5. -I Told You Once-

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I due uomini stretti in un particolare abbraccio sentirono delle grida.
In quel momento importava parzialmente cosa stesse succedendo, ma Erwin non poteva starsene seduto sapendo che i suoi soldati potevano morire da un momento all'altro.

Fece per alzarsi sotto lo sguardo contrariato del corvino.

-Dove vai?- Gli chiese l'uomo più giovane.

-Devo raggiungere i miei compagni. Hai sentito quelle grida?- Rispose il biondo avvicinandosi con il braccio sano al più piccolo. -Dammi una mano.- Gli chiese gentilmente.

Il più basso annuì afferrando la mano sinistra del comandante. Col movimento tridimensionale si diressero verso il luogo da cui provenivano le grida. Un titano si stava cibando di soldati ormai deceduti o mezzi vivi.

Erwin impallidì.
Era ciò che si definiva disastro, ciò che non doveva accadere e che invece stava succedendo difronte ai propri occhi.

Uno spettacolo disgustoso, raccapricciante.

-Uccidiamolo.- Ordinò il biondo ricacciando le lacrime indietro.

Levi sbuffò prima di unirsi al più grande in battaglia.
Il corvino era distratto dalla presenza di tutti quei corpi, sembravano quelle persone che lui si divertiva ad uccidere.

'Meriterei io di morire, non solo quel gigante.' Pensò ritrovandosi molto simile al mostro che ancora si stava nutrendo di corpi.

Levi scacciò il pensiero dalla propria testa, nonostante il senso di colpa stesse nascendo dentro il proprio cuore.

'Se quelle persone sono morte, è perché in fondo erano deboli. Il più forte vince questa è la verità.' Tentò di distrarsi il più piccolo con altre parole, a cui cominciava a non credere più.

Sentì la voce del biondo richiamarlo. Alzò gli occhi quanto bastava per incontrare il titano davanti a lui allungare un braccio.

Riuscì ad evitare di essere afferrato, si spostò in tempo allontanandosi dal gigante e appostandosi su un albero.

Erwin lo uccise in pochi istanti come aveva fatto poco prima. Nonostante la ferita, era fermamente convinto di dover la vita per quelle persone e di salvarne quante più possibili.

'Sono fuggito...' Si ripeteva il corvino ancora appollaiato sul ramo.

Il comandante lo raggiunse, lasciò un sospiro costatando che l'uomo stava bene.

-Perdonami.- Disse abbassando il capo Levi.

-Per cosa?- Si accigliò il più grande.

-Per tutto.- Rispose semplicemente il corvino. -Ho lasciato che quel titano ti ferisse, non mi sono importato degli altri, per due volte sono stato distratto ed ora mi sono ritirato dalla battaglia.- Spiegò poi con le lacrime agli occhi.

Il comandante accarezzò la testa del più giovane con l'unica mano disponibile.
Passò alla guancia sollevandogli il viso, incontrò gli occhi argentei del più basso colmi di lacrime.

Alcune sgorgarono ricadendo sulle guance di Levi, il biondo le asciugò con le dita.

-Me l'hai detto mesi fa. Preferisci la tua vita a quella degli altri, ma io ti ho reclutato pur sapendo di ciò. Se oggi è successo tutto questo è colpa mia, sono io il comandante e il comportamento dei soldati è una mia responsabilità.- Sussurrò Erwin continuando ad accarezzare il più giovane. -Tuttavia, tu non sei fuggito. Sei qui, mi pare. Ti stai ancora preoccupando per me e le tue lacrime sono vere. Levi, sei uno dei miei migliori soldati.-

L'uomo più giovane nell'udire le parole del biondo scoppiò a piangere. Si avvicinò al petto del comandante lasciandosi andare.

Pianse mentre Erwin lo stringeva a sé sussurrandogli che andava tutto bene.
Il corvino pensava alle proprie azioni.

In passato aveva ucciso, aveva portato morte e oggi l'aveva rischiata per ben due volte.
La presenza del più alto erano forse una benedizione o un miracolo, ma erano state essenziali per la sopravvivenza del più giovane.

-Erwin perché mi hai salvato?- Gli domandò alzando lo sguardo sull'uomo stretto a lui.

-Te l'ho detto una volta. Mi preoccupo di ogni vita e se ce n'è una da salvare sono il primo a farlo. Non ho paura di morire e... tengo a te.- Rispose il biondo accarezzando con un dito la guancia del più basso.

Levi non era sorpreso dalla risposta, era ciò che si aspettava, ma il fatto che l'uomo tenesse a lui lo fece sorridere.

Sorrise all'uomo, meravigliato da una simile reazione, e lo abbracciò. Si alzò in punta di piedi raggiungendo malamente il collo del comandante e si lasciò sollevare da quest'ultimo.

I due uomini si abbracciarono a lungo in quella solitaria foresta.

I Don't Wanna Live Forever   //EruRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora