- Un'ultima volta: vuoi essere mia? -
Lui la trafisse con lo sguardo, tenendole le mani nelle sue, che erano gelide come la pietra sotto i piedi nudi della piccola. Aveva fiamme in quelle pupille, che la fecero tremare e voltare lo sguardo verso la Grève, lá dove sarebbe stata impiccata a beve. La fanciulla scosse la testa, mordendosi le labbra.
C'era uno strano dolore in lei, quello che prova un malato che sa quanto poco tempo gli rimanga da vivere. Lei non era malata, ma sapeva che non le restavano che poche ore, poi sarebbe morta.
I primi raggi del sole cominciavano già ad illuminarli entrambi, poi lei schiuse le labbra. Ciò che uscì dalla sua bocca non era la risposta che il prete avrebbe desiderato.- No. -
Sussurrò, tenendo gli occhi fissi sulla forca. Forse, però, seguirlo le avrebbe permesso di salvarsi la vita e, successivamente, avrebbe pensato a come fuggire.
Sentì l'uomo lasciarle le mani e allontanarsi a passi svelti, ringhiando di rabbia e dolore. Frollo si passò una mano sulla fronte, pronto a raggiungere le guardie armate che, ormai, infestavano Parigi come ratti, alla ricerca della fanciulla, per consegnarla a loro. Ma prima che potesse svoltare l'angolo sentì qualcosa frenarlo, un peso al braccio destro, che lo tirava verso il basso. Non seppe nemmeno lui perché, ma gli venne fatto di pensare che, abbassando lo sguardo, avrebbe trovato Lucifero in persona a tirarlo verso l'Inferno. Oh! Si sarebbe lasciato volentieri trascinare da lui in quella voragine di fuoco e ghiaccio!
Abbassando lo sguardo, però, incontró, invece che le fiamme dell'Abisso, due grandi occhi neri, supplichevoli e spaventati.- Non voglio morire... -
Quelle parole, quasi impercettibili, sussurrate dalla boccuccia di rosa della gitana, ebbero il potere di sciogliere nel petto dell'arcidiacono la rabbia che si era raggrumata poco prima al suo rifiuto. Quel sentimento fluì via dalla sua cassa toracica, attraverso un profondo sospiro. Ciò fece fremere la ragazza, come ogni volta. Quell'uomo la terrorizzava, ma era la sua unica speranza e, ora, si aggrappava a lui, perché questo voleva dire rimanere aggrappata alla vita, che lei tanto amava. Non voleva ancora andarsene: aveva tanti posti da vedere, tante cose da fare e poi doveva tornare dal suo Phoebus, lui che l'avrebbe salvata e protetta una volta per tutte.
Era un giusto compromesso per la zingara: avrebbe assecondato quel prete maledetto, poi sarebbe scappata, appena le acque si fossero calmate, ma, in ogni caso, non avrebbe mai permesso a quelle mani così fredde, a quell'uomo che ripugnava, di toccarla.- Vieni. -
Le disse con voce secca e profonda, che nascondeva il tumulto che provava. Si calò il cappuccio sulla testa e prese la ragazza sotto il suo braccio, coprendola con il mantello, di modo che venisse nascosta ad occhi indiscreti mentre la portava al sicuro. Quella vicinanza scatenò in entrambi due reazioni opposte: l'uno avvampò, scaldato improvvisamente dalla pelle di lei, così vicina e profumata. Gli faceva ribollire il sangue tutta quella bellezza e, se avesse potuto, se solo avesse avuto il coraggio - o la sfrontatezza - per farlo, l'avrebbe presa lì, su quel selciato. Ma no, cosa andava pensando! Quelli erano i pensieri di un uomo che non aveva mai provato i piaceri della carne e a lui non bastava, voleva ancor di più i piaceri dello spirito.
L'altra, invece, era disgustata da quella vicinanza, spaventata da quel mantello nero che, come le tenebre della cella in cui era stata rinchiusa, la coprivano. In più il tocco sulla spalla di lei di quelle mani che, in cuor suo, si diceva, avrebbe poi fatto tagliare dal suo bel Capitano, la faceva tremare coma una foglia al vento. Sopportò, fino a che non si sentì quella mano scendere sulla schiena, con una delicatezza che nessuno, nemmeno i suoi fratelli o Clopin le avevano mai riservato. Eppure tutto ciò le fece rimpiangere il capestro e, se non avesse sentito il rumore degli zoccoli e delle armature tintinnanti farsi sempre più forte e vicino, avrebbe volentieri urlato.
Quella mano sulla schiena fece in modo che lei scivolasse dietro l'uomo, che la fece premere contro il muro, in quella via buia in cui si trovavano. I cuori di entrambi galoppavano nei loro petti, con la stessa velocità, con la stessa paura.
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Odi et Amo
RomanceUna " What If...? ", nel caso in cui Esmeralda avesse preferito salvarsi la vita, piuttosto che la forca. Dal testo: - Ah! Il tuo corpo! - Rise amaramente lui - Cosa me ne faccio di un involucro? Amare il corpo e non lo spirito è una cosa che farebb...