Parte Seconda

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Il Vallo di Adriano raffigurato dagli amanuensi era di certo più imponente ed ornato di quello  realmente costruito dai Romani, popolato com'era di castelli miliari e torrette dalle dimensioni esagerate. Non mancavano  però le brecce  tra le mura dirute, mentre i fossati erano ormai del tutto riempiti: oltrepassarlo fu agevole. Il pietrame disperso in ogni dove punteggiava la campagna circostante, interrompendo le interminabili distese di calluna porporina. Brendan cominciò a ringhiare,  snudando minaccioso la candida dentatura;  perfino il placido Art mostrava segni d'inquietudine ed emetteva sonori grugniti. Myrddin afferrò il polso di Ally, stringendolo sino a causargli dolore

"Non muovere un muscolo, ragazzo: pericolo in vista!"

"Da una collina sbucò una ventina di ladroni armati di coltellacci, spiedi, asce e corte spade. Sommariamente coperti da fetide vesti stracciate avanzavano a lunghi passi, intenzionati a fare bottino. 

"Briganti, figliolo. Un'accozzaglia di sbandati"-sussurrò l'eremita-"Quei tre biondi sulla sinistra sono Angli; il gruppo  d'uomini in kilt è costituito da Pitti, mentre i brutti ceffi dagli ispidi baffi rossicci appartengono ad una qualche tribù scota. Saltiamo giù, ho in mente un'idea"

Myrddin spalancò le braccia scarnite, reclinò il capo  ed in preda all'estasi cantò alcuni versi in un idioma arcano. La terra esalò una bruma grigiastra che andava assumendo forme umane:  un'intera legione d'evanescenti soldati romani, nelle loro vecchie divise tardo-imperiali, si materializzò nella piana: spettrali guerrieri dall'aspetto macilento, miracolosamente restituiti alla vita ma segnati dall'inesorabile trascorrer dei secoli che aveva risparmiato soltanto un lacero strato di pelle avvizzita a rivestire gli scheletri sbiancati. Il buccinator, che portava una lorica hamata alla maniera celtica ed una vetusta pelle leonina, soffiò nel suo strumento. Allo stridulo barrito della buccina risposero la tuba ed il litius: i reparti di fanteria e di cavalleria si disposero in formazione muovendosi lentamente. Gli aggressori, sgomenti, si diedero ad una fuga precipitosa inseguiti da Art e da Brendan: se il molosso riuscì appena ad addentare il polpaccio smagrito di uno scoto, il plantigrado assestò una decisa zampata al terzetto di angli, i quali volarono via come fogliame spazzato dal vento.  La nebbia si dissolse, e con essa gli esangui legionari. Myrddin era in ginocchio, a testa china.  Ally lo aiutò ad alzarsi: l'anziano veggente era visibilmente spossato.

"Questi semplici trucchi ancora mi riescono assai bene"-disse con un filo di voce. Poi rise divertito,  esibendo i pochi denti guasti.

"Dimmi, Myrddin: sei un druido?"-domandò il ragazzo

"Non potrei definirmi tale, dal momento che non ho ricevuto alcuna educazione specifica. La natura mi ha dotato di alcune peculiarità: talvolta sono in grado di spostare oggetti con la sola forza della mente, spesso vedo nel futuro e con una certa facilità materializzo immagini dal nulla. Provoco allucinazioni collettive, capisci? L'hai visto tu stesso, per meglio dire hai creduto di vedere l'esercito di Roma. Stavo tralasciando la cosa più importante, parlo il linguaggio degli animali:  sono in grado di conversare  con cervi, cinghiali,  orsi, lupi e con  gli uccelli che popolano i cieli. Di tutti, questo è il privilegio maggiore che mi sia stato concesso"

"Qual è il motivo della tua convocazione presso Guanora?"

"Questioni matrimoniali. Quella dei Pitti è una società basata  sulla successione matrilineare: il primogenito della sovrana è destinato al trono. Si tratta di una tradizione millenaria, gli antenati del popolo dipinto abitavano il nord dell'isola ancor prima degli Scoti e dei Britanni. Guanora è rimasta vedova e non ha ancora partorito un erede. Suppongo desideri consultarmi".

La compagnia proseguì il viaggio senza  inconvenienti, e finalmente avvistarono la collina sulla quale sorgeva la cittadella fortificata. Si fece loro incontro un uomo basso e tarchiato. Un cappuccio di lana marrone gli copriva il capo e giungeva fin sulle spalle, terminando in lunghe frange. Una casacca di ugual colore ed un ruvido kilt completavano l'abbigliamento dello straniero che camminava a piedi nudi. Sollevò la mano destra in segno d'amichevole saluto, Myrddin rispose con un identico gesto.

"Sei tu Myrddin Wyllt della foresta di Kelydon?"

"L'unico ed il solo! E con me vengono Art l'orso, Brendan il molosso, Cu Roi il cane d'inchiostro e questo bravo giovane di nome Ally"

"Onoratissimo, siete i benvenuti . Io mi chiamo Drest"

Il pitta era bruno di carnagione, il volto perfettamente rasato e segnato da una profonda cicatrice che attraversava lo  zigomo destro.

Su ciascuno degli avambracci scoperti erano tatuati due draghi blu avvinti a spirale, mentre la catena d'argento a grosse maglie che gli cingeva la gola dichiarava l'elevato status sociale

"Provieni dal nord, ragazzo? Porti il toro di Fortriu ma non hai l'aspetto di quella gente, sei alto e biondo"-chiese Drest ad Ally, avendo notato il ciondolo del professor Ross

"Mi è stato donato da un amico: diciamo che sono nativo di Eriu ma ho sangue lochlannach, scoto e fors'anche sassone".

La città era protetta da una serie di mura concentriche ad andamento circolare. Erano state erette con il sistema del "murus gallicus" descritto da Cesare: una solida intelaiatura in legno tenuta insieme da chiodi metallici, poi riempita di sassi e detriti irregolari. Larghe abbastanza da potervi costruire torrette di guardia lungo il camminamento,  presentavano passaggi molto stretti che avrebbero impedito ad eventuali invasori di superare in massa lo sbarramento. Il nucleo abitato occupava la sommità del colle: era quella la capitale del regno di  Circinn. Attorno alla residenza reale, una grande costruzione in pietra coperta da un tetto di paglia, erano disposti circa duecento edifici più modesti  adibiti ad  officine, abitazioni, botteghe, magazzini, stalle. All'incessante e rumoroso andirivieni degli artigiani, dei soldati armati di lance e piccoli scudi quadrangolari,  delle donne intente a trasportare acqua con i loro buglioli facevano eco le grida gioiose dei bimbi seminudi che ruzzavano beati nel fango assieme ai  cuccioli randagi. Sui bastioni le guardie osservavano il pianoro sottostante, pronti ad intervenire in caso d'emergenza.


Myrddin ed il suo seguito furono introdotti alla presenza della regina. Guanora portava con rara eleganza un abito verde drappeggiato e fissato alla spalla sinistra da una preziosa spilla aurea. Il capo era ornato da un diadema di malachite, mentre sulla nivea cute dei polsi risaltavano elaborati bracciali in rame. Il collo apparentemente esile ed aggraziato reggeva con disinvoltura una massiccia collana argentea ad anelli intrecciati e decorati con intarsi di smalto rosso. L'altera bellezza del viso dai lineamenti delicati ed ingemmato da un paio d'occhi d'ambra era sottolineata dalle chiome castane raccolte in una folta treccia. Si ergeva statuaria al centro della sala dei ricevimenti, attorniata dalla scorta personale. Alla sua destra un guerriero di mezz'età, calvo e baffuto, controllava lo svolgimento della cerimonia d'accoglienza: nessuno avrebbe potuto portare armi con sè, ordine della sovrana di Circinn.

FINE PARTE SECONDA

Pictavia-Capitolo Terzo della Saga di Cu RoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora