Capito 2

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-Zio ma la casa del tuo amico dov'è?

-siamo quasi arrivati piccola mia, tranquilla.. Ma perché stai tremando

- hm... Non lo so zietto, ma sento che qualcosa non va. Forse ho dimenticato qualche pennello. Oh, ma non è meglio fare un' altra volta? Oggi non me la sento molto.

- dai siamo quasi arrivati.

- ma perché non dovevo dirlo a mamma e papà, saranno molto preoccupati.

-no, non lo sono. Alexia tranquillizzati dovrai solo fare un disegno come sempre..

- si ma ho molta paura

- dai guarda siamo arrivati

Scendiamo e lo zio mi tiene la mano ben stretta, entriamo nella casa del suo amico ma non c'è nessuno andiamo in camera da letto e intanto io tra le mani ho la mia valigetta. Lo zio mi dice di rimanere fuori perciò io aspetto, lo sento parlare con il suo amico.

-quanti anni ha?

- ne ha 10

- sicuro non dirà niente?

- ne sono più che sicuro, tu hai il materiale?

-si, falla entrare

Mi sveglio di soprassalto da questo incubo che mi tormenta da quel giorno. Il dolore ricompare ma questa volta non piango non stringo il mio peluche, voglio solo urlare, urlare forte e far uscire la mia frustrazione. Ho bisogno di qualche pillola, ma qui a casa non ne ho. Se lo venisse a sapere mia madre come minimo mi caccerebbe via di casa, anche se  è nel procinto di farlo. Non mi capacito ancora del perché, ma mia madre è sempre scontrosa.

Sin da piccola non mi faceva invitare le mie amiche a casa, si lamentava sempre di qualsiasi cosa io faccia, mi sottovaluta e mi scoraggia davanti a tutti come se fossi un futile oggetto che le ha solo intralciato la vita.

Scuoto la testa dai miei pensieri e guardo l'orario sul telefono.

Le 4:46.

Prendo il telefono in mano e mando un messaggio a Gabriel.

"Per domani hai qualcosa?"

Neanche il tempo di posare il telefono che già mi ha risposto

"si, cosa vuoi di preciso?"

"qualsiasi cosa.."

"ok, allora ci vediamo domani alle..."

"all'una va bene per te? Non possiamo fare al mattino ho lezione domani e non voglio fare scenate oppure riceverne"

"ok va benissimo, allora a domani dolcezza "

"ciao Gabriel"

Esco dalla chat e comincio a girovagare nei diversi social.

Dopo un'ora mi preparo e scendo a fare "colazione". Io al mattino non mangio mai, beh in teoria non mangio neanche negli altri pasti perciò non mi sembra un problema. Prima di uscire di casa però vado in bagno e ricopro le borse che ho sotto gli occhi. Mi finisco di truccare ed esco.

La giornata passa velocemente e alla fine ho dovuto rimandare l'appuntamento con Gabriel  perché mi sono ricordata di avere un rientro pomeridiano.

Entro nella classe assegnataci e mi siedo al primo banco libero che trovo, dopo che la stanza si riempie, entra un ragazzo. Non un ragazzo qualsiasi ma "Il" ragazzo. Quello di ieri a ginnastica. Non l'ho mai visto in questo corso, probabilmente è nuovo, ogni volta c'è qualcuno che ne vuole far parte.

Infatti dietro a lui ci sono altre 2 ragazze e un ragazzo che parlano senza badare al fatto che la prof dietro di loro li sta incenerendo con lo sguardo, probabilmente per non aver fatto caso alla sua presenza, dato che tossisce per attirare la loro attenzione. Si scusano e i tre ragazzi occupano i tre posti rimanenti, mi continuo a girare e il disagio aumenta nel mio corpo.

Si siede accanto a me come pensavo e intanto mi continua a fissare non capacitandomi del perché.

"allora, come ti chiami?"

Ha parlato con me per caso?

"hey, sto parlando con te"  ripete appoggiandomi la mano sulla spalla, ma io mi scosto violentemente.

e che cazzo vuole sto qua ora? Mi metto la maschera e mi presento.

"Alexia, tu?"

"bel nome, protettrice...."

Dice grattandosi il mento. Non capisco cosa abbia, mi fa piacere che abbia detto che il mio è un bel nome, ma protettrice cosa vuol dire?

"non capisco?!"

"oh nulla, il tuo nome vuol dire "protettrice" e comunque persona che protegge qualcosa dentro di se e che tiene qualcosa di grande, tu cosa nascondi?"

" continuo a non capire... "

Dico facendo finta di niente e come se quello che mi avesse detto non sia solo la pura verità ma una cazzata sparata a caso.

"comunque io mi chiamo Aiden, ovvero fiamma. Il mio nome mi caratterizza molto. Una fiamma che brucia, brucia molto ma di questo bruciore fa luce"

Non so cosa rispondergli, sono senza parole. Chi si ricorderebbe il significato di tutti i nomi?

Anche se devo ammettere che mi intriga molto. Mi piacerebbe conoscerlo di più e sicuramente non me ne pentirei.

"Alexia, giusto?"

"si,.."

" la maschera... Lasciala cadere"

Rimango paralizzata dalle sue parole, non so proprio cosa dire. Come ha fatto uno che mi conosce appena ad accorgersi di ciò che provo.

"non... Va beh lascia stare" lo liquido con una mano e ritorno a guardare fuorni dalla finestra aspettando che la prof si decida ad iniziare questa lezione.

"da quand'è che frequenti queste lezioni?"

" penso da quando ho iniziato a frequentare la Miami Beach Senior High School, è un corso molto affascinante ma credo lo mollerò tra poco"

" perché?" Mio dio! Ma non la smette con le domande? Quanto cazzo è impiccione?

" sai, questo è l'ultimo anno per me  e dato che  io ho già abbastanza crediti per l'esame non serve a nulla frequentarlo se alla fine non ne ricavo nulla e in più questo corso mi occupa già abbastanza del mio tempo libero" gli rispondo con tono calmo e placato, mentre continuo a guardare fuori dalla finestra. 

Sento un flebile "ah..." Arrivare da parte sua e decido di continuare la conversazione ma questa volta guardando i suoi occhi.

" e tu perché hai cominciato a frequentarlo proprio ora?"

" mi sono appena trasferito, c' è voluto tempo  prima di conoscere tutte le offerte formative che offre questa scuola e rendermi conto che c'è un corso che scorre nelle mie vene"

" l'arte scorre nelle tue vene?"

"già..." Dice in modo disgustamente fiero. Sinceramente la gelosia si inizia a far sentire ma non ne bado e continuo a guardare un punto fisso che avevo smesso di osservare per parlare con l'individuo al mio fianco.

La prof finalmente si decide di iniziare la lezione.

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