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Durante il precipitoso e rocambolesco viaggio di ritorno, mentre si teneva saldamente stretta a Peter, le orecchie di Selene rimasero ben vigili, in attesa di percepire qualche rumore nemico.
Una volta arrivati all'accampamento, tra lo stupore generale e i volti sollevati di tutti nel vederli fare ritorno, la ragazza corse verso la tenda principale, senza proferire parola. Uscì brandendo la spada e si diresse contro Peter, furiosa.
"Perchè l'hai fatto?"
"Ti avrebbe ucciso!" le rispose lui, indietreggiando.
Le nuvole si mossero, scurendosi ancora di più.
Aslan ruggì.  "Dovresti mostrarti riconoscente"
"Non avrei avuto nessuno da ringraziare se l'avessero ucciso!" sbraitò la ragazza
"Peter, ragazzo, ti ringrazio di aver salvato mia figlia."

Un rombo di tuoni impedì altre parole. La ragazza scese verso la valle, allontanandosi dal resto del gruppo.

"Peter, ragazzo, ti chiedo scusa per questo suo comportamento e ti ringrazio per il tuo gesto eroico"
Nel frattempo, diversi fulmini si poterono intravedere nel cielo.
"Non capisco Aslan...perchè è arrabbiata?"
"Hai messo in pericolo la tua vita e a Narnia non servi a niente da morto, secondo lei"
"Perchè preferiva lasciarsi morire?"
"Sa che siete in grado di affrontare la guerra anche da soli, ma che Jadis non si sarebbe data pace se non l'avesse uccisa"
"È stata lei ha salvare me. Ha innalzato un muro di fuoco che avrebbe spaventato chiunque... non aveva certo bisogno di me per difendersi e di certo senza di lei avremmo poche speranze di vincere"

Aslan esitò un attimo prima di rispondere.
"Ti sento fremere dalla voglia di parlarle, và pure ragazzo mio... fa' smettere questo temporale..."
Peter corse al di sotto della collina.

"Al gioir del cuore, il sole splenderà. Quando rabbia e tristezza avanzano, un temporale sarà" citò il signor Castoro.
"Proprio così" rispose Aslan

Peter trovò Selene seduta di spalle sotto un ciliegio, con le gambe piegate e le braccia su di esse.
"Va via" proferì la ragazza, sentendo i passi del giovane.
"Io volevo... volevo solo ringraziarti per aver combattuto accanto a me... ero venuto a salvarti, ma non ce l'avrei fatta se non fosse stato per te."
"Incredibile... credevo di valere qualcosa di più come Re Supremo e bla bla bla..."

Selene si girò verso di lui. I suoi occhi, così come il cielo, stavano tornando ad essere blu.
"Cosa sai della profezia?" gli chiese
"Solo quello che ci ha detto il signor Castoro" rispose "che io, mio fratello e le mie sorelle avremmo risvegliato Aslan e riportato la Primavera a Narnia sconfiggendo la Strega"
"È così. Ma c'è dell'altro"
"Ti prego di illuminarmi"
"Nella profezia c'è scritto anche che uno dei figli di Adamo o delle figlie di Eva è destinato a sciogliere l'incantesimo che aleggia sopra il mio cuore... che sono sicura saprai per via di mio padre"

"Come dovremmo fare per sciogliere l'incantesimo?"
"Hai mai letto un libro di fiabe quando eri tra gli umani?"
"Mio padre era un professore prima che... partisse per la guerra" sospirò Peter "ci ha insegnato a leggere fin da quando eravamo in fasce" sorridette al ricordo, abbassando lo sguardo. Selene lo guardò affascinata, un fiore spuntò vicino a loro.
"E come viene salvata la principessa alla fine di quasi tutte le fiabe?"
"Con un bacio?"
"Interpretabile come un gesto d'amore. Che filosoficamente parlando, secondo la profezia potrebbe essere rappresentato da qualsiasi sfaccettatura della parola amore, quali affetto, dedizione, un'inclinazione profonda nei confronti di qualcosa, gentilezza, compassione, la vicinanza disinteressata, la fedeltà e la preoccupazione benevola nei confronti di altri esseri viventi, anche il desiderare il bene di altre persone."
Peter era estasiato dal suo modo di parlare, riusciva chiaramente a vedere la Regina Suprema dentro il corpo di una ragazzina della sua stessa età.
"Quando ho salvato Edmund, è stato un gesto d'amore" continuò la ragazza. "Ma che mi è costato un congelamento ulteriore del cuore, oltre che uno sforzo"
"Mi stai dicendo che se tu provi anche solo a provare amore, esso non fa che congelarsi?"
Selene annuì silenziosa, volgendo lo sguardo al terreno.
"Per questo stare vicino a mio padre non fa che peggiorare le cose... e so quanto lui ne soffra"
"È anche per questo che nessuno sa come sia fatto il tuo sorriso?" chiese ingenuamente il ragazzo
"Parole di Oreius, suppongo"
Peter annuì. Ci furono lunghi attimi di silenzio.

"Tra noi...ehm, umani... se qualcuno non dimostra amore nei nostri confonti non siamo molto propensi a ricambiare..."
"I narniani sanno quanto affetto e riconoscenza io provi per loro... per questo si rivolgono a me con la semplice riverenza e devozione che spettano ad una Regina. So come funzionano le cose tra voi umani... quando ero nelle Terre di Aslan ho passato molto tempo ad osservarvi...ed è qui che sta la difficoltà della profezia"
"Ce la faremo, in un modo o nell'altro. Te lo prometto."

Dopo quella conversazione, Peter aveva compreso meglio quali fossero le leggi che regolavano quella mente e quell'anima maledetti. E non poteva che esserne affascinato.
•••••••••••

Selene e alcuni centauri posero un incantesimo sul campo, per renderlo invisibile solo ad occhio nemico.
Nel pomeriggio che seguì, alcuni orsi fecero ritorno dai boschi con una manciata di legna, che gettarono al centro del campo degli allenamenti.
"Che ci fanno queste legna qui?" chiese Lucy
"Credo siano per me" disse Selene.
"Lo sono" rispose Aslan
"Lo sai che non ci riesco" disse, guardando il felino negli occhi.
"Peter mi ha detto che hai alzato un intero muro per proteggervi"
"È stato un caso fortuito!" esclamò lei.
"No, non lo è stato. Avanti" ordinò il felino.

Selene chiuse gli occhi e si concentrò. Mise entrambe le mani davanti a lei e si sforzò, ma niente, se non minuscoli frammenti di ghiaccio ne uscirono.
Nessuno sapeva bene cosa stesse succedendo o come interpretare la scena.
"Wow" disse Edmund
"Concentrati" le ordinò Aslan, rimproverando il ragazzo con lo sguardo. "Focalizzati su qualcosa che ti scaldi il cuore"

Selene non aveva la più pallida idea su cosa focalizzarsi. Cercò aiuto negli occhi di Susan, sua compagna di tiro con l'arco, che aveva gli occhi di chi ne sapeva meno di lei. Poi guardò Lucy, che le sorrideva per incoraggiarla. Suo padre la fissava deciso.
Perse la concentrazione, il cielo stava minacciosamente facendosi scuro di nuovo.
"Selene, forza, puoi farcela!" le urlò Lucy, facendola sentire meglio. Alle sue parole, sentì un calore piacevole irradiarle il petto.
In lontanza sentì la voce di un centauro che faceva a duello con Peter sopra la collina.
Rimase a guardarlo, distraendosi da ciò che doveva fare, ed il fuoco divampò dinanzi a lei.

The Queen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora