaventava.

Non le risposi neanche,e ripartii subito dopo,aver premuto sull'acceleratore.

Arrivato a casa,presi le chiavi dalla tasca dei pantaloni ed entrai,la casa come al solito era deserta.
I miei non c'erano quasi mai in casa,erano sempre a lavoro o a delle feste.
Si scordavano persino di avere un figlio.
Andai al piano di sopra,e mi chiusi in camera.

Poco dopo,vedendo che non riuscivo a chiudere occhio,decisi di farmi una doccia,forse mi avrebbe aiutato.

Andai in bagno,mi spogliai,e feci una doccia calda.
Stetti sotto il getto d'acqua più o meno quindici minuti.
Quando finii,uscii dalla doccia,e mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita,e andai in camera.

Misi i soliti boxer della Calvin klein bianchi,e mi infilai il pigiama.mi infilai sotto le coperte.

Provai a chiudere occhio,ma niente non ci riuscivo affatto.
Sembrava che qualcosa si divertisse a tenermi sveglio.

Provai a infilarsi le cuffiette ed ascoltare un po' di musica,ma niente,neanche questo mi aiutava.
Cercai di addormentarmi in tutti i modi ma non ci riuscii.

Dopo vari tentativi però,riuscii ad addormentarmi.
Ero davvero molto stanco.

"Ci scusi signora,suo figlio è morto" disse il medico,mantenendo la discrezione nel dare informazione ai parenti.
"Come è successo?" Disse mia madre tra le lacrime.
"Signora,dall'autopsia risulta che sia morto d'infarto,e inoltre,risulta che il paziente abbia avuto lesioni gravi cerebrali" disse molto preoccupato il dottore.
"Cosa sta insinuando?" Disse mia madre agitandosi un po' troppo.
"Nulla signora,non sto insinuando nulla,sto solo cercando di capire se il ragazzo subiva atti di violenza." Disse il dottore.

Ad un certo punto vidi la barella passarmi davanti,con i dottori che correvano,e qualcuno che urlava..
"Portatelo in ambulatorio per l'ultimo controllo"

Mi svegliai tutto sudato,e che puzzavo in modo assurdo.
Ogni sera sempre lo stesso sogno non ce la facevo veramente più.
Erano tre anni ormai che continuava questa storia.
Mi stava distruggendo dall'interno.

Mi alzai e scesi in cucina a farmi un caffè,bevvi in silenzio,e mi andai a fare la doccia,dovevo prepararmi per andare a scuola.
Anche se oggi non ne avevo davvero voglia.

Mi lavai e vestii in poco tempo,verso le 7:40 uscii da casa e presi la strada che portava alla mia scuola.
Ma decisi che per oggi non sarei entrato.
Quindi mi diressi al solito parco dove andavo ogni mattina.

Camminai per un po',sentivo i piedi doloranti,e avevo il fiatone,quando arrivai trovai una panchina vuota e mi sedetti.

Mi accesi una sigaretta e fumai per un po'.
Poi ad un certo punto vidi passare davanti ai miei occhi la brunetta;non sapevo davvero se fermarla o meno,ma dopo il mio comportamento della serata prima,mi vergognavo.

Riuscii a prendere un po' di coraggio,e riuscii a fermarla prima che se ne andasse.
"Ehi,scusa,ti andrebbe di farmi compagnia?" Dissi cercando di riprendere fiato.
"Ehi,buongiorno alex.
Certo,con piacere." Disse con fare abbastanza freddo,anche se nei suoi occhi rifletteva un po' di dolcezza.
Ci andammo a sedere ad una panchina e ci mettemmo a fumare.

