Capitolo 2.

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CAPITOLO 2.

"Non fare domande per favore!"Dico a Erica, entrando in casa. I vestiti sono completamente zuppi e sporchi, lei non sa se ridere o piangere. Poi ovviamente decide di fare la prima.

"Poi mi spieghi." Mi dice ridendo.

Ho già chiamato il mio capo e gli ho spigato l'accaduto, mi ha detto che posso stare a casa per oggi, ma non deve diventare una cosa frequente. Vado in camera, mi faccio una doccia super veloce e mi cambio, metto dei jeans stretti e un maglioncino grigio.

"Usciamo?"Chiedo.

"Dove vuoi andare? E non mangi? Il lavoro? Cosa è successo prima?" Comincia con la sua raffica di domande e io non ne posso già più.

"Stop, fermati. Voglio andare a prendere dei vestiti nuovi. No, non mangio. Il lavoro: il capo mi ha dato un giorno, tutta colpa di un deficiente che mi è venuto addosso, buttandomi del cioccolato, o del caffè bollente sul petto; cadendomi addosso e schiacciandomi la pancia con un gomito, e come se non bastasse ho perso tutti i documenti." Spiego velocemente.

"Oh." Erica senza parole? Fermi tutti. Segnamo il giorno sul calendario.

"Andiamo?"

"Va bene."

Prendo la mia borsa e la sua, poi gliela lancio e usciamo. Andiamo in un piccolo negozio in centro, costa tutto milioni.

"Linda, sabato sera andiamo a casa di Gemma, una mia collega."

"Emh.. Cosa centro io?"

"E' il suo compleanno mi ha detto che posso invitare chi voglio." Sorride cercando di convincermi, lo fa sempre, la cosa che mi fa piu incazzare è che ci riesce.

"Ma non ciò cazzi di andare a casa di una bambina per il suo compleanno." Rispondo seccamente. "E poi da quanto la conosci? Tre giorni?"

"Abbiamo iniziato a lavorare insieme nello stesso giorno." Risponde sorridendo. Come diavolo fa a sorridere sempre? Non perde mai il buon umore.

"Dove abita questa?"

"Non molto lontano da qui, ci sono già stata ed ha una casa immensa."Sorride. Ancora. "Per favore vieni?"

"Va bene." Sbuffo. Erica mi salta addosso gridando un 'grazie' e baciandomi una guancia.

"Emh.."Dice lei. Ecco c'è sempre un però.

"Erica, parla!" sbuffo io.

"E' una festa in piscina." Sussurra. No. No! Non se ne parla nemmeno per tutti i soldi del mondo. "Linda, hai appena detto va bene. Ti prego. Se vuoi non mi spoglio nemmeno io. Lo so che odi le piscine perché sei brutta e bla bla bla.." Spiega gesticolando. "Ma andiamo."

"Erica, io non ho nessuna intenzione di mettermi in bikini davanti a tutti. Lo sai cosa penso di me. Se vuoi andare puoi farlo, ma senza di me."

"No. Tu verrai, infatti ora scegliamo un vestito bellissimo da mettere domani." Sorride soddisfatta. Perché è soddisfatta? Ho detto per caso sì e mi sono dimenticata?
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"NO! E' troppo corto."Dico, cercando di nascondermi le gambe.

"Ormai siamo qui, non possiamo tornare in indietro!" No? Dici sul serio? Pensavo possedessimo uno di quei cosi per andare avanti e indietro el tempo. Comunque ha ragione, ormai siamo qui, non si torna in dietro. Indosso un vestito azzurro senza spalline, con una fascia nera sotto il seno in pizzo. Mi arriva a meta coscia e non posso tirarlo troppo giù rischierei di scoprire il seno. Erica invece ha un vestito nero molto stretto che mette in risalto le sue curve, è perfetta. Le scarpe, io delle ballerine, sono alta come un cammello e no posso permettermi dei tacchi, rischierei di passare per un gorilla. Lei invece, come tutte e ragazze normali ha dei tacchi neri in vernice, abbinati al vestito.

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