Capitolo 13

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Finché...
"Ehi, tesoro, fammi divertire un poco, dai!"

Mi trovo vicino a uno stanzino in un angolo remoto della scuola. Per fortuna non c'è nessuno che passa lì vicino, esclusa me, ovviamente. Mi nascondo vicino la porta, desiderosa di sapere cosa sta succedendo all'interno di quel minuscolo abitacolo. Chi sono? E, sopratutto, cosa ci fanno qui? Quando tutti i comuni mortali sono a lezione? Spalmati sulle loro sedie estremamente scomode e troppo alte rispetto ai banchi. Del tipo 'fatemi venire la gobba subito'.
L'intelligenza dei professori, o di non so chi prenda queste decisioni senza capo né coda, è relativamente poca.

"Che povera illusa! Scansati immediatamente!" sento una voce terribilmente familiare. Non riesco a capire bene tutte le parole, né chi sia colui che ha trattato così male questa ragazza. Forse se lo merita, ma parlare in questo modo! È dannatamente esagerato! Nessuno meriterebbe di sentire queste parole così crudeli! Il mio primo istinto è quello di spalancare la porta e dirgliene quattro, ma la curiosità di sapere la reazione della femmina mi trattiene. Quindi, stringo i pugni, per fermare le mie tentazioni assassine e mi acquatto più vicino possibile alla porta.
"Che cattivo!" Stava continuando a scimmiottare come niente fosse! Ritiro tutto, forse se lo merita veramente! Come può rendersi così ridicola? Faccio involontariamente una smorfia di disgusto e mi accingo ad alzarmi, quando l'altra voce mi trattiene.
"Non sono cattivo! Ti ho già detto di lasciarmi stare! I patti erano chiari! Io non voglio!"
Si è addolcito, almeno un cuore ce l'ha questo!
"O per caso non puoi?" mentre, la voce femminile si inasprisce ad ogni parola pronunciata.
"Non sono cazzi tuoi e ora se non mi lasci uscire te la passi brutta!" dice categorico, alzando il tono. Riesco a percepire il disprezzo contenuto a stento nelle parole. Probabilmente si è messo in un guaio più grande di lui e ora ne paga le conseguenze. Peggio per lui! Sono stanca di preoccuparmi di tutti. La bambina dolce e spensierata è morta. E sepolta. Ora, c'è solo un'altra Krystal che ha preso il suo posto.
Una Krystal che non mi piace.
Che odio con tutta me stessa e che non riconosco più. Vorrei avere una bacchetta magica e tornare a Cuba, prima che i miei genitori si separassero. Prima di intraprendere un lungo viaggio verso il cambiamento. Un viaggio che mi ha portato qui, con niente di concreto in mano. Sono una nullità. Non riesco a fare mai niente di buono. Le uniche cose che mi riescono meglio sono rendere difficile la vita agli altri e far soffrire a causa mia. Non posso e non devo continuare così!
"Togliti!" Ora sta gridando e si percepisce anche della esasperazione nella voce. Che voce sexy! Ma un attimo, io la conosco.
Lui è...

***

Ciao ragazzi! E ragazze, ovviamente! Ve l'ho fatto sospirare molto questo capitolo eh? Ma alla fine eccomi qua a fare un piccolo saluto e a ringraziare tutti coloro che seguono le mie storie (Fatal Bond; Un sogno a occhi aperti e questa), votandole e commentando, ma anche semplicemente leggendo.
Al prossimo capitolo :)
Alessia

Un'intrigante scommessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora