Nine

4K 224 20
                                    

Accarezzai piano la mano di mia madre.

Era fragile, sottile, sembra fatta di carta.

Mia madre era a letto dalla notte prima con la febbre altissima.

Non riusciva ne a bere ne a mangiare, e sapevo che non sarebbe finita bene.

Forse lo sapeva anche lei, perché aveva rifiutato l'aiuto di ogni medico che gli avevo presentato.

Ognuno di loro mi avrebbe detto che non avrebbe superato il giorno.

"Non dovresti essere a scuola?" Chiese, con voce fina.

Sapeva della proposta di Daniel, e sapeva che avevo accettato.

Ne era stata felice, forse perché sperava che quel gruppo di bambini di avrebbero dato una nuova ragione per vivere.

"Voglio restare con te, mamma." Dissi, accarezzandole i capelli.

Mia madre sorrise appena, cercando di invogliarmi "Non preoccuparti, tesoro, loro hanno più bisogno di te."

Scossi la testa "Lo sai anche tu che non è vero, mamma."

Mia madre prese la mia mano, allontanandola dai suoi capelli "Amy, devi andare."

Era fin troppo seria, e io mi preoccupai.

"Ma posso rimand-"

"No." Disse, cercando di essere ferma "Amélie, non devi preoccuparti per me, starò bene."

"Ma non stai bene." Ribattei, abbattuta.

Mia madre mi guardò e vidi le lacrime nei suoi occhi "Amy, voglio che tu vada. Fatti accompagnare da Daniel e vedi di arrivare puntuale."

Sentivo il cuore andare in mille pezzi.

Ero stata al suo fianco tutta la notte, cercando di alleviare i suoi dolori e facendole compagnia.

Ma non era servito a nulla: la febbre continuava a salire, e ora mi chiedeva di lasciarla andare.

"Non posso, mamma, non posso." Dissi, sentendo le lacrime puntare su i miei occhi.

Mia madre scosse la testa, abbattuta "Va, Amy, è un ordine."

Sospirai, cercando di evitare di scoppiare a piangere.

La guardai negli occhi, cercando di farle capire quanto non volessi ascoltarla, quanto volessi salvarla.

E poi me ne andai.

Daniel era fuori dalla porta, seduto sulla sua moto con un altro casco in mano.

Sembrava che mi stesse aspettando, e sapevo che probabilmente era così.

"Dammi." Dissi, indicando il casco con la mano.

Lui si limitò ad ubbidire, facendomi salire sulla sua moto e partendo il prima possibile.

Stringevo le braccia intorno al suo petto e cercavo di provare un po' del calore di cui avevo bisogno.

Ma non mi bastava, sentivo che tutto l'amore del mondo non mi avrebbe riportato quelli di cui avevo bisogno.

La moto si fermò, e io scesi con un gesto fluido sotto gli occhi di tutti, che erano già pronti a giudicare la mia strana vicinanza con quel giovane tedesco.

Mi tolsi il casco, potendolo a Daniel, che lo prese subito "Tornerò a prenderti oggi pomeriggio."

Annuii, piano, alzando gli occhi nei suoi, che sembravo così gentili "Se succede qualcosa, beh, ecco.."

God's not looking {d.s} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora