VII pt.1

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Fu strano svegliarsi accanto alla ragazza, con il naso ancora premuto  tra i suoi ricci neri e le braccia a cingerle il corpo. Frollo sentiva  di aver trovato, finalmente, il suo posto nel mondo. Non che la sua vita  di prima non gli piacesse, anzi, ne era sempre stato fiero e poteva  dirsi soddisfatto di aver portato a termine tutti gli obiettivi che si  era posto. Tuttavia, fin dall'adolescenza, si era reso conto di essere  incompleto. Negli anni aveva cercato di riempire quel vuoto con lo  studio, con la religione, con la devozione, ma a nulla erano valsi quei  tentativi. Fino a quel momento non era riuscito a trovare pace, a  sentirsi del tutto soddisfatto, ma ora, con lei al proprio fianco,  finalmente aveva riscoperto quel pezzo mancante del suo cuore, della sua  anima.
Il prete osservò la gitana, facendo scivolare gli occhi sul suo viso,  sul profilo morbido dei seni, dei fianchi. Era così bella e quella notte  sembrava averla resa più donna. C'era qualcosa in lei che lo attirava  ancora di più.
Il petto dell'arcidiacono tremò e lui dovette separarsi dalla giovane,  mettendosi a sedere sul bordo del letto e nascondendo il viso nelle  mani. Cosa aveva fatto? Lei era giovane, fresca, e lui le aveva preso la  verginità, aveva tradito il voto di castità. Dannato. Sarebbe stato  dannato per l'eternità. Digrignò i denti, trattenendo un verso di  frustrazione, che ingoiò. Come poteva sentirsi così scisso nel profondo?  Da una parte la gioia di averla finalmente per sé, dall'altra la  terribile consapevolezza di aver tradito una vita intera dedita al  Signore. Si segnò, svutando il petto con un profondo sospiro.
Esmeralda, intanto, aveva aperto gli occhi ed osservava la schiena nuda  dell'uomo, contando i nei. Non capiva cosa avesse, ma era ovvio che  fosse tormentato. Si mosse piano e con una mano risalì la colonna  vertebrale, fino a passargli le mani sulle spalle e fargliele ricadere  sul petto, stringendolo così da dietro.
Claude Frollo fremette, lasciando che lei premesse la guancia contro il suo viso, per poi prenderle le mani.

- Cosa avete? Ho fatto qualcosa di sbagliato questa notte? Non... Non vi è piaciuto? - 

Lei si era sentita bene con lui e, nonostante il dolore iniziale, poi  tutto era diventato magnifico. Lo sentì scuotere la testa, lo vide  avvampare per un attimo, come se quei discorsi lo mettessero in  imbarazzo.

- No, bambina mia, è stato tutto perfetto. -
- Ma siete pensieroso... -
- Perdonami, non dovrei esserlo. - Le sorrise, voltando leggermente la testa - Stavo solo pensando. -
- Pensate sempre troppo. È per la vostra fede, non è così? Questo credo  di averlo capito, ma poi? Vedo dai vostri occhi che c'è altro. Ditemi. -

Gli lasciò un bacio delicato sulla spalla. Incredibile quanto quella  notte avesse reso naturali quei gesti tanto intimi. Era come se entrambi  avessero capito come era la vita assieme ad un anima affine.
L'arcidiacono prese un respiro profondo, cominciando a parlare.

- Prima di tutto vorrei sapere se ti ho fatto del male. - 
Intrecciò le dita a quelle della ragazza, giocandoci distrattamente.

- Non me ne avete fatto. Beh, all'inizio magari sì, ma è durato solo  qualche minuto, ve lo assicuro. Di questo non dovete preoccuparvi. Vi  avrei fermato o ve lo avrei detto. -
- E non ne sei pentita? - 

La zingara scosse energicamente la testa, ridacchiano sommessamente.

- No, anzi... L'unica cosa è che mi spiace di aver infranto la promessa  che avevo fatto. Così non troverò mia madre. - Esmeralda accarezzò  l'amuleto che portava al collo, con fare pensieroso - Ma ho voi ora.  Siete la mia nuova famiglia e a me questo sta bene. Continuate. - 

Claude Frollo si umettò le labbra. Il pensiero di confidarsi in quel  modo con qualcuno che non fosse Dio gli risultava strano. Se fosse stata  un'altra donna non lo avrebbe mai fatto, ma lei era diversa, unica nel  suo genere, e l'uomo sentiva dal profondo del cuore che solo lei poteva  comprenderlo e portare pace, una volta per tutte, nel suo cuore.

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