Gli arcieri erano pronti, posizionati su un'altura che dava una vista magnifica sulla valle, seppur non ammirabile in tempi del genere. Susan era alla loro guida, alta e fiera come solo una Regina poteva esserlo. Selene era a capo della truppa sottostante, quella dei soldati e voltò per osservare le truppe ordinatamente disposte, facendo poi cenno ad Edmund.
"Mi Regina, combatterò al suo fianco qualsiasi cosa accada" disse Oreius guardandola negli occhi.
"Che le stelle ci guidino" rispose lei.
Volse lo sguardo alla sua destra, dove Peter, fissava l'esercito nemico che avanzava nettamente numeroso verso di loro.
Vi furono attimi di interminabile silenzio, durante i quali, la Strega diede ordine al suo esercito di avanzare. L'esercito di Narnia attese.
Gli arcieri scoccarono le frecce, uccidendo molti membri delle seconde linee. Poi fu il turno degli ippogrifi, che si calarono sull'esercito nemico, ne presero di peso alcuni soldati e li trasportarono fino alle rocce, lasciandoli poi cadere.
Non restava che dare il segnale alle truppe.
Selene e Peter calarono l'elmo in un gesto coordinato e avanzarono verso la folla che li attendeva e che avanzava inesorabilmente verso di loro.Lo spazio lasciato al movimento era ridicolosamente ristretto. Nonostante ciò, Selene colpì con un gesto soltanto tre delle creature che la circondavano. Respirando a fatica, riuscì a farsi strada sempre più verso il centro dell'esecito nemico, dove c'era la Strega. Un leopardo tentò di attaccarla, ma un fauno lì vicino si buttò addosso all'animale per impedirglielo. La ragazza si voltò per osservare la scena, ma dovette schivare i colpi di un minotauro dalle fattezze più grandi che avesse mai visto, con il quale intraprese un duello a dir poco leale. Fu un abile colpo alle zampe della creatura, che lo fece cadere a terra. Nel frattempo Edmund era sceso lungo la vallata, gli occhi carichi di rabbia, un sentimento che era solito provare. Si diresse verso la Strega ignorando i diversi intralci lungo in tragitto.
"Scendi dalla quadriga e combatti!" le urlò
"Ed, torna al tuo posto!" urlò di rimando Peter. La distrazione gli impedì di evitare il colpo di una megera che gli scalfì il volto.
Ma Edmund ignorò le parole del fratello e le risate della Strega, che era scesa dalla quadriga ed era pronta ad affrontare il giovane.
Passarono molti attimi ad osservarsi, muovendosi l'uno in direzione opposta all'altro in cerchio.
Fu dopo poco però, che il primo colpo venne sferzato, da parte del ragazzo, che si lanciò verso la Strega, che fu abile nello schivare e colpire ben più di una volta. Ella riuscì poi a recuperare una spada dal uno dei suoi soldati che era a terra, probabilmente morto. Nella mano sinistra reggeva quello che era, secondo le parole di Aslan, uno degli strumenti più malvagi di Narnia: uno scettro in grado di trasformare qualsiasi cosa esso toccasse, in pietra.
Selene e Peter assistevano al duello tra un colpo e l'altro, riuscendo anche a scambiarsi qualche occhiata preoccupata tra loro.
Un soldato, un fauno probabilmente incosciente della situazione, si avventò contro la Strega, che con un gesto quasi pigro della mano, lo pietrificò. Questo non fece che adirare il giovane sfidante, che fece riprendere il duello più accanito di prima.
Una strana sensazione balenò nel petto di Selene, che si avvicinò sempre più alla scena."Allora giovane Re, vedo che sei pronto a morire" disse la Strega, armeggiando abilmente con la spada e facendo cadere al ragazzo la propria. "E allora...morirai!" disse, e si avventò sul ragazzo per trafiggerlo.
Ciò che avvenne dopo fu un assoluto silenzio nel quale sarebbe stato possibile udire anche i battiti del più lontano dei soldati. Ambedue gli schieramenti erano come congelati: nessuno combatteva più.
L'urlo del Re Supremo era stato ben udibile da chiunque in quel momento.
Edmund, che aveva chiuso gli occhi forse più per prepararsi al momento che per la paura, fu sopreso di sentire ancora il suo affannoso respiro. Quando ebbe il coraggio di aprire gli occhi, quello che vide fu forse anche peggio della luce bianca di cui tutti parlano.
La Strega teneva la spada con entrambe le mani, che per metà finiva in un corpo dalle fattezze per niente maschili.
Ritrasse la spada."Papà, ma perchè Oreius non può venire con noi?"
"Te l'ho detto bambina mia, tu sei l'unica creatura oltre a me, che può attraversare le mie terre senza problemi. Come tutte gli abitanti di Narnia, anche lui un giorno ci accompagnerà, ma temo che il ritorno non gli sarà possibile."
La bimba dalle guance rosee e paffute sorrise, nonostante fosse ancora perplessa. Perchè solo lei? Cosa c'era in quelle terre che rendeva impossibile l'andata, ma non il ritorno?
Il lembo di terra sul quale i suoi piedi poggiavano era circondato da entrambe le parti da acqua, dello stesso colore dei suoi occhi. Si divertiva a passare da una parte all'altra dove l'acqua era più chiara, che al suo passaggio formava un arco e poi le si richiudeva alle spalle.
Ella si ritrovava poi in un mondo non molto diverso da Narnia, dalle immense colline verdi e montagne spigolose, abitato da persone che conosceva solo in numero ridotto, ma che le si rivolgevano a lei come fosse la sua Regina. Quelle creature erano straordinariamente sempre felici. Sembravano non essere a conoscenza del maleficio che le sormontava il cuore, e la piccola Regina sentiva che anche se l'avessero saputo, non gli sarebbe importato.
Fece ritorno al caldo sole di Narnia dopo quelli che parvero giorni, poichè iniziava a sentire la mancanza del papà, impegnato in "brutte faccende" come diceva sempre il signor Babbo Natale, conosciute anche con il nome di "guerre".