Capitolo 13

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Pov. Cristina

Francesca intrecciò i miei lunghi capelli bruni al lato destro della testa, per evitare che mi dessero fastidio durante la gara ed io intanto mi allacciai i guanti ad entrambe le mani. Valentino mi guardava divertito, come se vedermi in un atteggiamento tanto serioso ed in quel contesto in cui l'aria si tagliava col coltello gli facesse uno strano effetto. Fra mi porse il casco ed io lo infilai, quindi raccattai gli occhiali protettivi, pronta ad indossarli sulla griglia di partenza e cominciai i miei "riti propiziatori", a cui ero fedele anche prima delle prove, perché il mio sport non è sicuro quanto può esserlo il golf ed anche le prove sono un rischio, anche con l'esperienza. 

Nonostante non credessi molto nelle unioni religiose né fossi realmente certa che tutto quel che diceva la Chiesa fosse giusto, non mi ritenevo atea, anzi, credevo e come nell'esistenza di Dio, altrimenti non mi sarei spiegata il mio riuscire a sopravvivere a tante cadute quasi mortali; mia madre mi aveva regalato una catenina d'argento che aveva come pendente un crocifisso ed uno dei miei riti prima della gara era stringerla fra le dita e recitare qualche preghiera, sperando che qualcuno lassù mi proteggesse. Finito di pregare andai ad accarezzare la luccicante scocca blu della Yamaha che mi accompagnava dall'inizio di quel campionato e mi stava regalando innumerevoli soddisfazioni e per ultimo strinsi la mano a tutti i ragazzi della mia squadra.

Mi voltai verso Valentino, che sorrideva, seduto in un angolino.

-Buona fortuna per le prove, Regina.-Il suo sorriso si allargò, mentre si alzava per lasciarmi un bacio sulla porzione di fronte scoperta dal casco. 

Queen era il soprannome che mi ero guadagnata grazie al mio primato di quattro titoli iridati ad una donna in WMX, molti fra gli italiani mi chiamavano semplicemente "Regina" o "Regina del Motocross", ma io, pur essendone lusingata, lo trovavo un titolo nobiliare immeritato ed un po' esagerato. 

-Grazie, Dottore.-Ricambiai il saluto e salii sulla moto che portava il 29 della mia data di nascita sul davanti.

Le prove andarono bene, mi ero piazzata seconda ed avevo un buon feeling con la moto, nonostante i problemi alle gomme che mi avevano rallentato ed impedito di tagliare per prima il traguardo. Assen, insieme a Loket, era una delle piste che preferivo, un po' perché mi avevano sempre portato fortuna, un po' perché mi ci divertivo come da nessun'altra parte. 

Slacciai il casco e lo tolsi, sospirando sollevata nel poter tornare a respirare con regolarità, quindi sfilai gli occhiali protettivi e mi tolsi i guanti, sistemando tutto sul tavolino nell'angolo del box e sedendomici vicino. Fra mi porse una bottiglietta d'acqua ed io mi ci sciacquai il viso e la testa, per poi distendere i muscoli del collo e berne un po'. Mi sentivo completamente indolenzita, dopo tre ore di prove sotto il sole cocente di quella mattina di fine Agosto. Nonostante i problemi alle gomme fossero lievi e facilmente risolvibili poi, ero preoccupata per quello che sarebbe potuto accadere nel caso in cui non fossimo riusciti a trovare una soluzione entro la gara e temevo di non riuscire ad aggiudicarmi il quinto titolo tanto agognato e per il quale mi ero impegnata durante tutto il campionato.

-Sei stata fantastica.-Il sorriso di Vale, che si sedeva davanti a me e mi accarezzava il ginocchio, mi ridiede un po' di buon umore e mi distolse dalle mie preoccupazioni.

-Grazie, ma non era abbastanza.-Commentai, ricambiando il sorriso e prendendo un altro sorso d'acqua. 

-Boia, ma che pretendi?!-Mi canzonò, ridacchiando-Il secondo posto, con i problemi che hai avuto, mi sembra che basti e avanzi!-

-Beh, sono un tipo esigente.-Mi spiegai, divertita e vidi Valentino scuotere il capo a destra e sinistra, esasperato.

Feci per dire qualcos'altro, ma lo squillare del mio telefono, vicino al casco rosso che avevo indossato fino a pochi minuti prima, mi distolse dal filo del discorso. 

-Puoi passarmelo, per favore?-Chiesi a Vale, che era il più vicino al tavolo.

-Chi è?-Chiese Francesca, a braccia conserte, mentre Valentino lo recuperava. A quanto pareva la mia privacy era diventata di dominio pubblico.

-Leonardo.-Il volto di Vale si scurì quando lesse il nome sul display e mi lasciò il telefono fra le mani.

-Vorrà sapere delle prove.-Osservai, per poi alzarmi ed andare a parlarci fuori dal box. 

Mentre io e Leo parlavamo avevo il cervello completamente scollegato ed i mille pensieri che si affollavano nella mia testa erano tutti rivolti a cosa avrebbe potuto pensare Vale di quella telefonata; non gli avevo detto ancora nulla del fatto che io e Leonardo fossimo rimasti insieme e di certo non volevo che lui venisse a saperlo in quel modo. Avevo paura della sua reazione e che lui potesse allontanarsi da me, dopo una cosa del genere; ci tenevo troppo a lui per perderlo per i miei errori continui e mi sarei odiata se fosse successa una cosa del genere. 

...

Pov. Valentino

-Cos'è questa storia?-chiesi a Francesca, appena Cris si fu allontanata dal box. Mi sudavano le mani e sentivo uno strano tremolio percorrermi le gambe; avevo paura che lei avesse cambiato idea e fosse tornata sui suoi passi e soprattutto fra le braccia di chi non la meritava.

-Di che parli?-Finse di non capire, mascherando un fare piuttosto nervoso.

-Lo sai di che parlo. Non voleva lasciarlo?-Chiesi, spazientendomi per il suo essere vaga.

-Forse è meglio se ne parli con lei...-Mormorò Francesca, incrociando le braccia al petto e guardando per terra. Capivo che non volesse tradire la fiducia della sua migliore amica, raccontandomi qualcosa di intimo riguardo a lei, ma sapevo bene che sentire quelle parole da Cristina per prima sarebbe stato troppo difficile per me, perché non sarei riuscito a mascherare la delusione.

-Allora stanno ancora insieme...-Constatai, serrando la mascella. Quella consapevolezza mi cadde addosso come un macigno e non feci altro che chiedermi perché Cristina si ostinasse tanto a voler soffrire per qualcuno a cui di lei-evidentemente-non importava affatto, finché non tornò.

Aveva il volto tirato ed un'espressione piuttosto ansiosa. Sistemò il telefono nella tasca della tuta da cross, per poi posare i suoi occhi azzurri sulla mia espressione affranta. Francesca non mi aveva dato una risposta, ma io sapevo già di aver avuto ragione a pensare che Cris e Leonardo si fossero riappacificati.

-Voleva sapere delle prove.-Si spiegò, mordendosi il labbro inferiore con nervosismo. 

-State ancora insieme?-Lo chiesi senza neppure riflettere sul peso che le mie parole avrebbero potuto avere e fu come strappare un cerotto, fastidioso ma liberatorio. Cristina indugiò qualche secondo ad incrociare il mio sguardo, poi annuì ed il mondo mi crollò addosso.

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora