Capitolo 6

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La neve cominciò a cadere fitta e, mentre l'elfo mangiava, la demone si preparava per la notte.

-Perché non mangi- Le chiese lui.

La risposta fu in tono secco e con una nota di acidità nella voce -Non mi piace farmi vedere mentre mangio.

Detto questo si sedette, lontana dal fuoco che aveva acceso per l'elfo e aspetto che questo si addormentasse.

Lei non si coricò, bensì si alzò in volo e andò a cacciare. Scese dalla rupe e si diresse verso la foresta.

La valle era coperta da un lenzuolo candido di neve.

Durante il volo meditò sull'elfo di Valcarz. Era sicura di averlo già visto, ma non poteva assolutamente essere chi pensava lei.

Quando tornò dalla breve battuta di caccia si accovacciò e si coprì con le grandi ali di spessa membrana, coperte di pelliccia.

Volava sopra l'impianto per gli sciatori. Cacciava per sfamare una famiglia. Aveva un compagno e una dolce cucciola dalla pelliccia candida, gli occhi grandi e furbi e di una bellezza incredibile. Ad un certo punto un ruggito terribile proveniente dalla montagna. La sua famiglia era in pericolo! Come una saetta sfrecciò tra le montagne, per raggiungere la sua famiglia. Quando arrivò era già troppo tardi: il suo compagno a terra, sanguinante, con una freccia d'oro conficcata sul ventre; della piccola nessuna traccia. Ruggì di dolore e pianse tutte le sue lacrime.

Iris si svegliò di soprassalto, in lacrime. La vista del suo compagno morto e della piccola Rosamund scomparsa la faceva stare male.

Ripeteva quel sogno, o meglio, quel flashback da quando aveva incontrato Thron.

Cercò di riprendersi, ma non ci riuscì e continuò a piangere per il resto della nottata.

Il demone di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora