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Quei due erano spariti nel nulla. Phoebus  pensò che la strega, probabilmente, aveva riportato all'inferno quel  demonio. O, almeno, ci avrebbe creduto se fosse stato quel tipo d'uomo,  ma sapeva che l'arcidiacono non era uno stregone e che lei non era una  strega, quindi dovevano essere semplicemente sfuggiti sotto il suo naso.  Oh, come era stato possibile? Piegò la bocca in una smorfia, serrando i  denti fino a sentirli scricchiolare, mentre faceva ondeggiare il vino  dentro un grosso boccale.
Lui, che era stato così attento, che bramava di veder adempiuta la sua  vendetta, se li era lasciati scappare così facilmente! Persi, scomparsi  nel nulla! Ormai era un mese che setacciava palmo a palmo Parigi, ma  senza successo. Dove potevano essersi nascosti quegli scarafaggi? Se  solo li avesse avuti tra le mani li avrebbe schiacciati fino a non far  rimanere nulla di loro.
Se solo pensava a come era scappato da quel maledetto prete! Lui, un  soldato, aveva temuto che quel demone potesse ucciderlo e trascinarlo  nei gironi più profondi dell'Inferno. Sì, ne aveva avuto paura e la  ferita lasciata nel suo animo da quello smacco lo rendeva ancora più  feroce, come una belva che, colpita dal cacciatore solo di striscio, si  avventa contro di lui con rabbia maggiore. Lo avrebbe fatto a pezzi, sì.
Aveva già in mente come farli pentire di tutto quello che avevano fatto, ma per il momento avrebbe dovuto aspettare.
Intanto si era sposato e solo lui sapeva quanto quel legame lo  soffocasse. Passava con la moglie molto meno tempo rispetto a quello che  passava nelle taverne e, quando capitava, al Valdamore. Gli andava bene  così, quello a cui mirava erano i soldi e il letto della piccola  ragazza bionda, soldi che stava già spendendo alacremente.

- Dovevate vederlo! Un demonio, signori! Era giunto direttamente dall'Inferno, ve lo dico io! -

Un uomo alzò la voce, seduto in un tavolo in fondo alla sala. Aveva  bevuto, era evidente, lo si capiva dal naso rosso, dagli occhi  annacquati e dalla voce strascicata. Quelle parole, però, fecero rizzare  le orecchie del capitano.

  - E la ragazzina con lui? Una zingara! Secondo me lo ha ammaliato con  una delle sue magie! Era l'arcidiacono, quello di Notre Dame! Lo  conoscete tutti! Sembrava un cagnolino con lei, ve lo posso giurare! - 

Il cavaliere sorrise trionfante. Finalmente aveva una traccia. Il vino  scioglie la lingua degli uomini, li rende liberi dalle inibizioni e  favorisce la verità e quella verità era saltata fuori proprio al momento  giusto. Phoebus si lisciò i baffi.

- Era un uomo così retto e giusto... Dovevate vederlo! Quei suoi occhi  sembravano avere dentro le fiamme di Satana e stava dietro alla sua  gonna come un bambino con la madre! Stregato e dannato, dico io! Peste  di Dio, ve lo posso giurare! -
- Taci, vecchio caprone! Lo sanno tutti che quel prete è tornato all'Inferno da cui proviene e la zingara con lui! - 

Gli abbaiarono contro un paio di uomini, altrettanto ubriachi.

- Che siate maledetti, voi due bastardi! Maurice e Laurent, vi ho  sentito! - sbattè violentemente la bottiglia di vino sul tavolo,  facendone rovesciare un po' sulle assi di legno e sul pavimento di  pietra - Che quel prete vi porti con lui! Non mento, signori miei! Li ho  visti con questi occhi! Corna di Dio, che mi si stacchi la lingua se  sto mentendo! - 

Phoebus prese il proprio boccale, avvicinandosi con il sorriso di un  vincitore all'ubriaco. Gli diede una pacca a mano aperta sulle spalle,  ridacchiando e mostrandogli il bicchiere in segno di saluto, con un  leggero cenno del capo.

- Vecchio mio, questo boccale ve lo offro io. - detto questo glielo posò  davanti, leccandosi avidamente le labbra - Ma dovete raccontarmi dove  avete visto queste due persone, sapete, ho bisogno di incontrarle. - 

Il mercante lo osservò da capo a piedi, per poi scrollare le spalle,  segno che non gli importava per quale motivo volesse sapere di loro,  semplicemente avrebbe parlato sotto giusto compenso, che, in questo  caso, corrispondeva ad un buon vino come quello che era stato lasciato  davanti a lui. Mostrò al soldato i suoi denti sporchi e scheggiati  mentre stirava le labbra in un sorriso affabile. Battè una mano sul  petto dell'ufficiale, il quale sentì arrivargli al naso un forte puzzo  di sudore e alcol.

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