Prologo

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Era una montagna alta, un covo in mezzo a mille nidi d'aquila. Lì vi abitava uno strano essere, dalle ali di drago e il volto da umano. Aveva zampe di leone e braccia attaccate alle grandi ali: era un demone del ghiaccio.

Durante quella stagione le montagne erano innevate e coperte da un sottile strato di ghiaccio. All'apparenza erano lisce e piatte, ma, in realtà, erano piene di grotte, invisibili dal basso.

Queste caverne erano sempre popolate da esseri terribili, che uscivano solo nella stagione invernale per darsi alla caccia.

Gli umani applicavano degli impianti da sci sulle montagne, ma alle volte facevano un errore non calcolato: si spingevano troppo in alto.

È per questo motivo che diventavano spesso prede dei demoni.

Tra i due sessi c'erano differenze enormi: i demoni femmina avevano il corpo più simile a un essere che andava dalla chimera al drago. Lo sguardo fiero degli occhi celesti tradiva un cuore tenero. Sul muso erano presenti quattro grandi zanne sporgenti da sopra e da sotto; il corpo era lungo e sinuoso e la coda di ghiaccio era ornata da grossi ghiaccioli. Aveva zoccoli biforcuti e l'altezza era quella di un cavallo.

Ma la differenza più evidente stava nel fatto che potevano assumere forme da umano o da elfo ed erano immortali.

I demoni maschio si stavano ormai estinguendo, mentre le femmine erano decise a sopravvivere ai frequenti attacchi degli umani che cercavano di stanarli e ucciderli, perché rovinavano il turismo.

Iris

Iris si arrampicò sull'albero. Stavano arrivando altri due uomini, prede che avrebbe chiuso nella sua grotta. Appena furono sotto di lei, saltò giù e gli si parò davanti. Rimase ferma, lo sguardo basso, in attesa di una reazione.

I due uomini erano cacciatori di demoni, gli stessi che tempo fa avevano ucciso il compagno di Iris... e lei li aveva riconosciuti.

In tono aspro il primo uomo disse:"Levati di mezzo ragazzina! Ci intralci il passaggio. Stiamo andando a cacciare!"

"E di che cosa se posso chiedere?" Un sorrisetto malizioso affiorò sulle labbra di Iris.

"Demoni. Non sono cose per te. Sono troppo pericolosi e potrebbero ucciderti con un solo morso. Vattene!"

Iris sorrise ancora di più, mettendo in mostra i lunghi denti bianchissimi. A quel punto ruggì e prese la sua forma naturale. Con un balzo si avventò sugli uomini. Il primo fu ucciso con un morso; il sangue usciva a fiotti dal suo collo.

Poi si dedicò al secondo. Riprendendo una forma umana, si alzò dal cadavere del primo e, sguainata la spada, si precipitò sul secondo. L'uomo corse più veloce che poteva, gridando:"DEMONE!!!!"

Iris saltò su un albero e presto fu invisibile all'altro. Si fermò, in attesa che la preda si stancasse di correre, poi, con la spada sopra il capo, balzò giù dall'albero e gli tagliò la testa.

Leccò il sangue dalla "ferita", poiché non doveva andare sprecata neppure una goccia di quel liquido rosso prelibato; poi tornò a casa trascinandosi dietro i due cadaveri.

Il demone di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora