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Londra ai giorni d'oggi.

Erano le prime luci dell'alba , di una nebbiosa giornata di metà marzo , e si percepiva nell'aria un leggero sentore di pioggia , cosa a cui Kristina era abituata da tempo essendosi trasferita a Londra molto giovane. La ragazza stava tornando a casa dal lavoro ,e camminava con passo svelto e sicuro, finché non s'imbatte nella calca della metropolitana. A quell' ora di punta era quasi impossibile riuscire a prendere la metro in orario. C' era chi scendeva , chi saliva , chi dava l'ultimo bacio all' amato , chi si fermava sulle righe gialle venendo colto in flagranza dai controllori, insomma un vero putiferio. Kristina, con la sua valigetta a tracollo si
diresse come suo solito verso il binario che l'avrebbe portata a Victoria station, anch'esso gremito di gente.In tutta quella calca sulla metro ad un certo punto si sentì chiamare da qualcuno , ma quando si voltò non trovo alcuna faccia amica . "Sarà sicuramente la stanchezza che mi gioca brutti scherzi.... Non devo più lavorare fino tardi ,prossima volta che Frederick mi chiederà di fargli un favore dovrò assolutamente trovare una scusa . Primo o poi sennò oltre che le voci vedrò anche i fantasmi".La ragazza ad un tratto venne interrotta bruscamente dalle sue congetture ,da qualcuno che le pungolava la spalla.Lei da sempre non riusciva a tollerare quel gesto,infatti giratasi di scatto era già pronta a dire due parole al misterioso scocciatore ma s'interruppe ancora prima di iniziare . Davanti a lei infatti c'era una graziosa signora sull'ottantina ,con un un naso aquilino sui cui poggiavano un paio di occhiali dalla montatura argentata, due occhi grandi segnati da profonde occhiaie,dei capelli brizzolati e sul capo un buffo cappellino a piume rosa shocking e una borsa abbinata.<<Mi scusi non volevo disturbarla, ma vede sto cercando la linea della metro per Victoria station perchè devo andare a trovare mio nipote , e non so bene quale sia il percorso da fare. Sarebbe così gentile signorina da accompagnarmi ?>>. Dopo un'iniziale smarrimento mi si sciolse la lingua: <<Certamente , si figuri signora , guarda caso devo anche io prendere la sua stessa linea , sarò entusiasta di poterla accompagnare>>. Mentalmente ringraziai il cielo di non averle urlato contro prima ancora di essermi girata , spesso infatti mi capitava di farmi prendere dai miei bollenti spiriti e di scatenare il mio stato emotivo sulle persone che mi stavano accanto. La presi gentilmente sottobraccio e insieme ci dirigemmo verso la linea appena annunciata.Nel breve tragitto scoprii che la signora si chiamava Elvira , e che era originaria di Venezia ma che per amore si era trasferita a Bath. Rimanemmo sulla metro a chiacchierare tranquillamente del più e del meno , dai miei sogni di poter un giorno diventare una conosciuta giornalista e di viaggiare il mondo ,ai desideri più umili di un'anziana signora che il mondo l'aveva già visto, e ne aveva colto i suoi molteplici aspetti. Elvira infatti pur apparendo un'indifesa e gracile signora , in realtà in gioventù era stata un'atletica giovane, piena di spirito d'iniziativa e un incessante desiderio di avventura. Proprio per questo suo desiderio aveva viaggiato molto e anche per via del suo lavoro di antropologa , era potuta entrare in contatto con molti popoli di usi e costumi completamente differenti dai nostri. Più andavamo avanti a parlare più perdevo la concezione del tempo ,quella donna era una vera e propria miniera di sapere ! Era un piacere poter conversare con lei , ma purtroppo la voce all' altoparlante ci comunicò l'arrivo alla nostra destinazione, e dovemmo congedarci. <<A quanto pare il nostro "viaggio" insieme si conclude qua , ma non è un addio , preferisco definirlo un arrivederci ; cara Kristina non parlavo cosi tanto con qualcuno , che non hai idea di quanto tu mia abbia illuminato la giornata. Spero tu mi possa venire a trovare qualche volta , anche se so bene che voi giovani d'oggi avete poco tempo per noi anziani , persi per i vostri sogni e desideri>>. Tirando fuori dalla sua borsetta rosa un bigliettino , me lo porse. << Mi venga a trovare per un tè la prego , risiedo in un condominio in centro a Londra , qui sopra c'è scritto il mio indirizzo e i metodi per contattarmi . Non si preoccupi nell'avvisarmi cosa vuole che faccia un'anziana come me ormai ? Al massimo sarò al supermercato o da mio nipote>>. << La ringrazio Elvira , e spero proprio di riuscire a venire per un tè ,non appena mi libererò dal lavoro le prometto che verrò .Arrivederci>>. Oltrepassati i vari controlli ,e salita sul mio treno per Ashford,mi sistemai in un posto libero e tirai fuori dalla mia valigetta il laptop. A quanto pare Frederick non aveva perso tempo a chiedermi favori .... Sulla schermata delle e-mail erano già comparse tre nuove notifiche . Iniziai a leggerle svogliatamente , finché non mi cadde l'occhio sull'ultima ricevuta, era di mio marito. L'e-mail di Erick presentava solamente due parole:ti aspetto. Nonostante la semplicità e la concisione di questa breve frase , per me fu comunque di grande conforto dopo la lunga serata passata. Mio marito era a casa .

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