Capitolo 9

13 2 0
                                    


Era mattina. Cingeto uscì dalla sua tenda di buon'ora e notò delle truppe che tornavano all'accampamento trionfanti, sicuramente avevano appena fatto razzie a qualche piccolo villaggio vicino. I suoi compagni di tenda ancora dormivano e nel cielo c'erano ancora poche e sottili luci e il vento era tagliente come una lama. Rientrò <<copritemi>> scosse Benthio che si svegliò.
<<Dove vai?>> chiese, ma ormai lui era già uscito. Si allontanò senza essere visto e percorse, all'inizio parallelamente, il sentiero da cui erano venuti. A metà mattina giunse al villaggio. Lo scenario che gli si presentò non era dei più terribili ma fu ugualmente un duro colpo per quella gente. Si avvicinò ad una donna anziana che piangeva china su un uomo e una bambina massacrati. Cingeto ebbe la premura di togliersi l'armatura romana, che lasciò fra i cespugli,  per mostrarsi con solo dei semplici vestiti celti ma la donna quando vide i suoi sandali rabbrividì e si ritirò terrorizzata <<Calma, non ero con loro e voglio capire cos'è successo>> cercò di tranquillizzarla facendole vedere che era disarmato.
<<Tu sei uno di loro!>> stava per lanciare l'allarme.
Immediatamente lui le tappò la bocca con una mano e le spiegó che era anch'egli nativo di quella grande terra ma che si trovava costretto a vivere come loro, la donna comprese e notò finalmente i suoi tratti fisici, tipici dei celti. Gli disse dettagliatamente cosa era successo per poi in conclusione aggiungere <<È stato lui, il romano con la cicatrice sulla guancia. Ha dato lui l'ordine di uccidere mio marito e mia nipote... >> scoppiò nuovamente nel pianto.
Le accarezzò il capo <<pagherà per questo>> si alzò.
<<Spero che muoia e che soffra nel farlo>> disse l'anziana guardandolo con occhi pieni di dolore.



Entrò nella tenda dell'incriminato e non trovandolo si avviò per uscire quando ad un tratto notò sul suo scrittoio una pergamena con su trascritta la conversazione fra lui e i suoi compagni di tenda che c'era stata qualche giorno prima. Non poteva permettersi che Cesare venisse a conoscenza di quanto era stato detto! Ma non poteva nemmeno rubarla quando improvvisamente si accorse che Paolo era nei dintorni e sapeva che sarebbe entrato e così si nascose. Come previsto entrò e si sedette allo scrittoio, bevve un sorso di vino annacquato e rilesse ciò che aveva scritto in precedenza quando ad un tratto fu sorpreso alle spalle da Cingeto che gli conficcò con forza la lama del suo pugnale nella schiena. Probabilmente gli bucò un polmone e questo provocò un urlo muto che lo fece contorcere. Cingeto gli sussurrò all'orecchio <<...e così volevi dire tutto a Cesare eh?>> estrasse la lama dalla ferita <<questo è per quella povera gente che hai fatto ammazzare e soffrire>> gli tagliò leggermente la gola in modo da assicurargli una morte lenta e dolorosa, ma certa. Pulì la lama con le sue preziose vesti che non gli sarebbero più servite e dopodiché prese la pergamena e con disinvoltura uscì senza essere visto.

Assassin's Creed Vercingetorix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora