Buonasera ragazze! Come avrete sicuramente notato dopo il famigerato 5 marzo ha perso un po' la voglia di scrivere e per un periodo mi son trovata in seria difficoltà perchè il cervello non riusciva a partorire niente di buono. E' stato orribile.
Negli ultimi giorni tra Sei di Mattina ed Eclissi ho ricominciato a piccoli passi e la voglia di tornare a scrivere mi ha travolta!
Così, benchè io abbia in cantiere due racconti a cui tengo molto ma che rispecchiano pieanemente il mio lato triste e malinconico, ho deciso così su due piedi di iniziato questo nuovo progetto che si distacca tantissimo dai precedenti.
Nei miei lavori avete sempre avuto a che fare con il mio lato strettamente emotivo, spesso triste, spesso carico di amore.
Ma chi mi conosce anche solo tramite un social avrà capito che in realtà sono una persona estremamente scherzosa, giocosa e solare anche se non si direbbe (soprattutto dopo la strage del cane).
Così in un momento un po' difficile ho deciso di mettermi di nuovo in gioco ma questa volta scrivendo in una chiave diversa un racconto leggero, simpatico e spero divertente.
Mi auguro che possa farvi sorridere o anche solo alleggerire i pensieri.
Vi avviso da subito che non saranno molti capitoli e cercherò di pubblicare spesso.Vi aspetto sempre su "Sei di Mattina", sapete quanto tengo a quel racconto.
Vi ringrazio per le belle parole che spendete sempre per me,
Nave fantasma.
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LUNEDì
Claudio, Paolo, Gianluca, Mattia.
Migliori amici da sempre, fratelli per scelta, compagni di avventure, cazzate, gioie, dolori. Mi hanno soccorso quando ne ho avuto bisogno e preso per il culo quando era necessario e dopo tanti anni siamo ancora seduti allo stesso tavolo del solito bar a ingurgitare ogni tipo di alcolico che offre la casa pur di mettere a tacere, almeno per qualche ora, i mille pensieri che ci ronzano nella testa.
Siamo cresciuti insieme – beh, cresciuti è una parola grossa – tra una birra e una follia tenendoci la testa a vicenda per aiutarci a vomitare quando era strettamente necessario.
Li guardo uno ad uno e rido, di errori ne ho fatti tanti ma loro rimangono tra le cose più belle che mi siano mai capitate anche se, bhe, se lo sapessero sicuramente se ne vanterebbero per tutta la sera. Così fingo di non sopportarli e di odiarli perchè è la cosa che mi riesce meglio.
Anzi, mi correggo ancora una volta. Forse non li sopporto davvero, ogni tanto. Soprattutto quando si intestardiscono e non mi danno ascolto imponendo la loro volontà su di me.
"No, non se ne parla!", urlo a gran voce nel locale, sarà colpa dell'ennesimo shots che ho buttato giù senza neanche assaporarlo o sarà forse colpa del caldo e della musica troppo alta.
"Ecco, lo sapevo. Sei la solita checca isterica Sona, è per colpa di persone come te che il progresso scientifico non va avanti!", esclama Paolo con una voce confusa, ubriaco a sua volta e lo fissiamo tutti sorpresi di come sia riuscito a formulare una frase di senso compiuto.
"Paolo ha ragione!", interrompe Mattia sbattendo una mano sul tavolo.
"Tocca a te Sona, non puoi tirarti indietro, l'orgoglio gay è anche questo!" e cerca di ammiccarmi facendomi l'occhiolino dimenticandosi che non potrei mai provare attrazione per una persona che ho visto vomitare, pisciare e quasi entrare in coma etilico.
Volto il mio sguardo verso Gianluca, in genere in lui riesco a trovare sempre l'approvazione che cerco ma questa volta quello stronzo si unisce agli altri.
"No!", esclama. "Hanno ragione. Non farmi gli occhi dolci. E' il tuo turno Sona!"
Stop stop stop stop.
Di cosa stiamo parlando, vi chiederete. E' difficile da spiegare e so che mi scambierete per il solito gay stronzo del paese ma vi giuro che posso spiegare, non è come sembra!
Ogni anno nella mia città, Verona, l'associazione LGBT è solita organizzare un grande pride che coinvolge tutta la città. E' una festa colorata, piena di arcobaleni e stronzate varie che mira a dimostrare il nostro 'orgoglio gay'.
La verità è che a noi 4 di questa manifestazione non è mai importato un cazzo ma allo stesso tempo sentiamo la necessità, come ogni italiano che si rispetti, di festeggiare a modo nostro.
O la verità è che ogni scusa è buona per fare baldoria.
Così da una decina di anni a questa parte abbiamo l'abitudine di sorteggiare tra noi quattro un poveraccio che deve pagare un pegno, deciso ovviamente dagli altri tre. Ricordo perfettamente l'anno in cui costringemmo Paolo a correre nudo per la città durante il pride, dopo quella giornata si chiuse in casa per due settimane per paura di essere deriso ancora. Ma era una scommessa e le scommesse vanno rispettate!
Ognuno di noi è stato costretto durante questi anni a fare qualcosa di imbarazzante, chi ha dovuto limonare la vicina di 60 anni, chi si è presentato al lavoro vestito da donna e chi ha tirato uno schiaffo ad un estraneo beccandosi un calcio. Ma nessuno, mai, in questi dieci anni ha interrotto la tradizione sottraendosi al suo pegno. Mi sono sempre impegnato affinchè venissero rispettati i patti senza barare ma, se l'avessi saputo prima, probabilmente avrei evitato di essere così fiscale dal momento che quest'anno, tra le tante sfighe, è stato sorteggiato il mio nome.
Non sono sicuro che il sorteggio sia avvenuto correttamente, qualcosa mi dice che sia stato Paolo a truccare i bigliettini pur di far uscire me (si, ancora mi odia per averlo costretto a girare nudo per la città), ma ho evitato discussioni dal momento che mi ripetono ogni giorno quanto io sia rompicoglioni diplomatico e che dovrei prendere le cose alla leggera.
"Allora Sona", ha esclamato Mattia vedendo il mio nome. "Dal momento che la fortuna è dalla tua parte e il tuo nome non veniva sorteggiato da almeno 5 anni, direi che è arrivato il momento di pagare un pegno che sia.. consistente!"
"Facciamogli infilare il cazzo nella presa della corrente", ha suggerito Paolo che probabilmente ha un deficit di neuroni così alto che lo spinge a dire stronzate in media ogni 27 secondi.
"Paolo..", abbiamo ripetuto in coro.
"E vabene! Vabene, vabene, vabene. Dato che in tutti questi anni sono stato sempre io il più sfigato, questa volta tocca a me decidere. Non vuoi infilare il cazzo nella corrente? Perfetto. Allora sai che ti dico?", ha pronunciato piano squadrandoci uno ad uno dalla testa ai piedi con aria di sfida e poi, dopo aver atteso qualche secondo per generare suspence, ha affermato.
"Hai una settimana. Una sola settimana per scoparti Mario Serpa.
E che sia chiaro, non vale rapirlo e infilargli il cazzo, deve essere pienamente consenziente! E voglio le prove, non ti crederò sulla parola!" per un attimo il silenzio ha regnato sulle parole di Paolo. Siamo rimasti tutti impietriti a fissarlo mentre sorseggiava il suo cocktail, spaventati o forse scioccati.
"Scherzi spero!", ho esclamato rompendo il silenzio.
"Ti sembra la faccia di uno che scherza?"
"Paolo è come chiedere ad un vegano di sposarsi con un macellaio!" continua Mattia sghignazzando sotto i batti, me ne accorgo e gli tiro un pugno sul braccio.
"Credi che girare nudo per la città durante il pride sia stato facile?", ripete ancora gesticolando nervosamente. E' uno stronzo, un totale stronzo e lo odio.
"No non se ne parla!", urlo ma gli altri non mi danno ascolto.
"Sona sbaglio o sei tu quello che ogni anno ripete che le tradizioni vanno rispettate?", mi sottolinea Mattia solleticandomi il collo e poi con aria maliziosa continua. "Sarà che non sei capace?"
"Sentite Mario Serpa mi odia! Lo capite questo? Se potesse mi ucciderebbe probabilmente, come posso sperare che accetti di scopare con me?"
"Portalo a cena, conquistalo, fagli i complimenti, fagli i tuoi occhioni dolci da fringuellone. Fai qualcosa Sona, qualsiasi cosa. Tra una settimana ti aspetto qui, stesso posto, stessa ora. E voglio le prove!" ripete Paolo e la mia voglia di picchiarlo cresce a dismisura.
"Si, le prove..", esclama ridendo Gianluca ed è davvero strano che Gianluca rida, per averlo fatto vuol dire che anche lui è consapevole di quanto questa missione sarà impossibile da portare a termine.
Okay, è vero. Io sono fantastico, si si questo lo so. Muscoloso, dal fisico asciutto e marmoreo, pelle scura, capelli setosi e occhi chiari. Va bene, forse sto un po' esagerando ma fatto sta che anche io mi scoperei se solo potessi.
Sono davvero pochi i ragazzi che riescono a resistermi – ecco, se sentissero anche questo probabilmente mi insulterebbero ancora di più – e non ho mai avuto dubbi sulle mie doti da amante e diciamocela tutta, sono una bomba sexy. Ma Mario Serpa.. beh. Mario Serpa mi odia cazzo, mi odia davvero. E ha tutti i buoni motivi per farlo.
"Ragazzi, siate seri. Mi sono fatto il suo ex ragazzo sul divano di casa loro interrompendo una relazione di 3 anni! E come se non bastasse gli ho anche distrutto la macchina andando in retromarcia per scappare via. Lo capite? Mi ucciderebbe se solo fosse legale!", e al solo pensiero butto giù ancora uno shots portandomi le mani sulla testa perchè si, per un periodo ho avuto davvero paura che potesse uccidermi.
"Ma una tradizione è una tradizione Sona e fossi in te perderei meno tempo a parlare e correrei a pensare a come conquistarlo dato che il tempo scorre, hai solo 7 giorni non dimenticarlo!", gli tiro un pugno sul braccio alzandomi di scatto dalla sedia.
"Sei uno stronzo. Se mi uccide pretendo che il funerale venga pagato da voi 3, avete capito? Dovete pagarmelo voi maledetti bastardi! E pretendo una bara ricoperta di oro, lo scrivo sul testamento!" e rubando il pacchetto di sigarette di Paolo dal tavolo scappo via da quel locale.
Mario Serpa, non lo so cosa mi inventerò per averti ma nella vita non ho mai perso neanche una scommessa e non sarai di certo tu ad impedirmi di vincere ancora una volta.
Qualsiasi cosa farò, sarò così irresistibile che cadrai ai miei piedi.
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Hai mai visto un'alba cosi? // clario
Fanfic7 giorni. Solo 7 giorni per convincere qualcuno a infilarsi nel tuo letto. "Non è cosi difficile" penserai. No, non lo è. Ma se ti dicessi che la persona da convincere è proprio il tuo nemico?