"Ecco..ieri..non era mia intensione.." dissi cercando di spiegarmi.
Ma invano purtroppo.
Non sono mai stato bravo con le parole,anzi,tutt'altro,ero completamente negato con esse.
"Oh..beh tranquillo,ti capisco" disse cercando di rasserenarmi.
"Grazie,davvero" dissi,dandogli un lieve bacio sulla guancia.
A quel gesto lei diventò rossa e indietreggiò.
"Ho sbagliato qualcosa percaso?" Chiesi perplesso.
"Oh no,scusami,ma nessuno mi aveva mai baciato la guancia,oltre alla mia famiglia.
"Non hai fratelli o dei genitori?" Chiesi un po' stranito.
"Si.." rispose quasi più a se stessa che a me.

Vidi di nuovo quello sguardo spento.
Giuro non potevo vederlo.
Già bastava il mio,non volevo che pure lei stesse così.
Che poi perchè si portava questo dolore dentro?
Non glielo avevo chiesto,ma ero curioso.
Cosa potrebbe aver mai spento il sorriso e gli occhi di quella ragazza?

"Perchè continui a starmi tra i piedi..?" Chiese lei quasi sottovoce.
"Non chiedermelo,ti prego,perchè non lo so neanche io.." le risposi.
"Mi dispiace per tuo fratello." Mi disse,e dopo queste parole mi abbracciò.

Non era un abbraccio normale,comune;era un abbraccio unico,non aveva paragoni.

Questo tipo di abbraccio sapeva alleviare il dolore in modo assurdo.

Ricambiai l'abbraccio.
Sapevo che non mi sarei dovuta affezionare a lei.
Perchè ero più che sicuro che se lo avessi fatto,l'avrei persa come Ryan.

E questa cosa mi faceva male.
Molto male.

Il suo gesto mi colpii,profondamente,ma mi piaceva.
I suoi capelli profumavano di vaniglia.
E i suoi abbracci sapevano di disperazione.
Ma non capivo che tipo di disperazione fosse.

Ad un certo punto mi ricordai della scommessa fatta con David,e lì mi sentii proprio un vigliacco,mi feci davvero schifo,ma dovevo farlo,non avrei mai perso.

Mi avvicinai al suo orecchio e le dissi..
"Seguimi"
"Dove andiamo?" Chiese perplessa.
"Ti porto in un posto dove non serve sognare" le dissi sorridendole,andammo a casa mia,presi la macchina e la portai alla spiaggia più vicino.
Le avrei fatto vedere il tramonto e poi me la sarei fatta.

Arrivati in spiaggia,ci sedemmo sulla sabbia.
Nessuno dei due parlava.
Solo qualche sguardo ogni tanto,ma neanche una parola.

Dopo un po',arrivò il tramonto.
Era mozzafiato.
Non posso crederci.
L'ultima volta che ne ho visto uno è stato prima che mio fratello morì.

Mi avvicinai leggermente e le sfiorai la mano,e la vidi contrarsi;mi avvicinai ancora di più le portai i capelli dietro l'orecchio e piano piano arrivai faccia a faccia con lei.
Sentii il mio battito accelerare,era un effetto strano,ma poi la baciai,era un bacio dato con passione,chiesi accesso con la lingua,alla sua bocca,e lei me lo permise.
La sdraiai sulla sabbia,le infilai la mano nella maglietta e cominciai a palparla,ma ad un certo punto la sentii dire..
"Basta"..
"Scusa ma non me la sento" disse sincera.
"Ah,mi dispiace,davvero.
Scusa ora devo andare,prendi un autobus,ci vediamo domani a scuola" dissi per poi andarmene.

Non so neanche io perchè me l'ero presa.
La conoscevo appena,anche se forse,ci ero rimasto male a causa del rifiuto.
Avrei dovuto aspettarmelo,dopotutto la conosco poco e niente,non so nulla di lei.

Detto questo,premetti sull'acceleratore e partii,senza una meta precisa,ma ero sicuro che per oggi non sarei tornato a casa.

#Oggi ho deciso di regalarci un doppio.
Spero vi piaccia,buona lettura😘
Baci e stelline💋#
Muah💋

ho paura di essermi innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora