Domenica.

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Ci tengo che facciate attenzione a questo messaggio: volevo ringraziarvi per i commenti bellissimi ricevuti per questa storia ma soprattutto per gli ultimi due capitoli.
In particolare volevo spiegarvi il perchè del frammento di ricordi che ho inserito nel capitolo "Sabato."
In questi periodo la reale storia di questi ragazzi viene infangata ogni giorno da decine di persone che ci marciano su per scopi personali. Col tempo abbiamo dimenticato le emozioni vissute e ci siamo concentrate solo sul contorno: amici, serate, drammi, interviste.
Volevo che ognuna di noi per un attimo dimenticasse questo maledetto contorno concentrandosi solo e unicamente sui ricordi meravigliosi  che ormai sono tutto ció che ci rimane di questa storia.

Detto questo, mi aspetto tanti commenti anche per questo capitolo! Siamo giunti quasi al termine ma faró i ringraziamenti finali nell'ultimo capitolo :)
PS: PER FAVORE RAGAZZE SOLO PER QUESTO CAPITOLO VI CHIEDO DI NON FARE SPOILER E NON PUBBLICARE FRAMMENTI SUI SOCIAL NEL RISPETTO DI CHI LEGGERÀ IN FUTURO.
Pps: da oggi in poi pubblicheró ogni giorno perchè devo terminare la storia per dedicarmi a progetti di cui vi parleró in seguito

Grazie di tutto 🌹



DOMENICA





Dopo aver fatto l'amore io e Mario siamo rimasti sul divano ore e ore in silenzio, con la voglia di accarezzarci e la paura di dire qualcosa di sbagliato, qualcosa di inadatto.
Abbiamo mangiato popcorn – senza burro, aimè – e guardato un film e, dopo aver visto il sole tramontare, son tornato a casa. L'ho salutato con un bacio sulle labbra così da risentire il suo sapore durante tutto il tragitto.
Mi son specchiato nelle vetrine vuote dei negozi e mi son sentito finalmente felice.


Quando ho aperto gli occhi questa mattina ho avvertito una strana sensazione, come se improvvisamente fosse cambiato tutto.
"E bravo il nostro Claudiuccio!", esclama Mattia sbattendo le sue mani sulla mia spalla. "Ci sei riuscito alla fine!"
Dei loro commenti non mi importa, il sole non splende come ieri.
Ho chiamato Mario ma non mi ha risposto. Gli ho mandato un messaggio ma ha finto di non leggerlo e così mi ritrovo a controllare nervosamente il telefono perchè non è da lui ignorarmi in questo modo.
L'ho cercato al negozio ma era chiuso, così ho provato a portargli la colazione a casa ma non ha risposto al citofono nonostante la sua macchina fosse parcheggiata proprio li.
E i miei sensi di colpa sono diventati insopportabili perchè so di aver sbagliato, perchè gli ho scattato quella foto e perchè sono spaventato a morte.
Non voglio che lui vada via. Mi sono domandato in cosa posso aver sbagliato, ho minacciato Paolo dicendo che se avesse divulgato quella foto l'avrei picchiato con le mie stesse mani.
Mi ha promesso che mai al mondo l'avrebbe fatto e io, un po', mi fido.
O forse mi appello al fatto che se Mario avesse realmente trovato la sua foto in giro sul web mi avrebbe bruciato la macchina, non si sarebbe limitato a sparire.
Forse sto solo diventando paranoico, magari sta solo dormendo o è impegnato.
Si, di domenica mattina, così impegnato da non potermi richiamare o rispondere al buongiorno.
Tremo, ho paura di averlo perso ma soprattutto ho paura di averlo deluso, ho paura che non gli sia piaciuto quello che abbiamo fatto ieri e ho paura di non essere importante per lui quanto lui lo è per me.
Inoltro la chiamata per l'ennesima volta: siamo ormai a quota cinque, se non risponde neanche adesso mi sento autorizzato a contattare chi l'ha visto.
Il telefono squilla, squilla ma lui non risponde, neanche ora. Parte la segreteria e "Che cazzo di fine hai fatto?", mi lascio scappare mentre Gianluca mi scruta come se fossi un caso clinico.
"Magari non ha voglia di sentirti, che ne dici?" lo squadro. "Non sei d'aiuto." affermo alzandomi dal tavolino e girovagando avanti e dietro per il bar vuoto.
"Parliamo di cose belle, okay? Domani c'è l'incoronazione, dove volete farla?" domanda Mattia sorseggiando il suo cappuccino bollente. Io non ho parole, non ho voglia di festeggiare e non ho voglia di nominare ancora questa maledetta scomessa. L'ansia a mille, che fine ha fatto? Perchè è scomparso così? Ha scoperto qualcosa?
Paolo rumoreggia con la bocca facendo strani versi per richiamare l'attenzione: "Prima di tutto sei uno stronzo per averci lasciati da soli durante il pride.", esclama finalmente dopo essere rimasto in silenzio per tutto il tempo, scrutandomi come un predatore.
"In secondo luogo calmati. Il fatto che abbiate fatto sesso non implica un matrimonio, è solo sesso!"
"Non è solo sesso!", grido zittendolo perchè Paolo non sa, Paolo non può capire e onestamente non voglio che capisca.
"Va bene, non è solo sesso.." canticchia prendendomi per il culo, con espressione scocciata e annoiata.
"Paolo ma che cazzo vuoi? Si può sapere perchè devi sempre smontare tutto?" urlo perchè sono nervoso, perchè vorrei Mario e vorrei sapere cosa ha provato. Perchè l'amore, o qualsiasi cosa sia, mi rende isterico e perchè Paolo non mi capisce e non si impegna per farlo e perchè alla fine è colpa sua se sono in questa situazione, colpa sua e della sua scommessa di merda.
"Claudio hai immaginato una storia che vive solo nella tua testa, smettila di farti film o illusioni. E' stata solo una scopata per una scommessa, okay?" sbotto, senza controllo, perchè nessuno può definire Mario una semplice scopata per una scommessa, perchè non era solo sesso. O forse grido solo perchè solo terrorizzato all'idea che invece per Mario sia stato davvero solo quello.
Li guardo, uno ad uno. Sono seduti al tavolo che fingono indifferenza, nessuno mi difende, nessuno dalla mia parte. Sono zitti. Controllano il telefono, sorseggiano il caffè. Sono tutti convinti che io sia un pazzo visionario, che io mi sia inventato tutto. Che sia stato solo sesso.
Perchè loro non capiscono e non capiranno mai.
Esco da quel bar a passo svelto, mi appoggio sulla porta di ingresso e accendo una sigaretta. Il cielo è nuvoloso come la mia testa e ultimamente sono più metereopatico del solito.
"Calmati", sussurra una voce alle mie spalle, è Paolo. Tutto quello che dice ora non ha senso, ma non lo mando via perchè so che non ha colpe, la colpa è solo mia perchè non ho saputo separare il gioco dalla realtà e ho lasciato che Mario rubasse il mio cuore senza che io me ne accorgessi.
"Non volevo mettere in dubbio i tuoi sentimenti, Claudio..", continua poggiando una mano sul mio braccio: "E' solo che io non credo che Mario ricambi e non vorrei che tu ci rimassi male, ecco." , scuoto la testa, cosa ne sa lui di Mario? Niente. E allora non voglio ascoltarlo. Anche se le sue parole mi rincuorano perchè sento che ha davvero paura che io possa starci male.
"Tranquillo, so badare a me stesso!", affermo e senza guardarlo negli occhi vado via, lasciando cadere per terra il mozzicone della sigaretta.
I dubbi mi assillano mentre cammino per le strade di Verona e intorno a me solo le rimanenze di un pride che ormai appartiene al passato: coriandoli e glitter sparsi sul marciapiede mi fanno ricordare che di tutto posso essere orgoglioso meno che di quello che ho fatto a Mario. Essermi preso gioco di lui, avergli scattato una foto in un momento intimo, un momento solo nostro. Nel giorno più bello della mia vita.
Non mi sono mai sentito così sporco prima d'ora.
Imbocco la via di casa sua, probabilmente diventerò pesante e insistente ma voglio citofonare di nuovo, voglio sperare di ottenere una risposta questa volta.
Cammino lungo la via che oggi mi sembra più buia del solito e mi ritrovo a pensare a quante cose siano cambiate da un momento all'altro. Con la mia mente ripercorro questa settimana insieme, ogni giorno è stato un crescendo, ogni giorno Mario mi ha insegnato qualcosa di nuovo. Ripenso a ieri, è stato il giorno più bello della mia vita, mi sono sentito pieno finalmente.
Ripenso a Mario che mi stringeva come se fosse la prima volta, ripenso al modo in cui si è addormentato su di me e anche mentre ripercorro queste immagini quella maledetta foto ritorna alla mia mente.
Temo di aver rovinato tutto, sono stato un cretino, ho fatto allontanare Mario per colpa di una scommessa maledetta.
Ed è proprio mentre cammino per la via che lo vedo: è appena sceso dalla macchina, la chiude e si dirige verso il portone.
E' bellissimo, più bello di ieri. Ha una maglietta nera e un cappellino nero con la visiera al contrario. I jeans chiari strappati sul ginocchio e le scarpe nere.
"Mario!", lo richiamo alzando il tono della voce mentre sul mio viso compare un sorriso perchè alla fine è tutto quello che riesco a fare quando lui è vicino a me, ma di tutta risposta volta la testa nella mia direzione e finge di non vedermi continuando a camminare verso il cancello di casa.
"Mario aspetta!", continuo aumentando il passo per raggiungerlo e quando siamo a pochi passi allungo la mia mano e afferro il suo braccio.
"Ehi ma dove vai?" esclamo mentre riprendo fiato.
"Torno a casa, non vedi?", mi risponde freddo, gelido, glaciale. Un estraneo. Un completo sconosciuto di fronte a me. Come se non ci fossimo baciati all'alba di un pontile, come se non avessimo fatto l'amore sul divano.
"Mari..", "Senti.", esclama prima che io possa terminare la frase.
Il suo tono è severo e mi fissa come se non mi conoscesse.
"Lasciami in pace, okay? Voglio solo tornare a casa e riprendere la mia vita di sempre, ho già dedicato troppo tempo a questa storia."
Sento il mio cuore di vetro rompersi in mille pezzi e ogni pezzo mi trafigge il petto.
Ho paura di perdere il controllo e piangere da un momento all'altro ma gli uomini non piangono, vero? Gli uomini sono forti e non piangono, non piangono mai.
E invece io vorrei, vorrei piangere tantissimo, vorrei stringerlo e chiedergli perchè si sta comportante così ma alla fino io lo so. Io so perfettamente dove ho sbagliato.
"Ascoltami io non volevo davvero, credimi. Posso spiegarti tutto! Sono venuto qui proprio per questo!"
Scuote la testa nel vuoto e infila le chiavi nella serratura del portone ignorando le mie parole.
"Mario, mi stai ascoltando? Ti ho detto che non volevo e so di aver sbagliato io non credevo di arrivare a questo punto, è solo che.."



Hai mai visto un'alba cosi?   // clarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora