Venne svegliato dal leggero vento d'estate e i primi raggi del sole sfioravano la sua pallida pelle. I cinguettii degli uccelli e il rumore delle automobili in partenza per il lavoro. Nel pieno silenzio, essi riusciva a sentire i suoi vicini urlare contro il figlio per non essersi svegliato in orario. L'odore di toast appena bruciati, accompagnato da un buonissimo profumo di arancia, lo fece svegliare. Sbatté più volte le palpebre, per riprendere bene la vista, ed iniziò a distendere le braccia verso il soffitto. Diede un'occhiata alla stanza: piccola e con la porta socchiusa, un armadio lungo quando la parete ed una sedia accanto per appoggiarci i vestiti sporchi. Un'enorme specchio e dei vestiti buttati a terra. A Keith faceva male la testa e si sentiva in dovere di vomitare da un momento all'altro. Sentiva gli occhi pesanti e, rendendosene conto poco dopo, non si ricordava nulla della giornata precedente.
«Mh... – Iniziò a sbadigliare con gli occhi socchiusi – cosa... è successo?»
Rimase in silenzio per qualche minuto, finalmente, spalancò gli occhi e cadde dal letto nel pieno panico.
Quella non era casa sua.
«Questa stanza... quest'odore...»
Keith si precipitò in direzione dello specchio ed iniziò a guardare il proprio fisico: vi erano dei brutti segni di morsi su tutta la superficie della pelle.
«Buongiorno!»
Lance spalancò la porta con un enorme sorriso sul volto. In mano, posavano i vestiti del compagno.
«Tu... brutto verme! Lance!»
«Ti sei svegliato a quanto vedo! E non urlare, c'è gente che dorme.»
Lance gli fece l'occhiolino, facendo arrossire dall'imbarazzo l'amico.
«Appena ti prendo... sei un uomo morto! Cosa è successo?!»
«Diciamo che... forse ti ho fatto bere troppo di proposito. Era da tanto che non lo facevamo! Sempre impegnato tu.»
Ridette lui portandosi l'indice sul mento divertito.
«Cosa ti è saltato in mente! Insomma... io..t-... noi, l-l'abbiamo f-fatto, mentre ero ubriaco?!»
«Mh, certo che si!»
Keith prese Lance dalla canottiera e lo guardò con aria di minaccia e con occhi pieni di odio.
«Di cosa ti preoccupi, amore?»
«A-amore?! Ti sei bevuto il cervello?!»
«L'hai detto tu ieri di chiamarti amore!»
«Quello non ero io, idiota!»
Urlò nel pieno rossore. Si coprì il viso con le mani, ormai, nel pallone. L'amico, notandolo, gli si avvicinò e prese con le mani il suo viso.
«Ti sei calmato, amore?»
«Lance, vai a quel paese.»
Subito dopo, Lance si buttò sulle sue labbra e, tra un bacio e l'altro, chiedeva perdono in modo dolce e sensuale.«Ti odio.»
«Tanto mi ami!»
«Odio anche quando hai ragione.»Spazio autrice
Okay, questo capitolo l'ho scritto perché mi annoiavo e fa veramente *vomita*
Spero che vi piacciano le One Shot che posterò! Alla prossima!
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Klance||One Shot
Fanfiction[ In questo libro, pubblicherò tante fanfiction sulla Klance (Keith x Lance-Voltron) spero che vi piacciono. ] 'Esiste un filo invisibile. Si dice, che questo filo rosso sia collegato all'anima gemella e che, in un modo o nell'altro, le due persone...