Capitolo 17.

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Ilenya's Pov

Solo il pensiero di averla cacciata nei guai mi inquietava tantissimo, la serata al Kambusa doveva essere uno svago per lei ed invece..
Mi stupisco di Zayn più che altro, il mio ragazzo mi ha raccontato che lui è un tipo che frequenta quasi ogni weekend quel locale, quindi mi lascia una serie di punti interrogativi.

Buttai uno sguardo sul mio orologio notando che erano le dieci del mattino e di Tindari non avevo più tracce.
Sapevo che era da Zayn, ma io non sono mai sicura, ho paura che le possa succedere qualcosa.. sono abbastanza ansiosa quando si tratta della mia migliore amica.

Il suo cellulare era ancora spento e io volevo sprofondare nei cuscini del divano, fin quando non sentii il rumore della chiave che girava nella serratura. Mi precipitai velocemente all'ingresso e incrociai le braccia al petto con aria arrabbiata.

Una volta aperta la porta sospirai profondamente e la vidi girare le ruote della sedia non accorgendosi di me.

"Buongiorno eh."

Pronunciai in modo brusco, sentendomi alzò il viso velocemente e portò una mano sul cuore come spaventata.

"Ma sei scema? Mi vuoi far morire?"

Entrò nell'ingresso anche lei e chiuse la porta alle due spalle prima di fare qualche passo in avanti.

"Dovrei farti io questa domanda, dato che non sapevo che fine avessi fatto!"

Prese il cellulare dalla borsa e lo accese mostrandomelo come per giustificarsi.

"Io non ho capito più niente fino a quando stamattina ho aperto gli occhi, quindi evita di farmi morali.. Non sei mia madre."

Si dimenò verso di me costringendomi a spostarmi e andò dritta spedita verso la sua camera.

"Mi preoccupo per te, mi preoccupo della mia migliore amica!!"

Chiuse la porta alle sue spalle e io andai in camera mia sbattendo la lastra di legno lucido.
Odiavo litigare con lei, a morte.

Tindari's Pov

Passai velocemente dalla sedia al letto per poi stendermi completamente; mi mancava casa mia, mi mancava guardare le foto con mia madre, mi mancava osservare il mio "cielo" stellato a tutte le ore del giorno.

Zayn mi aveva accompagnato a casa di Ile dopo aver finito di fare colazione, siamo stati piuttosto veloci.

Non volevo litigare con lei, non avevo neanche lintenzione di farlo, perché lei è l'ultima persona con cui litigherei. Le voglio davvero tanto bene e non mi va di perderla, non lei, tutti ma non lei.

Però deve capire che io non sono più una bambina, su molte cose me la posso sbrigare da sola, non ho bisogno di una babysitter e ieri era una situazione che dovevo affrontare sola.

Portai una mano sulla fronte e mi girai su un fianco prendendo il cellulare.
Avevo un botto di chiamate perse e messaggi a non finire su Whatsapp.

Da: Zayn.⚽
"Princess, alle nove massimo nove e mezza sono sotto casa di Ile, fatti trovare pronta.😘"

Mi morsi le labbra come di mio vizio e risposi al messaggio.

A: Zayn.⚽
"Elegante o tuta? Hahaha.🙊"

Vidi la sua foto di profilo Whatsapp e notai che era una delle foto che gli avevo scattato io la prima volta che lo notai.
Sicuramente sarei entrata in crisi su cosa indossare, sotto questo aspetto mi sento cambiata; qualche mese fa non mi interessava molto il mio modo di vestirmi e ora invece m'importa, parecchio anche.. forse perché voglio piacergli.

Da: Zayn.⚽
"Come vuoi tu, mi piaci lo stesso. Adesso vado agli allenamenti, ci sentiamo.😘"

Messaggio tra i preferiti di Whatsapp? Fatto.

A: Zayn.⚽
"Va bene, a dopo.💋"

Lanciai il telefono sul letto e mi misi le mani in faccia, ero tipo rossa, mio dio.

E ora che mi metto? Come mi trucco? Che ansia. Che ansia. La mia vita è un'ansia!!!

Sollevai la testa dal cuscino quando sentii bussare alla porta, sospirai prima di accennare un "avanti" e ritornai con la testa nella posizione di qualche secondo prima.

"Tindari.."

Restai immobile, non mossi un dito, non potevo immaginare una cosa simile.

"P-papà.."

Si avvicinò al letto e io deglutii lentamente girando lo sguardo verso di lui, non lo vedevo da un bel po' di tempo e sinceramente non mi era mancato per niente.

"Come stai? Tutto bene?"

Risi spontaneamente e misi una mano sulla bocca per contenermi.

"Si, sto bene, tu che ci fai qui?"

Prese la sedia da vicino la scrivania e si accomodò vicino al letto, incrociò le braccia al petto e restò fermo a guardami, odiavo quando restava in silenzio a fissarmi, mi innervosiva parecchio.

"Volevo sapere come stessi.."

Incrociai anche io le braccia e lo osservai. Camicia bianca, cravatta perfettamente annodata, giacca intonata con il pantalone e rolex al polso. Da quando è morta la mamma che papà ha avuto una super promozione a lavoro e lo pagano così bene che può permettersi molte cose.. tranne un'operazione per farmi camminare, chissà perché.

"Ora che lo sai puoi anche andartene, non sei il benvenuto qua e io non voglio vederti."

Si appoggiò sulle sue gambe piegandosi in avanti e abbassò lo sguardo giocando con la fede che aveva al dito.

"A fine settimana parto per l'Italia, sai il lavoro.. vorrei che tornassi a casa dopo questo mio viaggio."

Mossi la testa velocemente e mi sedetti sul letto per bene ridendo.

"Scordatelo, io resterò qui e non mi muovo neanche con un carro armato."

Si sistemò il colletto della camicia ritornando dritto.

"Ricorda che sono sempre tuo padre, ricordatelo."

Sollevandosi dalla sedia, la ripose al suo posto e si incamminò verso la porta stringendo la maniglia.

"Torna prima che sia troppo tardi, sei avvisata."

Tossii dopo aver ascoltato tutto ciò che aveva detto e lo guardai alzando il sopracciglio.

"Non tornare mai più a cercarmi."

Mosse il capo ridendo e uscì dalla camera socchiudendo la porta, afferrai una scarpa da terra e la lanciai contro il legno incavolata nera.
Era venuto per dirmi questo? Solo questo? Che schifo, non si è accorto della ferite sulle mani, dei lividi sui polsi.. come sempre d'altronde.

"Vi, posso entrare?"

La voce di Ilenya mi fece calmare per qualche secondo, annuii e lei venne a sedersi sul letto accanto a me.
Ci guardammo e io l'abbracciai forte a me mettendo la testa sulla sua spalla.
Mi accarezzò i capelli dolcemente arricciando qualche ciocca e sospirai profondamente.

"Dovevo farlo entrare per forza, ha insistito così tanto.."

Sorrisi falsamente staccandomi dalle sue braccia e le strinsi le mani.

"Tranquilla, non è colpa tua.. va tutto bene.."

Si sollevò dal materasso annuendo e uscì senza dire nulla dalla stanza chiudendo la porta dietro di lei. Eravamo ancora arrabbiate per ciò che era accaduto la sera precedente e sicuramente lo saremmo state per un po' di tempo, siamo troppo orgogliose per chiederci scusa o tentare di spiegare la situazione.

Mi risdraiai sul letto, infilai gli auricolari nelle orecchie e feci partire la mia playlist. Accarezzai le pieghe del cuscino, che in quell'istante erano diventate oggetto di interesse, e continuai ad ascoltare la musica.
Se dovessi pentirmi di qualcosa che ho fatto è aver chiuso dei ricordi nei versi delle canzoni.
Non avrei mai dovuto farlo, ma a quel tempo mi conveniva, perché negarlo?
Mi manchi mamma.


"Where are you now that I need ya?"

Late Nights.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora