2.

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Nessuno comprese le parole della Strega, ma la preoccupazione che esse aveva provocato negli occhi del grande felino era innegabile.
Selene aveva il cuore in gola: aveva capito perfettamente di cosa la Strega stesse parlando e non poteva permettere che quello che era accaduto al povero fauno accadesse di nuovo.

"Aslan, devo andare" proferì non appena ebbe udienza privata. "è me che vuole, non la guerra"
Il leone le ruggì contro. "No. Non permetterò che tu finisca nelle sue grinfie"
"Ma... Bleik... è stato ucciso! E come lui verranno uccisi tutti! Scoppierà la guerra!"
"Non permetterò che nessun altro venga ucciso" disse il leone.
La ragazza esitò a rispondere. Guardò dietro le spalle del felino, verso un punto fisso della tenda, prese il suo pugnale e lo tirò contro il tessuto.
"Ahi!" fece una voce.
Edmund entrò nella tenda tenendosi l'orecchio appena scalfito dal pugnale, dal quale usciva del sangue.
"Non ti hanno mai insegnato che non si origliano le conversazioni private?" disse la giovane.
Edmund non sapeva cosa rispondere, Peter accorse, probabilmente perchè aveva sentito il fratello gridare.
Per la prima volta in due giorni riuscirono a guardare la ragazza in viso. Peter pensò per diversi attimi che non fosse la stessa persona che aveva salvato suo fratello, il cui tono aspro delle parole, non corrispondeva neanche lontanamente alla bellezza che la caratterizzava. Si ritrovò stupidamente ad ammirare ogni parte del suo viso, compresa la struttura ossea perfetta. Ma ciò che gli impedì di pensare ad altro furono gli occhi di lei. Di un blu come l'oceano che circondava le Terre di Narnia, come il pregiato color Lapis Lazuli.
"Suvvia Selene, il nostro figlio di Adamo deve sapere cosa sta succedendo" la interruppe Aslan.
"Bene, divertiti a raccontarglielo" ribattè lei.

Nessuno al campo si era mai permesso di rivolgere quel tono nei confronti di Aslan. Selene uscì dalla tenda.
"Ogni cosa a suo tempo, mio caro Peter" lo congedò Aslan.
Calò la notte sul campo. Gli alberi, si lasciavano cullare dolcemente dal vento che soffiava tra i loro rami, i soldati di guardia erano gli unici svegli.

Selene preparò in gran fretta un sacco infilandovi alcune misere provviste ed utilizzando un contrappeso, lo legò a Philip. Sfuggì alle guardie facendo il giro del sentiero principale e rifugiandosi dietro le tende dei soldati. Non sapeva bene se la Strega si trovasse ancora al suo accampamento o al suo castello, ma decise di intraprendere la strada fatta per salvare il giovane Edmund. Quando il vento soffiava meno forte, e Philip trotterellava dolcemente, ella si girava di scatto, convinta di sentire dei ramoscelli spezzarsi sotto dei passi che non erano i suoi.
Raggiunse l'accampamento della Strega, ove tutto era ancora in fermento. Non si preoccupò di passare inosservata, bensì percorse il sentiero principale, facendosi ben vedere da tutte le creature lì presenti, che iniziarono a ridere di lei e a grugnire. Avanzò fino alla tenda della Strega e si annunciò. "Jadis, sono qui, come volevi" gridò con quanto fiato aveva in corpo. La Strega uscì rapidamente dalla tenda e rimase estasiata alla vista della ragazza.

"Oh... mia dolce bambina, sapevo saresti venuta da me... anche se credevo che il leone te lo avrebbe impedito." Si guardò intorno "dimmi...dov'è lui ora?" chiese.
"È rimasto al campo, non sa che sono qui" rispose la ragazza.
La Strega sfoderò un sorriso soddisfatto.
"Prendetela." Disse semplicemente.
Rapidamente, due Minotauri le legarono mani e piedi e lei non oppose resistenza.
Nonostante fosse quasi l'alba, il cielo continuò a rimanere scuro.
La Strega le si avvicinò, le prese il viso e lo accarezzò. Si guardavano fisse negli occhi, per quanto la luce flebile delle torcie permettesse loro. La ragazza fu colpita dalla stessa mano che pochi attimi prima accarezzava le sue guance asettiche.
Cadde a terra per la violenza del colpo.

"Morirai al tramonto" disse la Strega voltandole le spalle e allontanandosi.
Selene sentiva una strana sensazione soffocarle il petto e farle bruciare gli occhi. Aveva probabilmente voglia di piangere, ma non l'avrebbe mai fatto.



"Aslan, cosa sta succedendo?" esclamò Lucy una volta sveglia, vedendo il cielo nero che sovrastava l'accampamento.
"Chiama i tuoi fratelli e tua sorella, è giunto il momento che voi sappiate" le disse il felino. Lucy corse verso le tende in cui alloggiavano e ben presto i fratelli Pevensie furono tutti riuniti.
"È andata, non è vero?" chiese Peter
"Chi è andata? Dove?" chiese confuso Edmund.
"Aslan, dov'è Selene?" accorse Susan.
"Dobbiamo andare a salvarla!" esclamò Lucy

"Non spetta a noi questo compito" proferì il leone "vedete... c'è molto che dovete sapere. Tempo fa, Jadis ed io governavamo fianco a fianco le terre che ora ci circondano. A Narnia splendeva il sole, gli alberi danzavano e la pace prosperava tra i suoi abitanti. Tempo dopo, ella creò le terre di Charn, perchè non volle più condividere il potere e nelle terre da lei sola governate io la esiliai. Venni a sapere che mio padre, il grande imperatore d'Oltremare, prima del suo atto di egoismo, le aveva fatto dono di una bambina, tanto sua quanto mia. Era chiaro che ero intenzionato a vederla. Mi bastò un sguardo per far sì che le nostre anime si riconoscessero e si unissero per sempre. Peccai di egoismo e volli quella bambina tutta per me. La tolsi dalle grinfie della strega, che le lanciò un incantesimo che le congelò il cuore. La bambina era nata sotto la stella più luminosa del cielo che guida i navigatori, figlia della Terra quanto del Mare, è ora Regina Suprema delle Terra e dei Mari di Narnia, ed è ora che voi impariate a conoscerla con il suo nome..."
"Selene" concluse Lucy per lui "riesco a sentire il legame che vi lega anche quando tra voi non ci sono parole... proprio come tra me ed il mio papà..."
"Ah ecco perchè è così... distante..." fece Edmund
"Ma... Aslan... perchè non puoi spezzare tu stesso l'incantesimo?"

The Queen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora