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Narnia era un luogo affascinante.
Comune per i suoi abitanti, perchè spesso non si apprezza appieno la bellezza di ciò con cui si convive ogni giorno. Ma era solo lontanamente immaginabile quanto potesse essere bello agli occhi di una bambina di cinque anni, che vi era giunta per la prima volta quando era fuggita dal luogo chiamato da tutti "le Terre di Aslan". Non era stato molto difficile persuadere il vecchio satiro che badava a lei, che non aveva saputo resistere ai suoi occhietti vispi e furbi.
Attraversando il passaggio che solo lei e suo padre si era detto potessero attraversare, arrivò in una distesa interminabile di verde, dove un piccolo villaggio sorgeva.
Rimase estasiata da tutto ciò che la circondava, i fiori vennero ad accarezzarle il viso, il vento la incitava a continuare.
La piccola non aveva idea che quello da cui veniva protetta fosse così bello, così... magico. Era inconsapevole persino di esserne la Regina.
Impegnata com'era a lasciarsi ammaliare dal canto delle ninfe, non si rese conto di essere arrivata vicino alle montagne che si ergevano imponenti. Appena raggiunta una metà dell'altura, le ninfe che fin'ora le avevano allietato il cammino, tornarono indietro.
Avendo notato un cambiamento nella temperatura, la piccola pensò avessero semplicemente freddo.
Non si rese conto di quanto le temperature si fossero abbassate, fino a quando non si trovò davanti ad un enorme castello completamente fatto di ghiaccio.
Sentiva i piedini congelati, quindi pensò che andare dentro al castello sarebbe stato confortevole e caldo. Ma non fu così.
Dentro le mura di ghiaccio faceva ancora più freddo, ma nonostante ciò continuava a non sentire alcun fastidio.
Al centro di una magnifica sala vi era un trono, anch'esso interamente di ghiaccio.
Iniziò poi a sentire un battito cardiaco, che per quante volte l'aveva sentito, sapeva fosse di un lupo. Desiderosa di fare nuove amicizie, battè le mani e saltellò sul posto.
Ma il branco che uscì da dietro il trono imponente, non sembrava contento di vederla, iniziarono infatti a ringhiare e a circondarla.

"Indietro" disse una voce soave "chi abbiamo qui?"
Una donna molto più alta di quelle che abitavano le Terre di Aslan, dalla pelle color porcellana e avvolta in un candido vestito grigio perla si avvicinò a lei.
Non seppe bene quale istinto si risvegliò in lei, ma le venne da piangere.
"Che Shiva possa maledirmi se questa bambina non è...chi penso che sia!" disse estasiata la donna.
"Capelli a color del sole, occhi a color del mare..." continuò iniziando a girare intorno alla piccola.
"Dimmi piccola... qual è il tuo nome?"
La bimba esitò, poi disse semplicemente "Selene"
Il volto della donna si illuminò.
"Colei che porta il nome della dea greca della notte! Ricordo ancora quando il tuo piccolo e mortale cuoricino iniziò a battere, quando il signore d'Oltremare ti donò a me, e a me soltanto...così come ricordo quando smise di battere, quando lo congelai... perchè lui ti portò via da me... dimmi piccola, sai chi sono io?" le chiese, la bambina fece diniego.
"Io sono tua madre..."

"No!" urlò una voce, un ruggito susseguì.
Furono attimi veloci, durante i quali la piccola Selene non capì cosa stesse succedendo.
Un gruppo di soldati aveva fatto irruzione e stava lottando con il branco di lupi, mentre suo padre, il potente leone Aslan, si accaniva contro la donna. Fu catapultata in groppa alle spalle del felino, e si aggrappò alla familiare criniera folta e liscia nella quale soleva addormentarsi.
Fecero ritorno nelle Terre di Aslan, sul cui prato venne adagiata.

Il leone ruggì.
"Satiro, come hai osato lasciare mia figlia da sola?"
"Sire, le chiedo umilmente perdono, la Vostra Maestà si è presa gioco di me e come uno sciocco mi sono lasciato ingannare"
Aslan si voltò verso di lei.
"Quante volte ti è stato proibito di attraversare il varco?" il tono che le rivolse era severo, ma non arrabbiato.
"Scusa papà"
"È che non voglio ti succeda nulla piccola mia" le disse, portando il suo muso all'altezza delle guance paffute della piccola.
"Papà..."
"Dimmi piccina"
"Chi era quella signora?"
"Ogni cosa a suo tempo piccola mia, ogni cosa a suo tempo"

Se il tempo potesse essere fermato, Aslan l'avrebbe di certo fatto.
Lui e gli abitanti delle sue Terre, che per mano dell'operato della Strega Bianca aumentavano  sempre più di numero, guardavano la fanciulla crescere, acquisendo sempre più le caratteristiche di una Regina.
Non aveva neanche dieci anni quando imparò ad esercitare un esemplare controllo su tutti i suoi poteri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2017 ⏰

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