Suocere & Fiabe - Capitolo 16

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Suocere & Fiabe - Capitolo 16


24 Gennaio.

Ore 9:17


V's POV.


«Arrivati...» un sussurro di una voce calma e dolce mi riporta alla realtà.

Alla dura realtà.

Alla realtà della mia emicrania.

Non è possibile stare così male.

Non è possibile che il mio mal di testa sia aumentato così tanto e così improvvisamente, anche perché avevo preso una pastiglia prima di uscire.

E in un momento siamo arrivati a casa. A casa mia.

Ma come ho fatto ad arrivare fin qui?

Forse hanno sperimentato il teletrasporto con me quest'oggi, anche se, non credo sia possibile.

Non ricordo il tragitto sull'autobus, ricordo solo di aver ringraziato quel meraviglioso ragazzo, gli ho anche chiesto se era effettivamente sicuro di portarmi a casa. Ce l'avrei sicuramente fatta ad arrivare fin qui da sola, ma non saprei dire quando e soprattutto in che stato. Ma... Giusto, c'è un enorme ma.

Qualcuno mi ha portata a casa.

Una sorta di angelo che ora è qui con me.

Virginia hai appena dato dell'angelo a Matteo.

Sì, forse sarebbe meglio santo.

Santo Matteo, suona anche bene e gli si addice perfettamente.

Mai nessun ragazzo si è prodigato in questo modo per me.

Mai nessuno ha fatto quello che lui ha fatto per me ora.

Virginia devi ammettere che quando hai mal di testa non è che ti diverti ad andare in giro...

Piccoli dettagli.

Ma per lui questo ed altro, soprattutto per come si sta comportando e si è comportato fino ad adesso.

Un ragazzo d'oro.

Davvero.

Marco l'ha tenuto nascosto troppo a lungo, prima o poi mi arrabbierò con lui.

Ok Virginia, basta pensare.

Alza la testa e dì qualcosa.

No, non voglio alzare la mia testa che è comodamente appoggiata alla spalla di Matteo.

Provo almeno, magari è passato.

No, pessima idea.

Rimango appoggiata qui che è meglio.

Stai sfruttando Matteo come se fosse una sorta di divano, lo sai vero?

«Grazie Matteo. Davvero grazie.» dico questo.

Non so che altro dire. O sto sognando o è tutto reale e questo ragazzo me lo sposo prima o poi.

«Non ti preoccupare. Dove sono le chiavi?» chiede lui con una voce morbida.

«Nella borsa. Ma non devi salire per forza. La biblioteca. Lo studio.»

Cosa diamine ho detto?

O forse farfugliato?

Odio il mal di testa, lo odio con tutta me stessa.

Cos'ho vaneggiato?

Non ricordo neanche quello che ho detto.

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