Luna Park

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Se trovate un dialogo o un paragrafo particolarmente interessante o emozionante (?) o divertente ditemelo! Vale lo stesso per gli attributi negativi ahah

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«Quindi come pensi di fare?» chiese il biondo con un ghigno eccitato. Quella serata sarebbe stata magnifica, in un modo o nell’altro, già lo sapeva. Si voltò verso Agnieszka in attesa di una risposta e si lasciò scappare una risata, vedendola tutta concentrata sui gusti di gelato, evidentemente indecisa su quale scegliere e terribilmente sotto pressione per l’imminente arrivo del loro turno.

«Aspetta un attimo... cioccolato, cocco e... no, il cioccolato è troppo banale... torta al limone allora... no, ma col cocco non ci sta... e se andassi con la solita stracciatella? sì, mi pare una buona cosa... però il cocco non mi va più, cosa-» venne interrotta dalla ragazza dietro al bancone, che la guardava con un’espressione stufata e infastidita da “ormai” un paio di minuti, che evidentemente secondo lei erano già troppi.

«Ce la facciamo a scegliere?» tese un sorriso, ma era più che ovvio che se avesse potuto l’avrebbe ignorata e avrebbe proseguito servendo il cliente successivo, nella speranza che fosse più deciso di lei. Niall aveva sempre pensato che una qualità fondamentale che una persona doveva avere per essere assunta in qualsiasi posto in cui si vendesse cibo o in cui si facesse da mangiare dovesse essere amarlo, il cibo, in primo luogo. Perchè sarebbe stato tutto più semplice. Una persona che ama il cibo non si infastidisce nel vederti titubante sulla scelta di un gelato, perchè è sicura che farebbe lo stesso fosse nella tua situazione. Anzi, probabilmente ti darebbe dei suggerimenti. Ma no. Era inconcepibile che una ragazza così scazzata e intollerante venisse assunta in un chiosco del gelato, al Luna Park, per altro.

Agnieszka la guardò dall’alto in basso, quasi sprezzante, ripagandola con la sua stessa moneta. Poi disse «Una crepe alla Nutella». Niall ridacchiò silenziosamente e vide “signorina gentilezza” guardarlo e arrossire. In realtà la vide guardarlo, ma non si accorse che arrossì.

«Aga, ci sono anche le crepes? Urca, anche io la voglio!» urlò il biondo come un bambino, gli occhi che se si prestava attenzione si illuminavano. Aveva sempre adorato le crepes, d’altronde, non poteva farci niente.

«C’è scritto lì» rispose lei, e gli indicò il cartello su cui l’aveva letto. Poi si volto leggermente per guardarlo e si avvicinò al suo orecchio, sussurrando «Ma farai bene a chiedergliela con gentilezza, perchè se no finisci male. Si può percepire la sua aura di acidità da chilometri di distanza. Che razza di-»

«Ma che, state insieme voi due?» li interruppe la ragazza, con aria stupita, mantenendo ovviamente la sua aria scontrosa e alzando il sopracciglio destro. «Biondino, sono sicura che tu sia davvero sprecato per lei. Credimi. C’è decisamente di meglio» e la lanciò un’occhiataccia. Agnieszka la ricambiò l’occhiata, con piacere, non aspettando altro, aggiungendoci anche una smorfia beffarda alla fine. Che poi cos’aveva fatto? Ci aveva solo messo un po’ più tempo di forse tutti gli altri clienti messi insieme a cercare di decidersi su che gusti di gelato prendere e poi aveva ordinato una crepe. Neanche avesse deciso di farsi il bagno nella vasca del pistacchio.

«E beh? Che problemi hai? Se anche fosse?» partì in quarta, e si sentirono davvero gli ingranaggi nella sua testa cominciare a girare, quasi fosse un treno d’epoca, tanto erano rumorosi. Non si sentiva né offesa né in imbarazzo, voleva solo mettere le cose in chiaro e dare una bella strigliata a quella ragazza invadente e . E poi si era sempre divertita a mettere in soggezione la gente che la insultava o la guardava male. Era decisamente una cosa che amava fare e che faceva effettivamente con grande maestria e senza sbattere ciglio, particolare ancora più importante. «Ah, ma lo so io, è che ti piacerebbe essere al posto mio eh?» e fu lì che Niall si dovette davvero trattenere del scoppiare a ridere. Sapeva esattamente ciò che stava per fare Agnieszka, ed era davvero molto semplice, più semplice della mente di un bambino. Metterla in imbarazzo, farsi dare le crepes e voltarsi con aria di indignazione. Sarebbe stato indubbiamente un bello spettacolo e Niall sentì di adorare quella ragazza dai capelli rossi ancora più di prima, se possibile. «Ti piacerebbe poterlo baciare e accarezzare e ti piacerebbe che ti dicesse “ti amo” come dice a me, eh? Lo so che ti piacerebbe, lo leggo nei tuoi occhi di scontrosa sciacquetta dai gusti indimenticabilmente penosi. Se avessi fatto bene il tuo lavoro mi avresti consigliato di provare il cono a cinque gusti in omaggio a soli € 2,50 e magari mi avresti anche detto “vedendo la tua legittima indecisione di inviterei a provare Stracciatella, Marron Glacé, Yogurt, Cocco e Torrone” e oh, come avrei accettato. Sarebbe stato davvero un buon consiglio, tra l’altro. E invece tu sei qui a lanciare occhiatine sgradite al mio e ripeto MIO ragazzo senza che nessuno te l’abbia chiesto, trattandomi come se fossi una bambinetta da quattro soldi. E siamo in un Luna Park, gente, dove siamo finiti? Si certo, in un Luna Park, dirai tu, perchè in effetti l’ho appena detto e diresti anche che è un posto proprio adatto alle bambinette come me, ma intendevo dire: dove siamo finiti se quelli che ti servono il gelato non sono neanche più in grado di consigliarti i gusti migliori? E in ogni caso il servizio è piuttosto lento. Ho chiesto una crepe, non ho chiesto una pasta al forno a cento strati!» prese fiato, ma non diede tregua alla ragazza, che la guardava con  un’aria allibita e il viso completamente rosso a causa della figuraccia che le stava facendo fare di fronte agli altri clienti. Non c’era più traccia dell’acidità di prima, in ogni caso, ed era una cosa totalmente positiva. Aveva già vinto, ed era stato fin troppo semplice, a dire la verità. «E già che ci siamo, aggiungi anche un’altra crepe e quello stramaledetto gelato a cinque gusti, Stracciatella, Marron Glacé, Yogurt, Cocco e Torrone. Grazie, sei gentilissima» concluse con un ghigno mascherato da un ghigno ancor più grosso. Insomma, il ghigno interiore era più una grossa risata sbeffeggiante, mentre quello esteriore era evidentemente falso e modellato in modo da sembrare quasi dolce.

I wish I was a punk rocker with flowers in my hair (Larry Stylinson AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora