Capitolo 33

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Krystal's pov

"Io e Marc, come tu ben sai, padre di George, ci sposiamo."

"Verranno a vivere qui con noi"

Il mio primo pensiero quando queste parole prendono forma nella mia mente non è 'ma che bello! Adesso non saremo solo io e mia madre a casa!', no. No, ciò che mi viene in mente non ha nulla a che fare con questo.

Come ha fatto mia madre a tenermi all'oscuro di tutto questo? Pensavo mi ritenesse una donna.

Me l'aveva detto proprio lei il giorno in cui ho cambiato il mio guardaroba. Quindi era solo una frase di circostanza? Non posso fidarmi nemmeno di mia madre ora?

Non è proprio il cambiamento in sè che mi ferisce e che porta i miei occhi ad inumidirsi, ma è solo il non essere considerata da mia madre come una persona con cui confidarsi, da lasciarmi così male e stordita.

A dire la verità, non mi dispiace nemmeno l'idea che mia madre si risposi, il padre di George è una bravissima persona, rimasto vedovo pochi anni dopo la nascita di George. Ha cresciuto il suo unico figlio con amore e dedizione senza fargli mancare nulla.
Quindi, il fatto in sè di ritrovarmeli a casa non mi disturba. Anzi, avere un fratello maggiore è da sempre stato il mio sogno più recondito.

Ma il rifiuto di mia madre di confidarsi con me mi ferisce così tanto che scappo in camera mia, districando velocemente la mia mano da quella di Gabriel, che ha assistito a tutta la vicenda dandomi un sostegno con la sua semplice presenza.
Ma non riesco a chiudermi nella stanza che la persona in questione, mi blocca e circonda il mio corpo con le sue forti braccia.

Ed è proprio lì che il famoso vaso delle emozioni viene scoperchiato ed esse vengono fuori attraverso strazianti urla, singhiozzi e lacrime calde.

Scivoliamo a terra, ancora stretti l'uno all'altro.

Faccio fluire la mia rabbia e frustrazione dando dei continui pugni sul petto di Gabriel e gridando al punto da farmi diventare la voce roca, ma quando tocca al dolore e a tutta la sofferenza sopportata dal primo litigio dei miei genitori che avrebbe portato presto al divorzio, le grida si trasformano in singhiozzi e lacrime.
Stringo convulsamente la maglia di Gabriel nelle mie mani chiuse a pugno e piango tutte le mie lacrime.

Piango per tutto quello che è successo nella mia vita.
Piango fino a disidratare il mio corpo.
Piango con il sottofondo delle carezze e delle paroline dolci e rassicuranti del ragazzo che mi stringe fra le sue braccia muscolose.

Piango tutte le mie emozioni, fino a sentirmi svuotata.

"Stai bene?"

Sto bene? Sto bene veramente?
Mi sono appena fidanzata con il ragazzo più bello di tutto il mondo -e non sto esagerando-, mi ha ricontattata colui che sarebbe mio padre e che non sentivo da anni e sono venuta a sapere che avrò presto un fratello, nonché ragazzo della mia migliore amica e mio carissimo amico, e mia madre si risposa.

Sto bene? No, sto perfettamente!

Lo sguardo che gli lancio è molto eloquente perché alza le mani in segno di scusa, facendomi sentire la mancanza del suo tocco.
Con sgomento, mi rendo conto anche che una sensazione di freddo mi ha percorso non avendo più le sue mani sulla mia schiena.

Distogliendo lo sguardo da quello intenso e inquisitorio del ragazzo mugugno un 'grazie' quasi impercettibile.

"Non mi devi ringraziare, piuttosto dovrei scusarmi."
Lo guardo interrogativamente, quindi, malizioso, mi indica il suo organo che tenta di sottrarsi dalla sofferenza inflittali stando nei pantaloni stretti.

Un rossore mi colora le guance e per sottrarmi al suo sguardo, metto la testa nell'incavo del suo collo.

Il suo petto viene smosso da una risata molto profonda e sexy, poi vibra in quanto prende parola.

"Ma non è colpa mia: ti muovevi così tanto, che anche il mio povero autocontrollo ne ha risentito!"

Alla fine mi scappa una piccola risata seguita poi da un mugugno decisamente poco femminile.

"Krystal..."

"Hmm..."

"Ci sarò io con te. Non sarai sola. Affronteremo la situazione insieme."

Fino a quel momento credevo che avessi finito le lacrime, ma a quanto pare il mio corpo è sempre pronto a sfornarne delle altre.

Gabriel, vedendo le lacrime scendere copiose sulle mie guance ormai bagnate dice:" Non l'avrei detto se avessi saputo che avresti reagito così!"

E anche questa volta, riesce a strapparmi una risata.

E so per certo che ormai mi sono pazzamente, perdutamente innamorata del mio ragazzo.

Assieme a questa consapevolezza però mi assale anche una furia sconosciuta.

È colpa sua se provo questi sentimenti e se mi ritroverò da sola con il cuore spezzato.

È colpa sua se sostenendomi sempre mi ha fatto innamorare di lui!

È solo colpa sua!

La rabbia presto si trasforma in dolore perché so di non essere ricambiata.
Lui non ha mai parlato di amore. Sì, gli interesso, ma non stiamo parlando della stessa cosa.

Nascondendomi ancora di più tra le sue braccia calde e che mi infondono una sicurezza allarmante, scaccio dalla mente tutti i pensieri negativi e ripenso lucidamente a come devo comportarmi con coloro che sono rimasti al piano inferiore e che sicuramente avranno scoperto le disastrose condizioni della casa.

"Ahhh! Krystal! Cos'è tutto questo disordine?"

Appunto...

Un'intrigante scommessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora