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Passò una settimana, durante la quale vennero forgiate le ultime spade e diverse altre creature, presero a far parte del loro esercito. Sapevano che quello della Strega era di gran lunga più numeroso, ma Aslan diceva sempre che la causa per la quale si combatte, rende il numero dei combattenti secondario.

Era innegabile però, che servisse più spazio all'accampamento, per contenere più tende e dare un maggiore spazio per gli allenamenti.
Un gruppo di orsi e tassi venne mandato a cercare del terreno limitrofo adatto.
Il signor Tasso accorse preoccupato "presto, presto, venite!"
I Re e le Regine seguirono la creatura, che li condusse verso il terreno che avevano setacciato.
Ciò a cui si trovarono davanti fu uno spettacolo straziante: il suolo era stato compleatamente seccato, era diventato nero come la pece, i fiori erano appassiti, gli alberi rinsecchiti.
"Che cosa è successo qui?"
"Vostra Maestà, crediamo sia opera della Strega Bianca: deve aver ridotto così i terreni sui quali il vostro incantesimo non aveva alcun potere, come strategia per trovarci!"
"Non c'è più tempo, è ora di combattere" proferì solennemente Aslan "al sorgere del sole, la guerra sarà combattuta"
Ci fu un vocìo generale, che il Grande Leone zittì con un potente ruggito.

"Mia amata, tu sai cosa fare" disse, rivolgendosi alla Regina Suprema, che fece un quasi impercettibile cenno con il capo.
Lentamente, si inginocchiò su quel terrendo che faceva piangere il cuore del popolo che lo calpestava. Pose le mani davanti a se e le adagiò sul suolo. Al tocco, la terra ebbe un fremito. Un prato di impeccabile erba verde, alberi dalla corteccia possente, ramoscelli e cespugli presero vita in tutta l'area circostante, sostituendosi a quelli distrutti dalla magia della Strega.
Non le servì girarsi per sentire il boato di gioia che irruppe nel suo popolo. Passarono alcuni attimi prima che gli alberi prendessero completamente vita e si inchinassero al cospetto della loro Regina e creatrice, che ricambiò il saluto.
Vennero piantate quindi nuove tende e la speranza che invase i cuori dei narniani fece scoppiare di gioia il cuore dei sovrani.

Non molto più tardi, Lucy, Selene e Susan, uscirono per una passeggiata al di fuori del campo, cercando una sorgente d'acqua in cui fare un bagno.
Non servì fare molta strada: trovarono un laghetto sormontato da una cascata la cui acqua, al riflesso con la luce solare, creava un arcobaleno che lasciò le tre ragazza estasiate.
Si tolsero i pesanti vestiti e si concessero un bagno, giocando e schizzandosi con l'acqua.
"Lucy, guarda" Selene, con un gesto elegante della mano destra, creò un getto d'acqua che fece gironzolare intorno alla bambina, che rimase estasiata.

"Vostre Maestà" li interruppe un satiro, spaventando le tre ragazze che, come Eva dopo l'aver commesso il Peccato, coprirono le loro grazie e si nascosero l'una dietro l'altra.
"Soleus, ci hai spaventate!" disse Susan, ormai dalle guance color porpora.
"Chiedo scusa Vostre Maestà, ma il Re Aslan voleva che vi annunciassi che il banchetto di augurio per la guerra sta per cominciare"
"Ti ringraziamo Soleus, saremo tra voi a breve" annunciò Selene.
Il satiro imbarazzato, tornò all'accampamento, mentre le ragazze si guardarono. Lucy e Susan ridacchiarono.
Uscirono dall'acqua, porgendosi a vicenda asciugamani della seta più pregiata per asciugarsi. Indossarono vesti da cerimonia pulite e consegnarono quelle sporche alle Ninfe del lago, sopraggiunte per aiutarle.
"I miei ringraziamenti" disse Selene, facendo segno di riverenza alle Ninfe.
"Oh Vostra Maestà, per Vostra Grazia questo ed altro" rispose una delle Ninfe. Parlottarono e ridacchiarono tra di loro, invitando colei che aveva parlato a porre la domanda che tutte si ponevano.
"Vostra Maestà, per caso siete a conoscenza del nome del bel satiro venuto a chiamarvi?" chiese la Ninfa, imbarazzatissima. "Io e le mie compagne abbiamo avuto il piacere di intravederlo..."
Era quasi del tutto buio, la luce delle Ninfe era l'unica cosa che irradiava la scena. Non era facile intravederlo, ma Selene scommetteva stesse arossendo: i legami tra satiri e Ninfe non erano nuovi tra gli argomenti delle fiabe.
"Il suo nome è Soleus, mie dolci Ninfe. Sarò lieta di fargli i miei saluti da parte vostra"
"Oh mia Regina, siete così gentile! Ecco, permettete che siamo noi a lavare gli abiti di  Vostra Grazia"
"Che il signore d'Oltremare vi possa essere grato quanto lo sono io" disse la ragazza.

"Vostra Maestà saprà liberarci dalla Strega, non è vero? Certo che sì! Le Ninfe saranno al vostro fianco!"
"Lunga vita alla Regina Suprema! Lunga vita ad Aslan! Lunga vita a Re Peter! Lunga vita alla Regina Susan! Lunga vita a Re Edmund! Lunga vita alla Regina Lucy!" esclamarono in un coro melodioso.
Le tre fanciulle salutarono le Ninfe e tornarono al campo, ove i festeggiamenti erano già iniziati. Non appena si furono avvicinate davanti al grande tavolo dove sedevano i Reali, calò il silenzio.

"Miei fedeli sudditi" iniziò Aslan "domani, affronteremo la guerra che riporterà splendore e gloria alla nostra amata Terra. Il nome e le gesta di ciascuno di voi che combatterà valorosamente sarà ricordato per sempre narrato alle generazioni future e avrà un significato speciale per ognuno di noi." guardò poi Selene, facendo cenno con il capo.

"I sovrani figli di Adamo e figlie di Eva ed io, saremo al vostro fianco, che il signore d'Oltremare possa amarvi e proteggervi come ha sempre fatto!" proferì la Regina "godetevi questo banchetto in vostro onore"
La folla innanlzò i calici al cielo e tutti brindarono in onore di ciascuno.

"Selene" la chiamò una voce
"Dimmi mia dolce fanciulla!" esclamò la ragazza alla vista del viso sempre allegro e dalle guance rosee che l'aveva chiamata.
"Posso combattere anche io domani?" le chiese
"Vieni mia Lucy, allontaniamoci da questa folla in festa e concediamoci una passeggiata"
Entrambe intrapresero il sentiero verso il bosco, con figure formate da tanti fiori di ciliegio che allietavano i loro passi, intonando una dolce melodia.
"Lucy" prese a dire Selene "la guerra è una brutta faccenda"
"Ma io voglio combattere! Sono una Regina di Narnia"
"Sei la Regina di Narnia alla quale è stato fatto dono di un potente elisir in grado di curare qualsiasi ferita, da un grande e paffuto uomo dalla barba bianca. È corretto cio che dico?"
Lucy rise e annuì
"Quindi" riprese Selene "avrai l'importantissimo compito di curare i nostri feriti. Può sembrarti una cosa da niente, ma al popolo serve una Regina che li guidi quanto una che tenga vive le loro speranze."
"E poi" continuò vedendo il volto della bambina non ancora convinto, bensì rattristato "non sarai lontana dal campo di battaglia, starai con Aslan nelle retroguide ed insieme interverrete qualora le cose... non dovessero mettersi bene"

"Selene, ti voglio bene" disse e l'abbracciò.

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