Capitolo 18

562 23 4
                                    

>>Premessa<<

Subito dopo questo capitolo uscirà il primo di un'altra mia storia: "|Instagram| Valentino Rossi" che non è altro che la raccolta di immagini nella pagina instagram di Cris; siccome la pagina si aggiornerà in contemporanea con quello che succede nei capitoli, da ora in poi metterò la data prima di cominciare a scrivere, così potrete ricollegare ogni capitolo ad ogni foto che pubblicherò nell'altra storia. Spero di essermi fatta capire e che vogliate dare un'occhiata a questa cosina che mi ronzava in testa da un po' ^-^ 

Buona lettura <3

Lunedì 29 Settembre 2016

Continuavo a fare avanti e indietro davanti alla finestra, aspettando di sentire Valentino citofonarmi e quindi vedere la sua auto parcheggiarsi nel mio vialetto. La gara del giorno precedente mi aveva sfinita ed in teoria, appena tornata a Rimini, avrei dovuto passare ore a dormire, invece mi ero svegliata molto presto per badare a mia nipote, mentre mia cognata lavorava e da un paio d'ore ero tornata a casa, nell'attesa che arrivasse Vale. 

Mia cognata Beatrice e mio fratello hanno una bambina bellissima che si chiama Sara ed è l'amore di sua zia. Fra me e Bea c'è un bellissimo rapporto, anche perché lei e Gianluca sono stati fidanzati sin da quando io avevo dodici anni e quindi lei mi ha praticamente cresciuta; aveva insistito per far stare la piccola Sara con la babysitter quel giorno, in modo da farmi riposare, ma io avevo voluto tenergliela mentre lavorava ed ero stata irremovibile, così io e la mia nipotina avevamo passato la giornata nello studio fotografico di sua madre. Sorrisi, riguardando la foto che Beatrice mi aveva scattato proprio quella mattina; erano mesi che insisteva sul volermi fare delle foto professionali da appendere in studio ed io mi ero sempre rifiutata, perché non mi ritenevo adatta a fare da modella, ma quel giorno mi ero lasciata scattare almeno una foto ed ero piuttosto soddisfatta del risultato, tanto da volerla incorniciare.

Sentii il campanello suonare e sobbalzai, dirigendomi di scatto verso il citofono e pigiando sul pulsante in grado di aprirlo. Vidi il cancello scorrere lentamente verso destra e poi l'auto di Valentino entrare e parcheggiare nel vialetto. Corsi fuori e appena scese dalla macchina e me lo trovai davanti, ai piedi del pianerottolo, gli saltai letteralmente addosso, gettandogli le braccia al collo e stampandogli un bacio sulle labbra morbide. 

-Ehi, cos'è tutta questa accoglienza?-rise, quando ci staccammo.

-Mi mancavi.-Scrollai le spalle, sorridendo.

-Non ci vedevamo da meno di ventiquattr'ore!-Osservò, continuando a ridacchiare nel guardare la mia espressione.

-Appunto. Entra!-Ordinai, aprendo la porta e trascinandolo dentro, mentre lo tenevo per mano. 

Lo condussi in salotto e gli dissi di mettersi a sedere sul divano ad isola grigio, mentre mettevo sui fornelli del caffè. Tornai in salotto, aspettando che il caffè uscisse e decisi che, nonostante tutto lo spazio sul divano, dovevo sedermi addosso a Vale, così mi sistemai sulle sue gambe, stringendolo come se avessi voluto soffocarlo.

-Non respiro!-Protestò, districandosi e prendendo fiato.

-Scusa.-Risi, dandogli un bacio leggero.

-Mi piace tutto questo affetto.-Mormorò, strofinando il viso contro il mio petto e sistemando la testa sul mio cuore, che batteva ad un ritmo sovraccelerato, come ogni volta che ero con lui.

Un sorriso dolce e spontaneo mi si distese sul volto. Avrei voluto poter scegliere di passare la mia vita a non far altro che stare appiccicata a Valentino ed ero sicura che sarei stata felice di farlo, soprattutto quando provavo la serenità infinita che solo la sua presenza riusciva a darmi. Era tanto tempo che non stavo così bene con me stessa e con qualcuno e finalmente riuscivo a godermi a pieno e senza preoccupazioni né rimorsi una relazione, non mi sentivo pressata dalla fretta di una qualche decisione e potevo vivere con spensieratezza quello che, pian piano, io e Valentino stavamo diventando. 

-Cos'hai detto ai giornalisti?-Mi domandò improvvisamente, come se la preoccupazione per la mia risposta l'avesse distolto dal coccolarmi.

-Niente. Aspettavo di parlarne con te-Gli risposi, storcendo il naso al solo pensiero.

-Senti, per esperienza io direi di ammettere che ci stiamo frequentando. Non ci lasceranno in pace finché non potranno incastrarci con qualche scatto rubato o che so io e comunque lo verranno a sapere, quindi essere sinceri ci renderebbe le cose più facili, per come la vedo io-Disse tutto d'un fiato, guardandomi con un espressione seria sul volto.

-Anche io credo che sia inutile nasconderci. Se lo facessimo i prossimi mesi sarebbero un inferno e saremmo perseguitati più di quanto succederebbe se ammettessimo di starci frequentando. Io non sono molto conosciuta, perché il WMX non è famosissimo, ma tu sei Valentino Rossi, l'Italia muore dalla voglia di sapere chi è la fortunata che sta con te!-Ridacchiai nel pronunciare l'ultima frase.

-Quindi ti ritieni fortunata?-Mi chiese, con un ghigno, mentre sollevava un sopracciglio in un'espressione buffa.

-Ma tu capisci sempre solo quello che vuoi capire?-Gli chiesi, roteando gli occhi.

-Il più delle volte-Scrollò le spalle e si beccò un colpo sulla spalla, per poi scoppiare a ridere, mentre si massaggiava la parte dolente. 

-Vado a controllare il caffè.-Annunciai, districandomi dalle sue gambe e dirigendomi in cucina.

-Lo sai, ho notato una cosa...-Esordì, mentre bevevamo.

-Cosa?-Chiesi, incuriosita.

-Tutte le volte che beviamo caffè, succede qualcosa di bello. Berrò caffè tutti i giorni, da ora in poi!-Disse, con un'espressione buffissima.

Scoppiai a ridere, appena ebbe concluso e sistemai la tazzina sul tavolino da caffè poco distante, per allacciare le braccia al suo collo e lasciarli una miriade di baci sulle labbra, che sapevano di caffè. Le sue mani mi sfiorarono la schiena e sentii i suoi baci scendere e lasciare una lunga scia rossastra sul mio collo. Presi ad attorcigliare le dita nei suoi ricci biondi, mentre sentivo le sue labbra premere con avidità sulla pelle del mio collo, poi fummo interrotti dallo squillare del mio cellulare. Lessi il nome con la coda dell'occhio: "Papà".

-Non rispondere...-Mi pregò Vale, stringendomi.

-E' mio padre, magari è importante.-Insistetti, staccandomi e sorrisi intenerita nel sentirlo sbuffare, quindi mi portai il cellulare all'orecchio.

-Babbo?-

-Ehi cucciola! Sei libera?-Mi chiese, con un tono piuttosto urgente.

Guardai Valentino, che standomi appiccicato riusciva a sentire la conversazione e lo vidi annuire.

-Sì, perchè?-

-Devo parlarti di una cosa. Puoi venire a casa?-Mi chiese.

-Va bene, dammi una decina di minuti e arrivo. Ciao, Babbo-Riattaccai, dopo che ci fummo salutati.

-Non ti preoccupare, ti aspetto qui-Mi sorrise Vale, senza neppure lasciare che aprissi bocca.

-Faccio prima che posso, giuro.-Tirai fuori il labbro inferiore in un'espressione supplichevole, sperando che Valentino non se la prendesse e lo vidi sorridere, divertito, così mi tranquillizzai-Fai come se fossi a casa tua!-Conclusi, stampandogli un bacio a fior di labbra, quindi recuperai le chiavi dal mobile in corridoio ed uscii di casa, diretta verso quella dei miei genitori.

Angolino autrice

Scusate se i capitoli 17 e 18 sono stati di passaggio, ma mi servivano per dare continuità alla storia e nel prossimo ne vedrete delle belle! Baci <3

Gra

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora