Martedì.

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MARTEDÌ



L'incontro con la mia preda non è andato esattamente come speravo, dopo avermi insultato ripetutamente mi ha letteralmente gridato di uscire da quel negozio o, in caso contrario, avrebbe chiamato ogni tipo di forza dell'ordine per schiodarmi da li.
Ovviamente non me lo sono fatto ripetere due volte perchè okay, vincere la scommessa è la mia prorità al momento ma anche evitare di finire in carcere non è affatto male come opzione.
Così sono scappato e nel tragitto verso casa ho pensato e ripensato a come approcciarmi a lui senza rischiare di essere picchiato.
La verità è che non ho grande inventiva e non sono neanche un genio nel corteggiare le persone perchè a dirla tutta in genere aspetto che siano gli altri a provarci con me.
Ma questa volta c'è in ballo la mia reputazione nel gruppo e la mia nomina di reginetta del pride, non sarà di certo un qualunque Mario Serpa cocciuto ad allontanarmi dalla mia personale vittoria.
Così, guidando verso casa, ho pensato che alla fine uomo o donna che sia, non esiste nessuno al mondo che possa resistere ad un classico invito a cena accompagnato da rose e cioccolatini.
E anche se farò la figura del romantico ridicolo – primo errore, è difficile per una persona fantastica come me apparire ridicolo – sono sicuro che riuscirò ad ottenere quello che voglio.
Si, avete letto bene. Ho detto primo errore. Primo di una lunga serie.

Essere il proprietario di un salone di bellezza mi permette di gestire le mie giornate come meglio credo, così affido tutto il lavoro alle mie suddite – se solo sapessero che le chiamo così mi raserebbero a zero – e cerco di ingegnarmi nel miglior modo per conquistarlo.
Passo dal primo fioraio e compro delle rose rosse e decido di comprarne sei, esattamente come i giorni che mi rimangono prima della mia miserabile perdita.
Faccio un grande sospiro e mi dirigo nuovamente verso il suo negozio, questa volta sperando di non trovarci la polizia pronta ad arrestarmi.
Parcheggio, mi faccio il segno della croce e mi avvicino alla porta.

Ve l'ho mai detto che la sfiga è sempre dalla mia parte? Ecco, se non ve l'ho detto, ve lo dico ora.
Ovviamente oggi è il suo giorno libero e il negozio è chiuso.
Porco Serpa e ora come faccio a beccarti?
Ma come se non bastasse, dato che per qualche strana legge astrofisica le cose se fanno schifo, in un modo o nell'altro devono sempre peggiorare, ecco che proprio in quel momento passa l'ultima persona al mondo che vorrei incontrare sulla faccia della terra.
"Sona!", urla Paolo sventolando la mano in aria e quando mi accorgo di avere ancora in mano il mazzo di rose lo nascondo dietro alla spalla sperando di non essere deriso per il resto della mia vita, sarebbe anche peggio di correre nudo in mezzo al pride.
Alzo l'altro braccio per salutare Paolo nella speranza di vederlo andare via ma, ovviamente, quel rompicoglioni non perde occasione per rovinarmi la vita.
"Che hai in mano?", chiede ancora prima di salutarmi. Cristosanto, quando vuole sa essere furbo.
"Niente, cose mie." rispondo senza guardarlo negli occhi perchè, se lo facessi, probabilmente diventerei rosso per l'imbarazzo.
"Ah infatti immaginavo che ti grattassi il culo con gli steli delle rose.."
"Cosa?", esclamo perplesso. Certe volte proprio non lo capisco, ma come fa ad essere così strano?
Così mi tira una pacca sul sedere in piena strada e si, qualsiasi cosa imbarazzante esista sulla faccia della terra, Paolo la sperimenterà pur di farti vergognare.
"Come va con la scommessa? Sei così disperato da dover provare con le rose e i metodi tradizionali? Scommetto che ti presenterai a casa sua e gli chiederai di cenare insieme questa sera, poi lo porterai a mangiare sushi e ordinerai dell'ottimo vino e lo farai ubriacare nella speranza che ti inviti a salire a casa sua."
Scuoto la testa fiero di me. Mai ammettere le proprie debolezze!
"No, so perfettamente cosa devo fare, lasciami perdere ci risentiamo lunedi.", esclamo spingendolo quasi schifato e la sua risata malefica mi terrorizza.
"Fai come ti pare. Non dimenticarti che mancano solo 6 giorni, il tempo passa."
"Lo so!", se c'è qualcosa che Paolo sa fare benissimo oltre a sparare cazzate, è sicuramente metterti pressione.
"Vabene Sona, in bocca al lupo anzi, in bocca al Serpa!" esclama sfiorandomi il naso, lo fa ogni volta che vuole farmi innervosire.
Quindi praticamente sempre.
"Ammazzati", sussurro e lo vedo ridere quindi capisco che, anche se sottovoce, è riuscito a sentirmi ed è strano che non stia continuando ad insultarmi, chissà perchè si è arreso così presto.
Fatto che sta che per quanto sia un cretino, ha fatto una cosa buona.
Mi ha suggerito esattamente cosa fare per avvicinarmi a Mario. Certo suonare a casa sua, sempre sperando che sia a casa, è un bel rischio ma sono così determinato a vincere che anche a costo di beccarmi i pomodori addosso lo seguirò ovunque.
Mi faccio coraggio, ricordo perfettamente il suo indirizzo di casa che per fortuna dista veramente poco dal suo negozio.
L'ultima volta che sono entrato in questo cancello è stato quando, qualche anno fa, mi son fatto il suo ragazzo. Però posso giustificarmi dicendo che non credevo fosse fidanzato, mi aveva assicurato di essere single, credo.
E comunque se l'avessi saputo non l'avrei fatto, mi sono sempre imposto di lasciare perdere i ragazzi impegnati e ci son sempre riuscito.
In ogni caso controllo i nomi sul citofono, il nome Serpa si distingue dagli altri perchè scritto maldestramente in penna, sicuramente ha sostituito in passato la targhetta su cui era scritto anche il nome del suo ex ragazzo dimenticandosi poi riscriverlo a computer.
Suono e dopo pochi istanti la sua voce mi risponde.
"Chi è?", domanda. Bene Claudio, ragiona. Se ammetti di essere tu c'è una grande probabilità che finga di non aver mai sentito il citofono.
"Posta!", esclamo, almeno mi aprirà il portone e avrò la possibilità di suonare direttamente alla sua porta.
Non risponde, non deve essere un tipo particolarmente simpatico, si limita ad aprirmi il portone riattaccando subito il citofono.
Mi sembra di essere il postino di una puntata di C'è posta per te, a cosa mi sono ridotto per colpa di quei tre stronzi?
Salgo le scale e raggiungo il secondo piano, ricordo ancora pienamente le scale che scesi correndo in tutta fretta per scappare dopo essere stato scoperto in pieno.
Sono di fronte alla sua porta, suono.
Lo sento imprecare e caspita, ma la gioia di vivere l'ha dimenticata sul comodino?
