Parte Dodicesima

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"Immagino tu sia pronto a morire"-lo provocò il giovane-"Hai più coraggio del tuo miserabile esercito, lo riconosco. Ma io non sono un assassino, rammentalo"

"Quel tuo bastardo mi ha reso monco,  non potrai negarlo"

"Il bastardo", come lo chiami, ha impedito che tu compissi  fratricidio: è un crimine orrendo, dovresti essergli grato. Quando sei tornato, avendo in mente chissà quali turpi disegni, Myrddin ti ha strappato a morte certa. Il tuo breve periodo di detenzione ha permesso a Colmcille di raggiungere Dunadd, lo abbiamo scortato presso re Conall. Hai giocato male le tue carte, il folle piano di Guanora è destinato all'inevitabile fallimento. Detesti tuo fratello semplicemente perchè è migliore di te, una spirale di livore e di sfrenata ambizione ti ha portato a servire la peggiore delle donne, che pure ti disprezza reputandoti semplicemente uno spietato e brutale  galoppino privo del dono dell'intelletto"

"Io... io amavo Guanora"

"L'amore è un sentimento nobile, non ti si addice... la definirei piuttosto una banale infatuazione: è  innegabilmente dotata di un certo fascino, anche se assai scostante"

"Pensaci bene, Talorcan"-intervenne Finn-"Questa è l'occasione che mai ti è stata concessa prima, ogni giornata è un nuovo inizio. Puoi scegliere di cambiare il tuo destino, e quale luogo è migliore di Kelydon per un cambiamento? E' sufficiente il tuo ravvedimento sincero"

Detto ciò, Finn chiamò a sé un cerbiatto

"Egli è Gaheris, figlio di Loth : non il suo doppio o qualcuno che assumerà il suo aspetto, è proprio lui. Quando l'uccidesti eravate in un bosco, rammenti? Ebbene, sappi che chi rende l'anima nella foresta non è mai completamente defunto, trovandosi in un luogo di passaggio. Se lo desideri, verrà con te in Circinn ed avrà l'esatto sembiante umano che aveva prima del delitto. Ti salverà la vita, dal momento che suo padre verrà presto avvertito dell'accaduto"

Talorcan afferrò il moncherino con la mano sinistra e lo strinse forte, perché doleva più del solito. Crollò sulle ginocchia, debole e sconfitto, appoggiando il mento sul petto. Quando rialzò il capo, dinanzi a lui stava la sua vittima in abiti da caccia. Aveva un viso giovane e sobrio, quasi severo ma sereno.

"Raccogli una delle armi abbandonate a terra dai Sassoni, ti tornerà utile. Non causare ulteriori sofferenze alla gente che ti circonda, sarai perdonato"-la voce di Gaheris era priva di risentimento, parlava lentamente scandendo ogni parola-"Ora andiamo, si sta facendo tardi. Indossa questo, sarà freddo tra poco"

Talorcan si strinse nel mantello marrone ancora macchiato di sangue rappreso che l'uomo aveva sganciato dalle spalle e gli aveva porto con gentilezza.

Finn bramì ancora una volta, poi scomparve tra i sempreverdi seguito dal branco. Due cavallini bigi dall'irta criniera vennero presso il principe delle Orcadi.

"Monta su quello maculato, Talorcan. Io prenderò l'altro"

La selva cedette alla tetra  brughiera, austera e deserta. Alle colline brune e spoglie s'avvicendavano le livide torbiere acquitrinose popolate di piante palustri. Dalla fradicia bruma emersero i quattro viaggiatori

"Non s'è ancora fatta sera"-notò Ally-"nonostante la giornata sia cupa"

"Il tempo trascorso a Kelydon non segue regola alcuna, ricorda"-lo informò Gaheris-"Non darti pensiero, saremo a destinazione prima del calar dell'oscurità"

Le due bisacce fornirono alla compagnia un corroborante pasto, che venne consumato senza smontare: le focacce al miele erano squisite, almeno quanto le abbondanti porzioni di salmone affumicato. Gaheris allungò al suo antico carnefice  una grossa pagnotta spalmata di burro giallo e ripiena di succulenta carne suina: Talorcan ringraziò con voce a malapena percettibile, quindi si chiuse nuovamente nel suo impenetrabile silenzio. Dopo ch' ebbero sorpassato una nera pietraia la cittadella di Circinn cominciò a mostrarsi, arroccata su quella brulla collina che la lattiginosa nebbia vespertina non riusciva a celare del tutto.

"Siamo Ally e Cu Roi, scortiamo due ambasciatori scoti"-urlò Cu alle sentinelle di guardia. Vennero fatti entrare senza problemi, mentre Drest e Drostan accorrevano avvertendoli che Guanora, furente, aveva sguinzagliato soldati in ogni dove, con l'ordine perentorio di riportarle Colmcille.

"Immaginavamo sarebbe accaduto"-rispose Ally-"Ci sono importanti novità, soprattutto per Drest e per la regina. Avvisate Myrddin, tra poco saremo al suo alloggio in compagnia di questi due signori: è indispensabile siate presenti anche voi al convegno"


"Finalmente di ritorno, miei cari. Come già saprete, Talorcan è fuggito e... "

Ally interruppe il veggente mostrando il palmo della mano destra

"Ti prego di ascoltare la nostra storia sin dal principio. Talorcan, Gaheris! Abbassate i cappucci"

Drest sbiancò, non riuscendo a reprimere un sussulto

"Talorcan... Gaheris... "

Myrddin lo fece accomodare accanto al braciere, porgendogli un corno d'idromele

"Svuotalo alla svelta, ti aiuterà"

Cu Roi iniziò il racconto dell'incredibile vicenda, nessuno si permise d' interromperlo  ed egli proseguì sino al termine. Talorcan teneva il capo chino, il reprobo  non osava guardare il fratello ancora sbalordito per ciò che aveva udito e veduto.

"Stento a crederti, Talorcan . Non sarà forse l'ennesimo dei trucchi a cui ci hai abituati?"-insinuò Drest

"Kelydon non mente"-lo ammonì Myrddin-"Chi vi dimora o, più semplicemente, vi transita, subisce una serie di profondi mutamenti, pur non cambiando nell'intima  sostanza . Nulla avviene contro la sua volontà, sia chiaro: siamo noi, in gran parte, a decidere il nostro destino. Anche quella che i cristiani chiamano Provvidenza  presuppone un'accettazione consapevole: è il caso di Sigurd,  Jarl dei Lochlannaigh. Certamente tu, Ally, sei stato un incosciente! Quei barbari avrebbero potuto farti a pezzi, ed hai affrontato Talorcan senza valutare la sua esperienza ed abilità nel maneggiare le armi"

"Non ho avuto esitazioni, Myrddin, ma probabilmente non avrei agito in tal modo altrove . Ritengo tutto sia cominciato con il ciottolo che scagliai contro quel cane di braci e di fiamme"

"Esattamente, ragazzo. Kelydon, prima d'essere un luogo fisico, alberga nella nostra testa: lì, gli unici guardiani siamo noi stessi. Persino quest'uomo che non s'era fatto scrupolo di pugnalare il suo re ed aveva tentato di colpire a tradimento il fratello ha dato prova di contegno e dignità"

Brendan il molosso s'era avvicinato a Talorcan. Con i denti strappò via le sozze bende che fasciavano l'arto mutilato e cominciò a leccare il moncone. Lentamente, l'infiammazione ed il dolore svanirono del tutto, e con essi la febbre.

"Vieni accanto a me, Talorcan"-lo invitò Drest con voce ferma. Egli obbedì, i due si strinsero in un interminabile abbraccio che sancì la definitiva riappacificazione.

FINE PARTE DODICESIMA 

Pictavia-Capitolo Terzo della Saga di Cu RoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora