#2: Caffetteria

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Spero vi piaccia! MA aspettatevi One Shot migliori! Hahahah ( si fa per dire D; ) in caso di errori, gomen correggerò. VOGLIO COMMENTI PLEASE XD MUAHAHA

Un delizioso profumo di amaro avvolse l'olfatto del moro ed era come se intorno a lui vi fosse il nulla. La sua mente era persa nel gustarsi quella meritata pausa dopo un lungo lavoro.
Lance McClain, 19 anni. Un ragazzo dalla statura alta e dal corpo robusto, accompagnato da dei corti capelli marroni. Il suo carattere era molto socievole e passava molto tempo con i suoi pochi amici. Lavorava in ufficio e si occupava del reparto vendite, per questo, passava molto tempo davanti al computer portandolo solo alla stanchezza.
«Un altro duro giorno di lavoro, McClain?»
Ridette la cameriera, Isa, versandoli del nuovo caffè nella tazza, quello era il terzo che beveva.
«A quanto pare... la mia azienda, in questo periodo, non se la sta spassando molto bene...»
Sospirò lui ringraziandola.
La caffetteria era un locale molto spazioso e si trovava nel pieno centro della città: vi erano una decina di tavoli, tutti di legno, ed ogni tavolo era occupato da almeno cinque persone. Le pareti erano molto colorate e la gestione era ben organizzata.
La clientela? era abbastanza tranquilla, almeno così dicevano. Lance sapeva che nella sua stessa ora, in quel locale, passavano sempre due ragazzini molto eccentrici, che pensavano soltanto a dei metodi per conquistare le cameriere.

«Buon pomeriggio!»
Sorrise la solita cameriera che serviva il solito caffè al cliente abituale, che in quel momento era Lance.
«Buon pomeriggio a lei. Scusate, sono stato selezionato per lavorare in questa caffetteria nei mesi estivi.»
Lance voltò il volto in direzione dell'entrata, ma non vide questo 'nuovo cameriere' perché era nascosto dietro alla colonna di marmo.
«La stavo giusto aspettando. Quindi siete Keith Kogiane... dico bene?»
«Kogane, Keith Kogane, non Kogiane.»
Ridette lui e a sua volta, fecendo arrossire la ragazza dall'imbarazzo.
«Scusami tanto! Prego seguitemi nell'ufficio. Io e le mie colleghe saremo pronte per ogni sua domanda.»
Keith si mosse e si mostrò in pieno volto agli occhi del bruno: pelle pallida e dall'altezza bassa. Corpo magrolino e con dei capelli piuttosto lunghi e di color cenere e con grandi occhi affilati.
"Non è delle nostre parti..."
Pensò dopo un lungo sorso. Vide quel 'Keith' sparire nell'angolo, dove vi era lo spogliatoio dello Staff.
Dopo aver pagato, Lance uscì dal locale e se ne tornò nel suo piccolo appartamento, che era a pochi passi dal suo ufficio.
«Sono tornato.»
Sapeva benissimo che nessuno gli avrebbe risposto, ma era di sua abitudine salutare quando rientrava e quando usciva.
Si buttò, letteralmente, sul divano, che vi era al centro della stanza, ed accese la piccola TV, posizionata davanti a lui ed appoggiata sopra ad un mobiletto.
«Solite robe, che noia.»
Dopo averla spenta, socchiuse gli occhi e cadde in un tenero sonno profondo.

Se ne stava seduto nel suo solito posto nel locale e l'atmosfera era stranamente inquietante: intorno a lui era tutto buio e si poteva vedere solo la tazzina del caffè, posizionata sul tavolo. Le voci delle cameriere erano molto basse, come se stessero sussurrando. Ma cosa sussurravano? Le tre cameriere furono illuminate nel buio e loro guardavano e indicavano lui.
«C'è qualche problema, McClain?»
Lance spalancò gli occhi, non appena, riconobbe il nuovo ragazzo della Caffetteria, Keith Kogane. La sua voce era molto tranquilla e i suoi occhi guardavano il moro con delicatezza e con un leggero sorriso sul volto.

«Ma che cazzo...»
Sussurrò non appena aprì, di colpi, gli occhi. Si sedette e guardò l'ora sul telefono: erano passate solo due ore.
«Lance, Lance. Calmati era solo un sogno... sarà meglio tornare a lavorare sul progetto.»

– Il pomeriggio seguente...

«Bentornato, McClain!»
«Buon pomeriggio – Sorrise lui – il solito tavolo, grazie.»
Lance si sedette sulla sua solita sedia ed attese che arrivasse la cameriera di turno per il suo ordine. Sospirò osservandosi attorno: l'atmosfera era completamente diversa dal sogno. E perché proprio quel ragazzo? Socchiuse gli occhi rimuginando il discorso che avrebbe dovuto fare il giorno successivo alla conferenza stampa.
«C-Cosa desidera ordinare...?»
«Mh, prendo il solito, grazie.»
«Scusami... sono nuovo. Cosa prende di solito?»
Ancora una volta, Lance tornò nel mondo reale ed osservò il cameriere.
Era proprio quel cameriere.
«Un... caffè. Prendo un caffè, di solito.»
«Un caffè... – Ripeté scrivendolo sul taccuino – qualcos'altro?»
«Il tuo nome?»
«Mi scusi?»
«Il suo nome è Keith Kogane – Disse indicando la targhetta che vi era attaccato sul grembiule nero – giusto?»
«Esatto. E voi siete?»
A Lance batteva il cuore senza alcun motivo.
«L-Lance – Balbettò perdendosi nei suoi freddi occhi – Lance McClain!»
«Bene McClain. Il suo ordine sarà pronto il prima possibile.»
«Lance, chiamami semplicemente Lance, okay?»
«O-Okay... Lance.»
Era come se avesse perso un battito.
Perché era così felice nel sentire il suo nome pronunciato da lui?
Poco dopo, Keith arrivò con il suo ordine.
«Senti... potresti sederti con me?»
«Vorrei tanto, ma ora sto lavorando. Però se vuole alle 7:00 finisco il turno.»
«Alle 7:00 passo a prenderti, posso?»
«Certo... dove vorrebbe andare?»
«Andiamo al parco, che ne dici?»

– Quella sera...

Lance, appoggiato ad un palo della luce, attese che Keith uscisse dalla caffetteria. Non aveva idea del perché lo avesse invitato, anche perché loro due erano totali sconosciuti.
«Eccomi, scusa l'attesa, ma dovevo spazzare il pavimento.»
«Tranquillo, andiamo?»

Keith se ne stava seduto sull'altalena ad osservare i pochi bambini rimasti nel parco.
«Allora, ti piace questa città?»
«Non mi lamento. Sono qui da una settimana... ho iniziato a lavorare ieri pomeriggio... ed oggi sono con uno sconosciuto. Direi tutto bene.»
Ridette lui dondolandosi leggermente.
«Come mai lavori in una caffetteria?»
«È un inizio. Sai, il mio vero scopo è quello di diventate un medico, per sapere, che lavoro fate?»
«Io? Un lavoro noioso sulle aziende, nulla di eroico come il tuo.»
Sorrise il castano nel vederlo felice.
«Capisco. Quindi sei nato in questa città?»
«Esatto. Conosci qualcun altro, oltre a me?»
«Le cameriere e basta.»
Passarono infinite ore, finché, non arrivò il momento di separarsi nelle proprie strade.
Keith ringraziò molte volte Lance per questa 'meravigliosa' uscita.
«Grazie per aver accettato di uscite con uno sconosciuto.»
Ridette grattandosi la nuca dall'imbarazzo.
«Allora, ci vediamo domani alla caffetteria, no?»
«Esatto, a domani, Kei- Kogane!»
«Chiamami pure Keith, va bene, Lance?»
Il ragazzo cadavere si avvicinò a Lance e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia destra, in seguito, sparì fra le case con un enorme sorriso, lasciando Lance nel pieno rossore.

Il giorno seguente, Lance ritornò alla caffetteria con un sorriso a trentadue denti.

Il giorno seguente, Lance ritornò alla caffetteria con un sorriso a trentadue denti

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