Prologo

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Harry’s Point Of View

Stava seduto con un’inconsapevole grazia su una panchetta nera e lucida, la mani poggiate leggermente sui tasti bianchi e neri del pianoforte di fronte a lui. 

Aveva capelli ricci e scuri che gli scendevano ai lati del viso squadrato ma morbido, trattenuti da una fascia a quadretti. La fronte era lasciata scoperta e il ciuffo che altrimenti l’avrebbe nascosta era fermato al di sotto della fascia. Indossava un maglione verde scuro e pantaloni neri attillati. Ai piedi portava degli stivali che osservati in un altro contesto sarebbero risultati inadeguati per un ragazzo, ma su di lui stavano insolitamente bene.

Teneva gli occhi verdi fissati su uno spartito, e spostava velocemente lo sguardo da un punto all’altro dei fogli, per studiarli e memorizzarli, mentre si passava la lingua sulle labbra rosse e screpolate a causa del freddo. 

Inspirò piano e cominciò a muovere le dita sottili sui tasti del piano, facendo risuonare nell’aria i suoni che essi producevano. Era una melodia dolce e sicura.

Poi iniziò a cantare. Aveva una voce grave, potente e intonata, un po’ roca, ma piacevole.

Apriva e chiudeva piano la bocca per formulare le parole che si apprestava a cantare, e la sua voce si fondeva con la musica quasi fossero una cosa sola. Non c’era nessuno in casa, ed era quello il motivo per cui poteva dare sfogo ai suoi sentimenti e alla sua frustrazione senza dover seguire legittime ma estremamente irritanti regole di convivenza.

Sentì una vibrazione provenire dalla tasca dei suoi jeans. Era un messaggio.

Sei pronto? Sto per arrivare a casa’

Se era pronto? No, non lo era affatto. 

Ripose lo spartito su un tavolino e chiuse il pianoforte.

Era teso, nervoso, agitato ed emozionato. Aveva paura.

Aveva deciso di farsi un tatuaggio, così, su due piedi. 

Si buttò sul divano accompagnato da uno sbuffo.

Lo voleva davvero, ma leggendo il messaggio di Zayn aveva sentito un brivido percorrergli la schiena; avrebbe fatto male? 

Sarebbe stato il suo primo tatuaggio, e non voleva che finisse in tragedia.

Zayn gli aveva assicurato che il dolore sarebbe stato relativamente facile da sopportare, e che era anche probabile che gran parte di quel dolore, sarebbe stato causato dalla semplice suggestione. 

Non ne era molto sicuro, ma si era fatto forza e, deciso a voler dare una svolta alla propria vita, alla fine aveva chiesto all’amico di accompagnarlo a fare il tatuaggio nello stesso posto in cui questo si era fatto fare i suoi.

Un suono metallico proveniente dalla porta dell’appartamento lo riportò alla realtà e alzandosi si diresse verso la porta per aprirla, rivelando dietro di essa un ragazzo alto e magro, i capelli scuri come gli occhi, e un ciuffo tinto di biondo che svettava sulla fronte. Indossava dei semplici jeans neri, una maglietta leggera e una giacca di pelle, che gli donava un’aria da duro. Ai piedi portava delle Converse nere.

-Hey Haz!- lo salutò.

-Ciao Zayn- sussurrò guardando oltre le spalle dell’amico.

-E’ tutto ok? Sei pronto?

-Sì, possiamo andare

-Grandioso!- disse con entusiasmo. -Se hai preso tutto usciamo-

Harry annuì tirandosi dietro la porta di casa e lasciando che Zayn la chiudesse a chiave.

I wish I was a punk rocker with flowers in my hair (Larry Stylinson AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora