26-la mia passione per sempre

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È il giorno seguente al mio diciannovesimo compleanno. Ed è da tanto che non ballo. In preda alla depressione, sono sdraiata a letto mentre fisso una mia foto appesa davanti a me: una bambina undicenne con il tutù di un piccolo cigno, mentre posa sulle punte.
Brynn, si è ripresa del coma, ma sta facendo riabilitazione, e non potrà più ballare; e la capisco: in un modo diverso, ma anch'io sono stata allontanata.
Non so quando potrò tornare in compagnia, sempre che me lo permettano.
Proprio quando mi starei per mettere a piangere, una piccola scintilla mi scaturisce nella testa: vedo le mie scarpette abbandonate nell'angolo della mia stanza, e le fisso un secondo.Ancora con il pigiama addosso, mi alzo, e ho il coraggio di prenderle in mano: pensavo che dopo il trauma subito, non avrei mai più pensato di fare una cosa simile, nonostante stare lontano dalla mia passione mi distrugga.
Eseguo un relevè , sentendomi i piedi ormai arrugginiti che hanno bisogno di tornare a danzare.
Mi siedo lentamente per terra, e dopo aver contemplato per un po' le mie scarpette me le infilo ai piedi. Mi sembra strano. Una lacrima di disperazione mi spunta dall'occhio, pensando all'ultima volta in cui le avevo calzate . A distanza di un anno, mi sento come una bambina che va alla sua prima lezione di danza.
Quando mi alzo in piedi, e tendo la punta, mi guardo allo specchio: sono bianca come un cencio, in pigiama, le occhiaie che mi incorniciano gli occhi e i miei lunghi capelli trascurati, ma le scarpette cambiano tutto. Mi è rimasta una linea delle gambe da ballerina, e le punte mi rendono me stessa. Così mi sento a mio agio.
Prima di iniziare, traggo un sospiro profondo : sono determinata. Lascio da parte gli errori commessi in passato, e mi concentro solo sulla danza, sentendomi piena di energia.
Prendo la concentrazione, e alzandomi sulle punte eseguo due pirouettes di fila . Può sembrare banale: non ho fatto nulla di che. Ma per me è qualcosa di veramente importante: mi sento pronta, e voglio tornare. Ho appena eseguito una perfetta pirouettes sulle punte,dopo aver passato un anno sdraiata a letto a piangere.
Io devo tornare in compagnia.
Frettolosamente, mi infilo un paio di scarpe, e la mia tuta. Cerco di sistemarmi i capelli nel miglior modo possibile, ed esco di casa , sapendo perfettamente chi cercare, e dove.
Mi incammino attraverso Central Park, tenendo a mente un indirizzo che mi ero segnata già diverso tempo fa.
Una volta giunta sotto quel portone, tiro un sospiro per farmi coraggio. Non me ne andrò. Così pensato, inizio a far scorrere il sito sul citofono d'ottone di uno dei più belli palazzi di Manhattan. Il nome che sto cercando, è quello di Madame Marylin, e lo trovo all'istante .
Spalanco il portone, salendo timidamente la scalinata. Non posso credere a quello che sto per fare.
Probabilmente, sprecherò solo delle ore preziose, ma ne vale la pena.
Mi piazzo di fronte alla porta di Madame, e schiaccio a fondo il campanello.
Devo aspettare qualche secondo, prima che la porta venga spalancata bruscamente. E lì, non posso più tirarmi indietro.
Madame Marylin, assume un espressione sconcertata quando mi vede, forse è anche un po' impietosita dal mio aspetto. E anche io, sono stupita di trovarla così.
Porta una tuta di seta grigia, i capelli raccolti disordinatamente, e sotto braccio ha un numero di Vogue.
《 cosa ci fai qui? 》mi domanda bruscamente.
Io deglutisco. Non so cosa dire. Sono ancora leggermente adirata con lei, per come mi ha tradita in precedenza .
《 dammi 5 minuti, almeno questi me li devi》
rispondo io tono di tono. Lei sospira, e mi lascia accedere in casa sua. È un ambiente grande e lussuoso, ma poco moderno, ovviamente.
Mi tolgo il cappotto, e mi siedo sul divano, insieme a lei.
《 Madame》 inizio
《 io non posso continuare così 》 mentre lo dico, sento una lacrima che mi sta per fuoriuscire dall'occhio, ma la trattengo con la forza.
《 Noelle. Ne abbiamo già parlato. Sei fuori dalla compagnia, e devi abituartici 》 mi dice.
Io scuoto la testa.
《 e se non fosse così? E se la danza fosse così importante per me da non riuscire a starne fuori?》dico .
Madame Marylin mi guarda intensamente.
《 sei troppo condizionabile, guarda in cosa ti sei cacciata. 》risponde.
《 Brynn, non potrà più ballare》aggiunge, quasi volesse farmi venire i sensi di colpa. Ma io ho la coscienza pulita.
《 Io voglio tornare. Lo voglio con tutto il cuore》 spiego, alzandomi dal divano. Era la frase per cui sono venuta.
《 saresti preparata a tornare, e trovarti al centro di paure e pettegolezzi di tutti? Saresti pronta a vivere magari altre rivalità? 》 domanda. Evidentemente, lo sta dicendo in modo ironico . Pensa che io non sia più all'altezza.
《 Madame Marylin 》inizio
《 lei sa cosa mi ha spinto a venire qui? Io non riesco a stare senza danza. Ho fatto anni di carriera per arrivare qui, sudando a lavorando in modo da essere perfetta. Non può capire: io amo quello che faccio. Sono una di quelle ballerine orgogliosa di avere i piedi rovinati, e che in estate al posto di andare al mare si esercita sulle pirouettes... e mi dispiace, che lei non sia d'accordo. 》
Dopo il mio discorso, vedo l'espressione di Madame che si addolcisce, notando le lacrime che mi scendono degli occhi. Cala il silenzio, interrotto dal suo sospiro. Mi guarda.
《 presentati in accademia alle 6 domattina, sii puntuale. 》 mi dice. È una frase semplice, fredda, ma importante. E io, ancora sconvolta, rimango in piedi nel mezzo del salotto, la bocca semi spalancata e le mie immancabili lacrime, ma stavolta di gioia.


Vi è piaciuto il finale ? Spero di si.
Votate la mia storia, mi raccomando, e leggete i ringraziamenti...



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