Mi apre e ha una felpa grigia più grande di lui e un paio di pantaloni della tuta. I suoi capelli scombinati mi fanno sorridere, probabilmente l'ho svegliato. Questo vuol dire che se già prima mi odiava, dopo questo progetterà direttamente la mia morte.
Impiega qualche secondo a riconoscermi probabilmente perchè la sua testa è ancora sul cuscino, ma, appena realizza chi sono, di scatto prova a sbattermi la porta in faccia.
"Aspetta aspetta aspetta ti prego!", eclamo bloccandola con una mano.
"Ti prego fammi parlare, solo qualche secondo." e senza rispondermi continua a spingere con tutte le sue forze contro la porta per chiudermi fuori.
"Almeno ascoltami!", grido e lui di tutta risposta urla ancora più forte "Credimi sto per chiamare la polizia, questa volta la chiamo davvero!".
Cazzo, questo mi farà chiudere davvero dietro le sbarre.
"Okay", provo con la calma e la rassegnazione, magari funziona.
"Io vado via. Però tu sei uno stupido perchè non hai voluto ascoltarmi, magari dovevo dirti qualcosa di importante!" ed è in quel momento che magicamente Mario smette di spingere contro la porta.
Bene Claudio, adesso ricerca nel tuo dizionario tutte le parole possibili per convincerlo a uscire con te.
"Parla", dice scocciato, "Ma ti do solo qualche secondo."
"Okay va benissimo allora senti io.. io.."
Tu cosa Claudio? Cosa stai per dire? Vuoi tirare in ballo ancora una volta Geronimo Stilton?
Ragiona, fai la persona matura. Hai di fronte ai tuoi occhi una persona che ti odia, devi convincerla che sta perdendo l'occasione della sua vita.
Venditi come se fossi un materasso, fingiti il Giorgio Mastrota della situazione e convincilo che quest'occasione è imperdibile.
"Allora?", mi richiama lui così prendo coraggio e parlo.
"Io mi sono accorto di aver sbagliato con te. Dall'inizio. La verità è che da quando è successa quella brutta situazione non abbiamo avuto il tempo e la possibilità di confrontrarci e parlarci, ti assicuro che non è come pensi e vorrei che tu lo sapessi, insomma. Vorrei che sapessi come sono andate realmente le cose. Per questo, anche se magari è passato un po' di tempo e sono un po' in ritardo, vorrei parlarne, vorrei chiarire."
Mima un no con la testa, ha la classica espressione di chi muore dalla voglia di sputarti in un occhio.
"Andiamo..", cerco quasi di implorarlo e poi mi ricordo di avere un mazzo di rose in mano, probabilmente malconcio dal momento che l'ho spiaccicato ripetutamente contro la porta per non farla chiudere.
"Questi sono per te!", esclamo e Mario mi sorprende perchè accetta il regalo continuando a scrutarmi per capire, probabilmente, cosa mi passa per la testa. E lo farei anche io se l'amante del mio ex ragazzo si presentasse alla mia porta dopo due anni e dopo aver distrutto la mia macchina, con un mazzo di fiori e una proposta di appuntamento.
Così afferra il mazzo di rose e lo porta verso il suo volto odorandole.
"Mi dici perchè sei qui?" domanda e per qualche istante sembra quasi non odiarmi.
"Sono qui perchè ho voglia di uscire con te. Senza troppi giri di parole.
Mi sono accorto di aver sbagliato e voglio chiarire e scusarmi con te perchè egoisticamente pretendevo di avere ragione, ecco. Ma io non sono questo" - no, sono molto peggio, vorrei esclamare ma evito e continua con la mia recita - "Allora? Accetti?"
Continua a scrutarmi, andiamo Serpa non rendere tutto più difficile! Dimmi un cazzo di si, punto.
"Non lo so Claudio, lo capisci che ti odio vero?"
Ma è nato per mettermi in difficoltà? Cosa credi che io possa risponderti a questo punto? Maledetto Paolo, maledetto Mattia, maledetto Gianluca. Vi odio.
Alzo un sopracciglio perchè vorrei mandarlo io a fanculo questa volta, poi mi ricordo che devo mettere da parte il mio orgoglio, così sfoggio la mia faccia da cane bastonato e continuo.
"Lo so e hai tutte le ragioni per farlo ma vorrei farti ricredere!".
E' titubante, ma il sol fatto che sia in dubbia mi rende positivo.
Scuote ancora la testa, deve odiarmi veramente tanto se riesce a resistermi anche oggi che ho messo la mia maglia di paperino che, modestamente, mi sta veramente benissimo.
"E vabene!", esclama alzando gli occhi al cielo. "Mi passi a prendere tu alle 21, non fare tardi, non sopporto i ritardatari."
Così un sorriso compare spontaneo sul mio volto, sbatterei in faccia la mia vittoria a quei tre vagabondi ma effettivamente non ho ancora ottenuto nulla ma vincerò, perchè io vinco sempre.

Hai mai visto un'alba cosi?   // clarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora